S&P Global Ratings ha pubblicato il suo rapporto sulle condizioni del credito per il terzo trimestre, analizzando i principali rischi per l’economia europea.
Il rapporto prevede prospettive sempre più difficili per la qualità del credito in Europa, a causa del rapido deterioramento delle condizioni macroeconomiche globali, che causano un’inflazione elevata, la volatilità dei mercati e l’aumento dei rendimenti, dell’incertezza geopolitica in corso e dei persistenti blocchi COVID-19 in Cina.
Il rapporto rileva inoltre che il settore assicurativo europeo sta resistendo nonostante i venti contrari. L’aumento dei tassi d’interesse avrà un effetto positivo, aumentando i margini d’investimento nel lungo periodo, in particolare per gli assicuratori del ramo vita. Ciò dovrebbe attenuare l’impatto negativo di un’inflazione inattesa per gli assicuratori del ramo danni.
Tuttavia, in seguito all’invasione dell’Ucraina, più di 500 aerei sono rimasti a terra in Russia e questa situazione potrebbe portare a richieste di risarcimento rilevanti nei rami speciali, come il rischio politico, la guerra, la copertura di tutti i rischi e l’aviazione, anche se la liquidazione dei sinistri richiederebbe probabilmente molto tempo.
Tra i rischi principali S&P segnala:
- Un rapido adeguamento dei tassi di politica della banca centrale per contrastare le eccessive pressioni inflazionistiche.
- Una crescita stagnante che influisce sull’ambiente operativo e sui risultati finanziari delle imprese. La ripresa economica e gli stimoli monetari e fiscali straordinari in corso rischiano di creare compiacimento per l’enorme aumento del debito societario e sovrano negli ultimi 18 mesi.
- Le considerazioni politiche potrebbero inoltre ostacolare e ritardare la stretta di bilancio necessaria per mantenere la qualità del credito sovrano e ripristinare il margine di manovra fiscale necessario per contrastare uno shock finanziario in arrivo.
- L’inasprimento delle condizioni di finanziamento risveglia i timori di frammentazione all’interno dell’eurozona
Secondo il rapporto, nel 2023 i rating del credito saranno probabilmente sottoposti a maggiori pressioni, poiché i vincoli di approvvigionamento mantengono i prezzi di cibo ed energia a livelli elevati, le famiglie lottano sempre più contro il calo dei redditi reali e le banche centrali danno priorità all’inflazione rispetto alla crescita. I tassi di default dovrebbero aumentare del 3% entro la fine dell’anno e nel primo trimestre del 2023.