Secondo uno studio realizzato da Coface, pur le imprese che operano in America Latina continuino a dover affrontare molteplici sfide economiche, i ritardi di pagamento restano contenuti.
L’indagine fa luce sui comportamenti di pagamento delle imprese e la situazione economica nella Regione ed è stata condotta tra aprile e maggio 2023 su un campione di 330 imprese in 10 paesi: Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Guatemala, Ecuador, Messico, Paraguay, Perù ed Uruguay. Lo studio ha evidenziato il difficile contesto economico in cui versano le imprese latinoamericane. Coface stima che la crescita nella Regione passerà dal 3,8% nel 2022 all’1,7% nel 2023. Il rallentamento dell’attività a livello globale, l’impatto dei prezzi delle materie prime e l’inasprimento delle politiche monetarie delle banche centrali della regione contribuiscono negativamente.
Mentre il 76% delle imprese intervistate ha segnalato ritardi di pagamento, la maggior parte ha dichiarato che il numero è rimasto stabile tra il 2022 e l’inizio del 2023 rispetto al 2021. Nella Regione fa eccezione l’Ecuador: circa la metà degli intervistati ha evidenziato un peggioramento del comportamento di pagamento durante questo periodo. Anche negli altri paesi (eccetto il Messico), le imprese hanno segnalato un incremento dei ritardi, ciò rispecchia un progressivo deterioramento del contesto commerciale.
In media, le imprese latinoamericane hanno registrato ritardi di pagamento pari a 36 giorni. I settori del legno, delle TIC e dell’auto hanno assistito ai ritardi più lunghi, mentre i settori del tessile e dei metalli hanno registrato ritardi più brevi.
I ritardi superiori a sei mesi rappresentano meno dello 0,5% del fatturato per il 53% delle imprese intervistate. Le difficoltà finanziarie dei clienti, dovuti principalmente a una crescita economica stagnante del mercato locale, è ritenuta la motivazione principale di tali ritardi.
L’indagine fa luce anche sui termini di pagamento e le pratiche di gestione del credito in America Latina. La maggior parte delle imprese intervistate (87%) offre dilazioni di pagamento ai propri clienti, con termini di pagamento medi fino a 90 giorni. Le imprese di trasporto offrono i termini di pagamento più brevi, mentre agroalimentare, retail, carta, automotive e legno concedono i termini medi più lunghe.
Quanto alla gestione del credito, le soluzioni di assicurazione del credito, i report informativi, le valutazioni di rischio credito da parte delle agenzie e il ricorso a enti di recupero crediti sono gli strumenti più comunemente utilizzati. Al contrario, il 22% delle imprese intervistate non usufruisce di alcun strumento di protezione.
Previsioni economiche per il 2023: complessivamente le imprese sono ottimiste
Le imprese latinoamericane hanno espresso un certo ottimismo per i prossimi mesi malgrado le sfide economiche che la regione dovrà affrontare. Oltre il 50% delle imprese intervistate prevede un miglioramento della propria liquidità e un incremento del fatturato. L’Argentina fa eccezione però, con il 37% delle imprese che si aspetta un calo delle vendite. In generale, il rallentamento dell’attività economica è considerato dalle imprese il rischio principale per il 2023, seguiti dai rischi legati allo scenario politico, all’inflazione e all’effetto del cambio, nonché alla situazione finanziaria a livello globale.
“Per l’America Latina si registra una situazione di complessità ancora più accentuata rispetto ad altre aree. Gli studi condotti evidenziano come l’impatto degli aumenti delle materie prime, unito all’inasprimento delle politiche monetarie delle banche centrali, anche di quelle della regione, influiscano in modo evidente sull’economia locale, che subirà un rallentamento non indifferente nel 2023” – commenta Ernesto De Martinis, Ceo di Coface in Italia e Head of Strategy Regione Mediterraneo & Africa. “In un tale contesto, tuttavia, il fatto che i ritardi nei pagamenti rimangano contenuti porta a un relativo ottimismo per i prossimi mesi da parte delle imprese sudamericane, malgrado le sfide rappresentate dall’inflazione e dallo scenario politico.”