Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
La salute e il digitale sono stati i due settori che meno hanno risentito, in termini di business, dell’impatto della pandemia. Ed è mettendo a fattor comunque queste attività che un pool di investitori di prim’ordine, di imprenditori, banchiere e manager, ha deciso di scommettere sulle potenzialità del progetto Previdigital, società che fa riferimento al gruppo RbHold di Treviso e che ora vuole sviluppare servizi innovativi e sistemi informatici, piattaforme e soluzioni tecnologiche nel comparto della digital health. Strumenti che saranno poi proposti sul mercato a strutture mediche in particolare quelle del network Previmedical che contempla una ventina di strutture in Italia.
Entra nel vivo la partita per la ricerca della società target da fondere con Revo, la spac promossa da Alberto Minali e Claudio Costamagna, quotata all’Aim da fine maggio. Trovare investitori pronti a credere nell’iniziativa lanciata dall’ex amministratore delegato di Cattolica Assicurazioni non è stato difficile, con Vittoria Assicurazioni, Fondazione Cariverona e il riassicuratore Scor che si sono proposti come cornerstone investors, e 220 milioni di euro di capitali raccolti, oltre il target dei 200 milioni fissato inizialmente.
I fondi pensione hanno retto bene alla pandemia. Grazie agli strumenti di sostegno al lavoro messi in campo dal governo, nell’ultimo anno gli strumenti di previdenza complementare hanno visto il loro patrimonio crescere del 5,4%, a 62 miliardi di euro. Allo stesso tempo gli iscritti sono aumentati dell’1%, raggiungendo 3,3 milioni di sottoscrittori, mentre il rendimento, se si guarda agli ultimi dieci anni, è stato pari in media al 3,6% annuo. «Numeri che mostrano come il settore, nato alla fine degli anni ’90, sia oggi un soggetto investitore istituzionale importante per il Paese», dice a MF-Milano Finanza, Giovanni Maggi presidente di Assofondipensione, associazione che rappresenta 31 fondi negoziali, cioè nati dall’accordo tra imprenditori e lavoratori di un settore industriale e dei servizi.
La definizione del nuovo consiglio d’amministrazione del gruppo Generali è considerata una delle partite più delicate della prossima tornata. Complessa da gestire per gli equilibri in campo ma anche difficile da decifrare per capire chi avrà l’ultima parola sull’indicazione del futuro amministratore delegato. A ottobre dovrebbero iniziare i lavori per definire la composizione del board, con una lista proposta dal cda, ma le indiscrezioni circolano già ora, come da tradizione con largo anticipo. Il toto nomine è gioco che piace agli italiani tanto quanto il calcio e c’è un nome che più di altri ultimamente ricorre nelle chiacchiere da bar sul nuovo ceo. Quando si parla di manager preparati e che godano del gradimento di alcuni grandi azionisti del Leone di Trieste, più ancora di quello di Marco Morelli (oggi executive chairman di Axa Investments Managers), spunta il nome di Matteo Del Fante, attuale amministratore delegato di Poste Italiane.
A seguito dei rilievi mossi da una cliente di Assiteca Sim, MF-Milano Finanza ha voluto verificare la vicenda con Roberto Russo, già amministratore delegato e ora liquidatore della società d’intermediazione mobiliare. «La società ha sempre operato con diligenza e correttezza per servire al meglio l’interesse della clientela nel rigoroso rispetto della normativa», ha dichiarato il manager in merito a quanto riportato il 13 luglio scorso. «Purtroppo, anche se raramente, alcuni clienti dimenticano i normali rischi correlati alle attività d’investimento in strumenti finanziari. Il risultato è che in caso di perdite, nel tentativo di assolvere se stessi, pur in assenza di qualsiasi fondamento si scagliano contro chi ha svolto un ruolo professionale, nel disperato tentativo di recuperare qualcosa».
Poste Italiane e Intesa Sanpaolo si alleano per investire in economia reale. Gli accordi prevedono che BancoPosta Fondi sgr, la società di gestione del gruppo guidato da Matteo Del Fante, rilevi il 40% di Eurizon Capital Real Asset (Ecra). Si tratta della sgr guidata da Silvana Chilelli, nata come joint venture tra Eurizon e Intesa Sanpaolo Vita (che guarda appunto a investimenti in economia reale, come infrastrutture, o finanziamenti e investimenti nel capitale delle aziende), cha ha raggiunto un patrimonio gestito di circa 4 miliardi. La società è tra i pilastri della crescita della divisione Asset Management del piano di impresa 2018-2021 del gruppo Intesa Sanpaolo e la partnership firmata con Poste Italiane promette di accelerane lo sviluppo.
La certificazione di conformità privacy non riguarda né prodotti né consulenti. Si certificano, infatti, i trattamenti dei dati. Lo precisa il Garante della privacy che ha diffuso ieri le risposte alle Faq (domande più frequenti). Dunque, non si certifica un software in quanto tale, ma si certifica il trattamento effettuato da una certa impresa, che fa uso di quell’applicazione. Stiamo parlando delle certificazioni previste dagli articoli 42 e 43 del Regolamento Ue sulla protezione dei dati n. 2016/679 (Gdpr). In un quadro di norme, quelle del Gdpr, molto spesso vaghe e generiche, che lasciano alle imprese il peso di documentare di essere in regola, la certificazione, in effetti, può essere uno strumento utile, anche se non risolutivo, per ridurre il rischio di sanzioni o di responsabilità. Per capire, poi, i costi (di acquisizione e mantenimento) delle certificazioni è però troppo presto: bisognerà vedere come si muove il mercato. Nel frattempo, vediamo le più significative risposte del Garante.
- Gama Life è in pole su Amissima Vita
Sembra alle battute finali la vendita di Amissima Vita, controllata del fondo Apollo. Secondo indiscrezioni, sarebbe infatti in trattative conclusive la compagnia assicurativa Gama Life, controllata del private equity Apax Partners. Apollo è così pronto a cedere l’altro suo ramo di attività, eredità dell’acquisizione del 2014 fatta sulle ex-assicurazioni della genovese Carige: sette anni fa erano stati acquisiti da un lato il polo Danni, che Hdi del gruppo Talanx ha rilevato recentemente, all’inizio di quest’anno. Ad Hdi è andato un portafoglio di circa 272 milioni di euro di polizze danni, frutto di un processo di ristrutturazione molto profondo attuato dal private equity internazionale. Dall’altro lato c’è il polo Vita, che con il marchio Amissima era rimasto sotto il diretto controllo del fondo Apollo. Amissima Vita ha chiuso il 2020 con premi per 809 milioni di euro, una raccolta netta pari a 230 milioni, riserve tecniche per 6,7 miliardi (in crescita del 4,6 per cento) e un utile netto di 27,9 milioni di euro.
- Zurich, assicurazioni online su Buddybank
Buddybank la banca solo per smartphone di UniCredit, si affianca a Zurich Connect, l’assicurazione online del Gruppo Zurich. I clienti Buddybank per pagare il premio assicurativo potranno accedere a promozioni dedicate che si sommano alle condizioni dell’offerta Zurich Connect che premia la mobilità sostenibile e responsabile.
- Una polizza anti Covid per i turisti stranieri