Anche l’ente pubblico deve rispettare l’obbligo di non provocare immissioni rumorose ed è responsabile dei danni cagionati ai privati dai rumori provenienti da aree pubbliche. Ciò significa che può essere chiamato a risarcire il danno provocato e a mettere in atto le zioni necessarie a riportare il rumore al di sotto della soglia della normale tollerabilità.
Lo ha stabilito la Cassazione con l’ordinanza n. 18676 del 10 luglio 2024, che la Confedilizia segnala “per l’importante principio espresso, che riconosce chiaramente ai residenti in zone in cui i rumori si protraggono fino a tarda sera la possibilità di chiedere ai Comuni sia di ricondurre tali immissioni nella norma sia il risarcimento per il pregiudizio subito”.
Nel caso posto all’attenzione dei giudici, riferisce l’agenzia Italpress, i rumori erano causati da una serie di manifestazioni culturali organizzate da un Comune ligure nella piazza principale. Confedilizia ricorda che già in passato era stato espresso lo stesso principio per condannare l’inerzia delle amministrazioni locali verso i rumori causati dagli avventori di esercizi commerciali.