Sono stati pubblicati lo scorso 18 luglio da parte della Fondazione Gimbe i dati del Ministero della Salute relativi alla valutazione dell’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (anno 2022) che tutte le Regioni e Province Autonome devono garantire gratuitamente o previo il pagamento del ticket.

di Francesco Sottile

I segnali purtroppo non sono incoraggianti: le analisi della Fondazione evidenziano un divario in ambito sanitario ancora più importante rispetto a quello registrato nel 2021 tra il Nord e il Sud del Paese, e spiegano come l’autonomia differenziata possa portare al collasso non solo la sanità delle regioni del Sud, ma di tutto il Sistema Sanitario Nazionale.

Il sistema di valutazione è sempre il medesimo: 22 indicatori suddivisi in 3 aree: prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale e assistenza ospedaliera. In ogni area le Regioni possono ottenere un punteggio tra 0 e 100 e vengono considerate “adempienti” se raggiungono almeno 60 punti in tutte le tre aree; invece, se il punteggio è inferiore a 60 anche in una sola area, la Regione risulta “inadempiente”.

Rispetto al 2021:

  • le Regioni adempienti scendono da 14 a 13;
  • nessuna Regione passa da inadempiente ad adempiente;
  • l’Abruzzo diventa inadempiente.

Le uniche regioni promosse al Sud risultano essere Puglia e Basilicata, che si collocano comunque in terz’ultima e ultima posizione fra quelle promosse.

Il divario fra le Regioni risulta ancora più evidente sommando i punteggi ottenuti nelle 3 rispettive aree, come spiegato dal Presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta: “Rispetto al semplice status di adempiente o inadempiente il punteggio totale mostra ancora più chiaramente l’entità del gap Nord-Sud: infatti, ai primi 10 posti si trovano 6 Regioni del Nord, 4 del Centro e nessuna del Sud, mentre nelle ultime 7 posizioni – fatta eccezione per la Valle D’Aosta – si collocano solo Regioni del Mezzogiorno. ll monitoraggio del Ministero della Salute 2022 sulle cure essenziali conferma che la frattura strutturale tra Nord e Sud del Paese non solo non accenna a ridursi, ma addirittura si amplia sia con l’Abruzzo che diventa inadempiente, sia per riduzione dei punteggi LEA nella maggior parte delle Regioni del Mezzogiorno. Proprio nel momento in cui entra in vigore la legge sull’autonomia differenziata che in materia di salute non ha ritenuto necessario definire i livelli essenziali delle prestazioni (LEP) in quanto esistono già i LEA. Considerato che i dati sull’esigibilità dei LEA, oltre a segnare un peggioramento complessivo rispetto al 2021, confermano anche per l’anno 2022 un enorme gap Nord-Sud, è evidente che senza definire, finanziare e garantire i LEP anche in sanità, le maggiori autonomie in sanità legittimeranno normativamente questa frattura, compromettendo l’uguaglianza dei cittadini di fronte al diritto costituzionale alla tutela della salute”.

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