IVASS: NEL 2020 I PROFITTI DELLE COMPAGNIE SU DEL 45%
di Giovanni Galli
Grazie ai lockdown per contrastare la diffusione del Covid, gli incidenti stradali sono diminuiti e le compagnie assicurative nel 2020 hanno aumentato i profitti del comparto Rc auto, nel ramo Danni, del 45%. Ma solo alcune hanno già restituito ai clienti, su base volontaria, parte dei premi. Le assicurazioni «ritardatarie dovrebbero riesaminare urgentemente la questione». La richiesta è arrivata da Luigi Federico Signorini durante le sue prime considerazioni come presidente dell’Ivass, l’autorità di vigilanza.
I premi Rc auto sono scesi del 5,5%, ma gli oneri relativi ai sinistri sono calati del 20%. Su 2,2 miliardi di euro risparmiati dalle compagnie, 800 milioni sono stati restituiti, ma con forti differenze: c’è chi ha fatto più della sua quota mercato, chi si è mosso in linea e chi ha previsto di fare molto meno. Tracciando una panoramica del settore, Signorini ha evidenziato che il comparto assicurativo italiano ha vissuto un 2020 «difficile, ma si è nel complesso mostrato resiliente alla crisi». La solvibilità delle imprese alla fine «si è confermata e rafforzata». I profitti sono rimasti pressoché stabili e il roe medio è dell’11,6% (12,3% nel 2019).
Nel comparto Vita i profitti sono calati del 20% e la raccolta è diminuita di circa 4 punti percentuali. Quest’ultimo fattore è stato molto pesante per i prodotti tipicamente assicurativi, le polizze del ramo I (-9,5%). Sono invece cresciuti i premi del ramo III dove il rischio di investimento ricade sugli assicurati (polizze unit linked +6,2%).
Intanto l’uscita progressiva dalla crisi porterà alla rimozione del blocco della distribuzione dei dividendi. «Alla fine di settembre la raccomandazione europea attualmente vigente sulla restrizione dei dividendi cessa di avere effetto», ha spiegato Signorini. «A meno che la situazione economica, finanziaria e sanitaria non torni a peggiorare seriamente, non vediamo la necessità di reiterarla». Infine, c’è la necessità a livello europeo «di un’azione più coordinata rispetto a quella prevista dall’attuale assetto istituzionale, nell’interesse dell’integrità del mercato unico e della tutela della sua stabilità complessiva».
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