IERI IL BOARD. IL SOCIO DI CONTROLLO RESTIO A VERSARE I 150 MILIONI DI CAPITALE CHIESTI DA IVASS . PER LE BANCHE RISCHIO SVALUTAZIONI
di Anna Messia
I risultati dell’ispezione Ivass, con la richiesta di nuovo capitale superiore a 150 milioni, finiscono sul tavolo del consiglio di amministrazione di Eurovita. Una partita che sembra complicarsi con il fondo di private equity Cinven, azionista della compagnia, che avrebbe preferito procedere con la dismissione, evitando di dover investire nuova liquidità. Mentre le banche che hanno fatto crediti alla holding potrebbero essere costrette a svalutare gli asset. Ieri, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, si è riunito in serata il board della compagnia guidata da Erik Stattin per affrontare la questione dopo che l’istituto di controllo ha consegnato il fascicolo.

L’autorità di controllo presieduta dal direttore generale delle Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, aveva avviato l’ispezione sulla compagnia già a fine 2021 per verificare il governo, la gestione e il controllo degli investimenti e dei rischi finanziari della compagnia. L’avvio dell’ispezione è avvenuto in data 29 settembre 2021 ed in data 17 gennaio 2022 è stata estesa anche alle verifiche di follow-up sull’adeguatezza delle azioni implementate dalla società per rimuovere le carenze emerse dagli accertamenti ispettivi concernenti la metodologia e le assunzioni utilizzate nella determinazione delle riserve tecniche e nel calcolo del requisito patrimoniale di solvibilità. Non solo.

Nello stesso periodo l’istituto ha avviato una ispezione per la verifica del governo, della gestione e del controllo dei rischi connessi alla tecnologia della informazione e comunicazione (rischi Ict) e della cyber security di Eurovita, con l’avvio dell’ispezione avvenuto in data 11 ottobre 2021 ed il 16 novembre 2021 è stata estesa anche al governo, alla gestione e al controllo del rischio di riciclaggio.

Rapporti che sarebbero ora giunti a destinazione con la richiesta all’azionista Cinven di una manovra importante sul capitale della compagnia visto che l’ispezione Ivass ha avuto ad oggetto anche gli investimenti in taluni fondi di investimento complessi e, in caso di stress test, il solvency ratio scenderebbe al 110%, ovvero 1,1 volte il minimo richiesto dal regolatore. Resta da capire quali saranno le prossime mosse di Cinven che già in passato aveva avviato una gara per la vendita del gruppo assicurativo che è stato creato dal fondo di private equity a partire dal 2016, prima con l’acquisizione e l’integrazione di Ergo Previdenza, poi di Old mutual wealth Italy (ex Skandia) ed Eurovita Assicurazioni, cui a fine 2019 si è aggiunta anche Pramerica Life spa.

L’ultima trattativa avviata da Cinven per trovare pretendenti per Eurovita era stata con Bff Bank, la banca nata nel 1985 su iniziativa delle case farmaceutiche (ex Farmafactoring). Un’operazione che è però sfumata, mentre si è fatta urgente la questione ricapitalizzazione che coinvolge a monte anche la holding e le banche che hanno concesso crediti alle società che, a questo punto si vedrebbero costrette a probabili svalutazioni (tra queste spunterebbe Unicredit). Eurovita, in particolare, è controllata al 100% da Eurovita Holding che a sua volta fa capo a Flavia HoldCo Limited, società con sede a Cannon Street 60 a Londra. (riproduzione riservata)

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