di Marco Capponi
Raccolte solide per le società di gestione del risparmio quotate, che riescono a escogitare modalità differenti per spingere la clientela a non disinvestire i propri risparmi in fasi di mercato complesse. Per Azimut la strategia trainante è quella dei mercati privati. A giugno la società guidata dal presidente Pietro Giuliani ha messo a segno una raccolta di 872 milioni di euro, 390 dei quali attribuibili al risparmio gestito. Su quest’ultima voce i fondi alternativi hanno pesato per quasi 398 milioni (332 il totale dei fondi). Da inizio anno sui private market è confluito il 77% della raccolta in fondi complessiva. Va comunque sottolineato che la maggior parte della raccolta del mese, 483 milioni, è andata verso titoli, fondi terzi e conti correnti.
Il risparmio amministrato è stato protagonista assoluto della raccolta di Fineco: l’istituto con a capo l’ad e dg Alessandro Foti ha messo a segno nel mese una raccolta netta di 850 milioni, con oltre 1 miliardo confluito verso la componente amministrata. Con l’aumento della clientela, 6.317 nuove unità nel mese, e il calo della raccolta diretta (i conti correnti), la mole di denaro è risultata pertanto investita. Il gestito ha pesato per 247 milioni, mentre i ricavi da brokerage sono stati stimati a 17 milioni.
In forte controtendenza infine Banca Mediolanum. La società guidata dall’ad Massimo Doris ha realizzato a giugno una raccolta netta 539 milioni, la stragrande maggioranza dei quali (522) derivanti dal risparmio gestito. Fondi e gestioni (comprese le polizze unit-linked) hanno pesato per 455 milioni. Da inizio anno il gestito è in attivo per 4,3 miliardi, in linea con i 4,7 del primo semestre 2021. Solo 17 milioni sono confliuti invece nei conti correnti, per un totale da inizio anno di 1,2 miliardi, anche meglio degli 1,4 dei primi sei mesi del 2021. (riproduzione riservata)
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