«Chiusura temporanea. Siamo stati vittime di un attacco informatico e i nostri sistemi non funzionano».
Sono stati centinaia nei giorni scorsi in Svezia i supermercati Coop che hanno mostrato al loro ingresso un cartello di questo tipo. In decine di quartieri e villaggi del paese, dove sovente la Coop è l’unico negozio, lo scenario era lo stesso. La rete di supermercati, una delle più importanti della Svezia, è stata una vittima indiretta dell’attacco che ha colpito il fornitore americano di servizi informatici Kaseya. Quest’ultimo fornisce software a Visma Esscom, che a sua volta vende sistemi di cassa a Coop e ad altre società svedesi. Risultato: i registratori di cassa di Coop sono stati fuori servizio e per la catena della gdo è stato impossibile far entrare i clienti nei suoi 800 tra supermercati e minimarket. Per la società la perdita di fatturato si è attestata a 9 milioni di euro al giorno, senza contare la merce perduta. Mentre gli svedesi hanno scoperto a proprie spese quanto un attacco informatico possa colpire direttamente la loro vita quotidiana: è al supermercato che comprano il latte fresco al mattino o fanno la spesa della settimana, è lì che imbucano le loro lettere o ritirano i loro pacchi.
Le autorità locali prendono il problema molto seriamente, tanto più che da anni hanno fatto la scelta di un’economia senza contanti. In Svezia tutti pagano con carta di credito o con lo smartphone: i 56 miliardi di corone (circa 5,5 miliardi di euro) che circolano ancora nel paese rappresentano solo l’1,2% del pil , il livello più basso al mondo, e il cash è utilizzato solamente nel 6% delle transazioni.
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