Anche l’invecchiamento della popolazione rischia di diventare per gli Stati e per gli individui una catastrofe con effetti sui conti dei principali paesi e dei bilanci familiari. L’allungamento della vita è certamente una buona notizia ma va messa in conto e vanno ponderate delle strategie di lungo termine. Come noto nell’Ue e in particolare in Italia (primo paese per incidenza dei 65enni sul totale della popolazione dopo il Giappone) sono in atto due fenomeni demografici significativi: il processo di invecchiamento della popolazione e la riduzione della natalità. A ciò si accompagna sul lato socio-economico, sia un rallentamento del tasso reale di crescita del Pil, sia un aumento della disoccupazione. Ne sono scaturite, in tutti i Paesi industrializzati, gravi preoccupazioni sul grado di tenuta del Welfare State, a cominciare dai sistemi pensionistici di base, finanziati con il criterio della ripartizione. Ma a preoccupare ora è il rischio longevità: la vita media si allunga e con essa si registra un aumento, ovvio, delle malattie degenerative e croniche e anche del numero degli individui non più autosufficienti.
Italiani più prudenti con le spese. È quanto emerge dall’andamento dei prestiti erogati dagli intermediari, secondo la rilevazione semestrale di Assofin. «In generale l’anno scorso, il 2022 – spiega Giuseppe Piano Mortari, direttore operativo di Assofin – si è chiuso con un aumento a due cifre del credito a consumo. Si è così superata la fase di rimbalzo dopo due anni di frenata dei consumi dovuta al Covid. L’anno scorso le erogazioni sono arrivate ai livelli prepandemia. Nel 2023 è cambiata notevolmente la domanda, in connessione con il mutato scenario economico che sta interessando la vita delle famiglie, in particolare con l’aumento dei prezzi». Secondo Piano Mortari è diventata più prudente l’offerta, perché comunque – data la situazione – un aumento della rischiosità dei prestiti, anche se a livelli non preoccupanti, c’è stato. La curva del rischio, secondo Assofin, che era sempre diminuita negli ultimi anni, a fine del 2022 si è prima appiattita e poi ha ricominciato, sia pure di poco, a crescere. Questo ha fatto sì che la prudenza caratterizzasse non solo i clienti nella richiesta, ma anche gli operatori nella concessione del credito.