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La nascita di un mercato comune dei prodotti pensionistici ad adesione individuale potrebbe portare benefici soprattutto a quei lavoratori con elevata mobilità transfrontaliera, diffusa tra i più giovani maggiormente esposti alle riforme adottate per garantire la sostenibilità dei sistemi pensionistici di primo pilastro. Parola di Antonello Motroni, ricercatore dell’area internazionale del Mefop e membro dell’Occupational Pensions Stakeholder Group dell’Eiopa, autorità di vigilanza europea su assicurazioni e fondi pensione.
Mentre le adesioni ai fondi pensione crescono a rilento, anche per via di carriere frammentate e stipendi che non riescono a tenere il passo dell’inflazione, e l’Inps, nella sua Relazione annuale presentata nei giorni scorsi, ha ribadito che per i lavoratori in attività restano rischi di assegni pubblici non adeguati a coprire i bisogni della vecchiaia, sta per arrivare sul mercato un nuovo strumento che potrebbe aiutare le nuove generazioni e i lavoratori autonomi ad avere una maggiore copertura previdenziale. Si tratta dei Pepp, sigla che sta per «Pan european pension product», ovvero Piani pensionistici europei.
Alla fine il lodo Sironi è passato. Nuovi strascichi legali non sono da escludere. Anzi, sono probabili. Ma il dato di fatto è che, dopo quasi due mesi in 12, il consiglio amministrazione di Generali, venerdì 15 luglio, è finalmente tornato a essere composto dai 13 membri previsti dallo statuto della compagnia assicurativa di Trieste da un membro della minoranza. Come anticipato da milanofinanza.it il consigliere scelto per sostituire Francesco Gaetano Caltagirone, dimessosi a sorpresa il 27 maggio, è Stefano Marsaglia, 67 anni, torinese, con una lunga esperienza nell’investment banking e un passato in Rothschild, Barclays e Mediobanca, oltre ad essere co-fondatore e amministratore della società di private equity, Azzurra Capital.
Ormai era diventato qualcosa di più simile a un conclave che a un consiglio di amministrazione, con tanto di fumate nere. Ma quella che uscita dal fumaiolo del grattacielo di Citylife non è proprio una fumata bianchissima. Stefano Marsaglia, undicesimo componente della lista di Francesco Gaetano Caltagirone per il cda del leone di Trieste, ha detto il fatidico sì, accettando la carica di tredicesimo consigliere della compagnia. Si è arrivati, come indica il comunicato, attraverso un percorso accidentato, quello dell’esame dei candidati inseriti nella lista non nominati dall’Assemblea e che andavano cooptati dopo le dimissioni di Caltagirone un mese dopo la nomina.
La polizza di Eurovita si affida ad alcune linee gestite e una vasta gamma di fondi, con attenzione alla sfida Esg
Possibile cessione dei bonus edilizi a favore anche delle partite Iva da parte delle banche e dei soggetti vigilati. Resta, però, il vincolo che il cessionario risulti correntista presso l’istituto di credito o la capogruppo. Con interventi eseguiti nelle unifamiliari nella misura di almeno il 30% entro il prossimo 30 settembre, detraibili nella misura del 110% le spese relative sostenute fino al 31/12/2022.
Assicurazioni sempre più digitali. Una ricerca di Webranking, che monitorizza il digital marketing, sostiene che il 47% degli assicurati acquista le polizze via web. Una percentuale destinata a salire poiché entro il 2030 la generazione Millennial rappresenterà il 45% del mercato assicurativo. Una conferma arriva anche dagli investimenti in start-up insurtech: sono aumentati quasi del 100% rispetto all’anno scorso, passando da 5,1 milioni di euro a 10 milioni.
- Generali, ora il cda è completo
- Generali, il cda riparte Cooptato Marsaglia ma il ricorso è pronto
Il consiglio di amministrazione di Generali, dopo un mese e mezzo di turbolenza, torna a essere composto da 13 membri. A essere cooptato dal cda che si è riunito ieri è stato Stefano Marsaglia, banchiere 67enne per tanti anni nelle fila della banca d’affari francese Rothschild, poi passato a Barclays e quindi in Mediobanca chiamato dall’ad Alberto Nagel, infine in proprio in una società di private equity. Per arrivare a questo risultato il presidente Andrea Sironi si è mosso acquisendo preventivamente i pareri dello studio Presti, del professor Piergaetano Marchetti e di Francesco Gatti dello studio GPBL che hanno avallato la tesi dell’incompatibilità al ruolo di consigliere di Luciano Cirinà (anche in base al regolamento interno “fit and proper” approvato nel 2019), l’ex manager Generali candidato nella lista Caltagirone per il ruolo di ad in alternativa a Philippe Donnet, e da questi licenziato prima dello svolgersi dell’assemblea. Superato in questo modo lo scoglio Cirinà, Sironi ha quindi messo ai voti altri quattro candidati della lista Caltagirone: Alberto Cribiore, Maria Varsellona, Paola Schwizer e Andrea Scrosati che però hanno vincolato la loro accettazione all’unanimità del voto, che avrebbe dovuto comprendere anche i consensi dei due consiglieri di minoranza Marina Brogi e Flavio Cattaneo.
- Marsaglia al posto di Caltagirone. «Decisione unanime del comitato»
È stato un lavoro che ha richiesto un mese e mezzo di tempo — tra colloqui, sondaggi e confronti — per sostituire Francesco Gaetano Caltagirone che il 27 maggio si è dimesso dal consiglio delle Generali. Ma alla fine il presidente Andrea Sironi è riuscito a completare il puzzle e superare lo stallo. Ieri il board del Leone ha infatti nominato a maggioranza per cooptazione Stefano Marsaglia, banchiere di lungo corso, prima in Rothschild poi in Barclays e Mediobanca dove è stato presidente esecutivo dell’attività di corporate e investment banking. Era stato indicato all’unanimità dal Comitato per le nomine che si è tenuto la scorsa settimana. Assieme a Sironi aveva attinto dalla «lista Caltagirone», quella allestita prima dell’assemblea di aprile del Leone. Marsaglia — l’undicesimo candidato di quella lista, l’unico a non aver subordinato la sua nomina al voto unanime del cda. Condizione invece posta da Alberto Cribiore, Maria Varsellona, Paola Schwizer e Andrea Scrosati, ciascuno dei quali ha registrato il voto favorevole della maggioranza. «Avendo i candidati condizionato l’accettazione al voto unanime, la nomina (come avvenuto con la candidata Roberta Neri) non si è perfezionata», ha scritto Generali in un comunicato. Anche Marsiglia non ha ricevuto il consenso di tutti ma ha accettato ugualmente: è stato votato da dieci consiglieri. Si sono invece espressi a sfavore i due esponenti delle minoranze. Vale dire, Marina Brogi e Flavio Cattaneo. Le posizioni tra maggioranza e minoranza restano ancora distanti. Con Brogi e Cattaneo che continuano a supportare come candidato Luciano Cirinà, l’ex top manager delle Generali. Un profilo ritenuto non idoneo all’incarico, secondo la maggioranza dei consiglieri, con il conforto dei pareri e delle opinioni legali (Gaetano Presti, professore alla Cattolica, gli studi Marchetti e Gatti Pavesi Bianchi Ludovici ), per via delle cause tra il manager e la compagnia.
- Generali, entra Marsaglia al posto di Caltagirone Parte lo scontro legale
Si chiude la partita per la nomina del sostituto di Francesco Gaetano Caltagirone: ora il cda delle Generali è al completo. Ma si chiude, tuttavia, registrando l’ennesima frattura interna al board. Ieri il consiglio di amministrazione del Leone ha infatti votato a maggioranza l’ingresso nell’organo di governo di Stefano Marsaglia. Marsaglia, ex Mediobanca, era uno dei candidati inseriti nella lista presentata dall’imprenditore in occasione dell’assemblea del 29 aprile scorso. Ed è stato l’unico, tra le figure sondate dal presidente Andrea Sironi, che si è detto disponibile a entrare anche senza il consenso unanime del cda. E infatti la sua nomina ha incassato il voto contrario di Marina Brogi e di Flavio Cattaneo, gli altri due rappresentanti della minoranza seduti in consiglio. La ragione? Luciano Cirinà era considerato il candidato numero uno a subentrare a Caltagirone e il mancato ingresso dell’ex manager di Trieste nel board è stato considerato, dalla minoranza, una sorta di violazione delle regole dello statuto.
- Il peso dei costi sulla unit linked Unibonus Strategy Next
Le prestazioni della unit linked Unibonus Strategy Next di Unicredit Allianz Vita sono collegate al valore degli attivi contenuti in uno o più fondi interni e non è presente alcuna garanzia sul capitale investito. In caso di decesso dell’assicurato, la società si impegna a corrispondere ai beneficiari un importo pari al valore delle quote dei fondi sottoscritti con una maggiorazione decrescente in funzione dell’età dell’assicurato al momento del decesso (tra lo 0,2 e il 20%). Con riferimento ai costi della polizza, essa prevede dei costi correnti che variano sulla base del fondo selezionato (da 1,5% a 2,2% su base annua), a cui devono essere sommati i costi di gestione previsti dagli Oicr (fino ad un massimo di 2,5% su base annua). Inoltre, sono previste spese fisse sui versamenti dei premi, caricamenti percentuali sull’importo ottenuto e delle penali per il riscatto totale o parziale. Nell’analisi è stato selezionato un fondo interno bilanciato flessibile, confrontandolo con un portafoglio di Etf bilanciato (30% Obbligazionario, 40% Azionario, 30% Monetario). Osservando performance e volatilità delle due proposte, su un periodo di medio termine, si può osservare come il rendimento degli Etf sia superiore al rendimento del fondo interno alla polizza.
- Riforma fondi pensione. Come cambiare la previdenza complementare in cinque mosse
Cinque proposte per modificare la previdenza integrativa italiana. Un piano per aumentare il tasso di adesione dei lavoratori e consentire maggiore flessibilità in uscita. È il progetto di Assogestioni, l’associazione italiana del risparmio gestito, che ha presentato nel corso del convegno organizzato giovedì dal Cnel. «L’introduzione dei Pepp, i fondi pensione europei, deve essere un’occasione per modificare la legge italiana sulla previdenza complementare – spiega Arianna Immacolato, direttore fisco e previdenza di Assogestioni – così da aumentare il tasso di adesione». Ecco dunque i cinque punti del progetto: 1) superare la garanzia come opzione di default e favorire l’introduzione di tecniche di protezione alternative; 2) modificare il sistema di adesione automatica; 3) aprire una nuova fase di rilancio delle adesioni; 4) aumentare la flessibilità nella fase di erogazione delle prestazioni, consentendo anche il riscatto totale in capitale del montante accumulato; 5) riformare il regime fiscale della previdenza complementare.
- Polizze. Come proteggere la vacanza dal Covid