di Bianca Pascotto
Il valore probatorio della constatazione amichevole di sinistro (CAI) è ancora oggetto di interesse giurisprudenziale e la recente sentenza della Corte di Cassazione ne è prova[1]. Compilare e sottoscrivere la Cai è compito non particolarmente complicato, ancorché si riscontano delle Cai che definire fantasiose è un eufemismo.
Non altrettanto può dirsi, però, per la funzione probatoria che assume la CAI, non sempre nota ai più e che può essere ingannevole se analizzata esclusivamente alla luce dell’art. 143 comma 2 del codice delle assicurazioni private.
È quanto successo in un tamponamento che ha coinvolto 3 veicoli dove A tampona B il quale, fermo al momento dell’impatto, viene sospinto contro C anch’esso fermo. La CAI viene sottoscritta solo tra A e B; C cede il suo credito risarcitorio alla società Zeta la quale agisce in giudico per ottenere il risarcimento del danno.
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