Salvatore Licciardello
Vale circa 150 miliardi la grande stangata che si è abbattuta sulla ricchezza finanziaria delle famiglie. Il salvadanaio degli italiani, escludendo gli immobili, ammonta a circa 2.300 miliardi e in soli sei mesi ne sono evaporati il 6,2% riportando indietro il calendario di tre anni. A giugno, in un solo mese, il risparmio dedicato alla previdenza, in particolare, ha perso il 3,08% del suo valore portando il risultato da inizio anno a -9,6%. Così, dei circa 300 miliardi investiti in strumenti come i fondi pensione (aperti, negoziali e con piani individuali) mancano virtualmente circa 30 miliardi.

E’ vero che l’anno precedente era stato eccezionalmente positivo per i mercati finanziari e dunque non desta scandalo il riflesso di questa grande volatilità. Però gli ultimi risultati potranno influenzare e di molto le decisioni di variazione di portafoglio. Infatti i sottoscrittori di fondi pensione possono ritirare o variare le quote investite in certe finestre temporali e anche importi ingenti. I dati si desumono dall’andamento dell’industria del risparmio secondo gli indici Fideuram, che misurano il valore totale dei fondi, e dai dati di raccolta forniti da Assogestioni e da Covip.

Ma grazie alle rilevazioni di Mondoinstutional a cui fa riferimento la elaborazione aggiornata a fine giugno (tabella qui accanto), si evince nel dettaglio cosa sta succedendo ai prodotti in gestione dedicati al futuro delle finanze di milioni italiani che stanno versando mensilmente risorse in quei portafogli. Le informazioni riportate si riferiscono solo a due categorie dei fondi pensione aperti, l’azionario e l’obbligazionario, che sono state selezionate perché emblematiche del settore. Il segmento dei prodotti del risparmio previdenziale annovera, infatti, centinaia di altri prodotti se si considerando anche i fondi di tipo negoziale che fanno riferimento ai singoli comparti dei settori industriali e relativo contratto di lavoro.

La tempesta di guerra e recessione alle porte ha già fatto le prime vittime e decretato altrettante sentenze, se è vero che guardando ai risultati ci sono 10 punti percentuali di differenza tra i primi e gli ultimi della classifica del 2022, quella che si è scelto di evidenziare.

Il comparto dei fondi pensione azionari registra un rendimento negativo di -5,27% in un solo mese a giugno: la Linea Dinamica, di Assimoco Il Melograno con -2,66% è la prima della categoria, dietro alla quale si stanziano il Comparto Crescita, Classe C, di Azimut Previdenza con -3,77%% e l’ Azionario di Alleanza Assicurazioni Al Meglio con -4,04%.

Ma è considerando la classifica da inizio anno che si possono trarre delle considerazioni più consistenti nel giudizio di valore. Occupano le prime cinque posizioni i seguenti comparti: il Comparto Garantito ESG di Aureo con -0,48%, il Garanzia 1+, Classe A, di Anima Arti & Mestieri con -0,55%, il Fideuram Garanzia di Fondo Pensione Fideuram con -1,22%, il Monetario Globale, Classe C, di Cattolica Gestione Previdenza con -1,35% e il Comparto Garantito di Azimut Previdenza con -1,37%.

Guardando alle diverse categorie di comparto, dall’analisi mensile sui dati disponibili relativi a 144 comparti di 39 fondi pensione, i migliori risultati sono stati conseguiti dai comparti monetari che, secondo l’Indice Bff Fpa Monetari, realizzano -0,29%.

A determinare il successo o l’insuccesso dei portafogli obbligazionari è la presenza di titoli di Stato governativi e in particolare dei Btp per quanto riguarda il debito sovrano italiano. Questo pesa in modo particolare in questa fase in cui i prezzi dei titoli italiani acquistati negli anni scorsi oggi hanno dei ribassi dovuti alle aspettative di rialzo dei tassi e di conseguenza sui rendimenti attesi per le prossime emissioni. Il risultato è che anche i portafogli considerati più prudenti stanno soffrendo la relativa e svalutazione del debito italiano (almeno in questa fase della congiuntura).

A questo si aggiunge un altro elemento critico dovuto alla trasparenza che anche i fondi pensione devono mostrare verso i sottoscrittori. Più di altri strumenti, infatti, hanno un obiettivo di rendimento di lunghissimo periodo ma allo stesso tempo costretti a mantenere viva l’attenzione sull’andamento puntuale del valore dei portafogli. Il fondo pensione, al pari degli altri prodotti di gestione ha una rendicontazione e una quotazione continuativa. E questo lo rende in qualche modo vulnerabile da un punto di vista della comunicazione, perché confrontabile oltre che oggetto di compravendita al pari di altri asset finanziari.

In questa categoria degli obbligazionari primeggia il Garanzia 1+, classe A, di Anima Arti&Mestieri con -0,09%, seguito dal comparto Garantito Esg di Aureo con -0,10% e il Monetario globale, Classe A, di Cattolica Gestione Previdenza con -0,21%. Il secondo miglior risultato è quello degli obbligazionari, con una performance al di sotto del punto percentuale (-1,56%) secondo l’Indice Bff Fpa Obbligazionari. In questa categoria, Giustiniano Monetaria di Intesa Sanpaolo Vita Giustiniano chiude il mese di giugno con -0,27%; seguono l’ Ethical Life Short Term di Pensplan Profi con -0,32% e il Comparto Guaranty di Raiffeisen Fondo Pensione Aperto con -0,48%.

Terza posizione per l’Indice Bff Fpa Bilanciati Obbligazionari che archivia il mese di giugno con un risultato di -2,11%. Nello specifico, il Comparto Garantito di Azimut Previdenza consegue una performance di -0,34%, la SecondaPensione Garantita Esg di Amundi SecondaPensione di -0,81% e la Crescita Prudente, Classe R, di Previdsystem Fondo Pensione Aperto di -0,91%.

Da notare tra i fondi negoziali di cui non pubblichiamo il dettaglio ma che sono disponibili su Mondoinstitutional, la performance particolarmente negativa di Mediafond, Fondaereo e Fondo Sanità con risultati tra -13,2% e -14,9% nel primo semestre del 2022. Si tratta di portafogli particolarmente aggressivi i cui rendimenti sono stati falcidiati moltissimo nel solo mese di giugno quando hanno registrato performance negative tra il 4,46 e il 5,69%. Un risultato che va a scalfire quanto di buono era stato fatto sin qui: Mediafond resta il migliore sulla lunga distanza con +30% in cinque anni seguito da Fondo sanità con +18,2%.

L’industria della gestione nel suo complesso fa i conti anche con i cambiamenti di scenario e il bilancio delle performance dei suoi gestori. Da qui i recenti movimenti nelle aggiudicazioni dei mandati per i fondi pensione più importanti. Il Fondo Cometa per i lavoratori dell’industria metalmeccanica e del settore orafo e argentiero ha concluso l’iter per il rinnovo dei mandati di gestione finanziaria dei comparti Monetario Plus, Reddito e Crescita, per una capitalizzazione complessiva di circa 11 miliardi di euro, individuando le società vincitrici della gara. Il consiglio di amministrazione ha deliberato di assegnare in gestione il comparto Monetario Plus ad Allianz Global Investors ed Eurizon attraverso due mandati di tipo obbligazionario a rischio controllato e il comparto Reddito ad Allianz Global Investors, Amundi, Axa, BlackRock, Credit Suisse ed Eurizon, assegnatari di sei mandati di tipo multi asset total return. Infine il comparto Crescita a BlackRock ed Eurizon che opereranno sulla base di due mandati multi asset a benchmark attivi. Cometa è il principale fondo pensione operante in Italia, con un patrimonio di oltre 13 miliardi di euro e più di 450 mila iscritti.

La massa di liquidità parcheggiata dagli italiani sui conti correnti resta comunque ingente, perché è ancora tanta la paura che il peggio debba ancora venire. Le famiglie italiane hanno ridotto l’esposizione al rischio rinunciando a nuovi acquisti di strumenti quotati. Ma fin qui, per il sistema dei fondi attivi e dei fondi pensione, nonostante la grande stangata del primo semestre, il flusso dei riscatti è stato ben controllato dalle reti dei consulenti finanziari. Da inizio anno, infatti secondo Assoreti, quasi il 71% della raccolta netta realizzata dall’intero sistema fondi è riconducibile all’attività delle reti di consulenza. Il bilancio del primo semestre è positivo per 24,6 miliardi di euro, con una flessione del 14,5% nei confronti del risultato realizzato nei primi sei mesi dell’anno precedente. L’80,9% della raccolta netta (19,9 miliardi) è posizionata tra la componente finanziaria, gestita e amministrata, e quella assicurativa/previdenziale del portafoglio dei clienti delle reti. La liquidità si attesta a 4,7 miliardi, valore inferiore a quanto osservato nel primo semestre 2021. (riproduzione riservata)
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