di Rossella Savojardo
Valutazioni positive ma solo per il breve periodo quelle arrivate ieri dall’Unione europea e riferite all’Italia e al suo pil, che quest’anno dovrebbe crescere oltre le attese (+2,9%). Secondo la Commissione Ue, l’economia italiana si è infatti dimostrata più resiliente all’inizio del 2022 rispetto alle aspettative (+2,4% la stima di maggio) grazie alla vivace attività edilizia. Nei prossimi mesi, la crescita della produzione sarà sostenuta dall’aumento dell’attività dei servizi, a seguito della revoca di quasi tutte le restrizioni legate al Covid-19, e dalla produzione ancora robusta nell’edilizia. Tuttavia, la perdita del potere d’acquisto reale delle famiglie, il calo della fiducia delle imprese e dei consumatori, le persistenti strozzature nell’offerta e l’aumento dei costi di finanziamento oscurano le prospettive economiche del Paese. L’Ue ha infatti precisato che la crescita dovrebbe rimanere contenuta nell’orizzonte di previsione, con il pil che crescerà solo dello 0,9% il prossimo anno. I rischi per le prospettive economiche dell’Italia sono orientati ulteriormente al ribasso in particolare se si considerano le potenziali interruzioni dell’approvvigionamento di gas naturale, data la dipendenza ancora considerevole dalla Russia, nonostante i recenti sforzi di diversificazione. Sarà proprio l’aumento dei beni energetici a spingere i prezzi al 7,4% quest’anno in Italia e al 3,4% nel 2023. Ma mentre le pressioni sui costi delle materie prime energetiche dovrebbero allentarsi l’anno prossimo, guardando il quadro attuale la Commissione ha evidenziato che a spingere l’inflazione potrebbe essere anche la grave siccità nel Nord Italia, che rischia di aggravare l’impennata dei beni alimentari per i consumatori. Le prospettive sono ancora giù grigie se si considera l’intera Eurozona. Nel blocco a 19 membri, infatti, il pil crescerà solo del 2,6% nel 2022 e dell’1,4% nel 2023. La Commissione Ue ha limato le precedenti stime che davano la crescita al 2,7% quest’anno e al 2,3% il prossimo. La guerra «continua a incidere negativamente sull’economia dell’Ue» che, evidenzia Bruxelles, «rimane particolarmente vulnerabile agli sviluppi dei mercati energetici a causa dell’elevata dipendenza dai combustibili fossili russi». «Nel complesso», aggiunge, «l’economia del blocco è destinata a continuare a espandersi, ma a un ritmo notevolmente più lento di quanto previsto».
Nella zona euro vola a livelli record l’inflazione, la Commissione ha infatti rivisto al rialzo la stima del 6,1% di maggio al 7,6%. Nel 2023 il caro vita dovrebbe invece scendere al 4%. «Nelle previsioni di primavera abbiamo presentato una simulazione basata su un taglio completo delle importazioni di gas dalla Russia, con limitate possibilità di sostituzione a breve termine», ha sottolineato il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, spiegando che questo «scenario severo» porterebbe l’economia europea in recessione nella seconda metà di quest’anno e deprimendo ulteriormente le condizioni il prossimo anno. «Alla luce degli eventi recenti», ha avvertito il commissario Ue, «questo rischio è diventato più di un semplice scenario ipotetico, per il quale dobbiamo prepararci». La questione, secondo il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, sarà trovare il giusto equilibrio tra il passaggio a una politica di bilancio più prudente e la protezione dei ceti più vulnerabili. (riproduzione riservata)
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