Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Tutto pronto per l’identificazione del target di Revo, la spac promossa da Alberto Minali e Claudio Costamagna e quotata sull’Aim da fine maggio. Oggi, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, verrà firmato il closing per l’acquisizione di Elba Assicurazioni con un’operazione stimata in circa 170 milioni. La trattativa era anticipata da MF-Milano Finanza lo scorso 15 luglio. Per la spac promossa da Minali e Costamagna non è stato difficile trovare investitori pronti a credere nell’iniziativa lanciata dall’ex amministratore delegato di Cattolica Assicurazioni, che punta sull’innovazione nel settore assicurativo e in particolare nel ramo Danni per le imprese. Vittoria Assicurazioni, Fondazione Cariverona e il riassicuratore Scor si sono proposti come cornerstone investors e in totale Revo ha raccolto capitali per 220 milioni di euro, dunque più dell’obiettivo fissato inizialmente a 200 milioni.
La compagnia Usa AmTrust è pronta a cedere le attività europee, Italia compresa. Un business che vale complessivamente più di 1 miliardo di euro e per individuare pretendenti il gruppo guidato da Barry Zyskind avrebbe dato mandato ai consulenti di Jp Morgan. Se negli altri Paesi europei, come Spagna e Olanda, i business assicurativi di Am Trust sono variegati, dalle assicurazioni speciali all’Rc Auto, per l’Italia in ballo ci sono in particolare le polizze di responsabilità civile medica.
La priorità è estendere la tutela assicurativa ai 3 milioni di lavoratori italiani che non ne hanno ancora diritto. Tra questi i medici di famiglia e i medici liberi professionisti, che, seppur particolarmente esposti al Covid, non hanno avuto garanzie. Questa la posizione espressa ieri dal presidente dell’Inail Franco Bettoni nel corso della presentazione della Relazione annuale a Montecitorio. Nel 2020 sono calate le denunce di infortunio sul lavoro (-11%) e gli infortuni riconosciuti (- 9,7%), ma i casi mortali sono cresciuti di oltre il 27%. Un aumento definito «preoccupante» dal ministro del Lavoro Andrea Orlando.
Muove i primi passi il nuovo sistema di sandbox per i progetti di tecnofinanza. Come tutte le sperimentazioni anche lo spazio regolatorio semplificato e protetto per favorire l’innovazione nei settori bancario, finanziario e assicurativo si muove su un terreno non battuto. Ecco perché i prossimi mesi, almeno fino a settembre, quando saranno determinate le finestre temporali per l’invio delle richieste di ammissione alla sandbox, saranno occupati dal nuovo comitato Fintech istituito al ministero dell’Economia, e composto da Banca d’Italia, Consob e Ivass, per definire più nel dettaglio i criteri per l’accesso al cosiddetto «recinto di sabbia» per le attività innovative. Gli ammessi potranno quindi beneficiare di deroghe alla regolamentazione e di un ambiente controllato per un periodo di 18 mesi, prorogabili con resoconto e motivazione. In questo lasso di tempo i prodotti e i servizi potranno essere offerti a una ristretta cerchia di utenti e consumatori. Dal punto di vista delle autorità responsabili per la regolamentazione, la sandbox permetterà invece di osservare le dinamiche dello sviluppo tecnologico e individuare gli interventi normativi più opportuni ed efficaci per agevolare il fintech nella Penisola, contenendo già in avvio la diffusione di potenziali rischi.

 


Risalgono le entrate contributive dell’Inps: al 30 giugno 2021 le riscossioni risultano essere pari a 99.392 mln di euro, con incremento di 7.379 mln di euro (+8,02%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Lo rende noto lo stesso Istituto di previdenza, segnalando che il maggior recupero rispetto allo scorso anno è nella gestione separata, le cui entrate su attestano a 3.705 mln di euro, con un incremento di 667 mln di euro (+21,97%) rispetto al 2020. Le entrate contributive della gestione aziende sono risultate pari a 55.586 mln di euro (+10,22%), il gettito contributivo dei lavoratori autonomi è di 4.394 mln di euro, con un incremento di 325 mln di euro (+7,99%), mentre le entrate per recupero di crediti contributivi registrano un incremento di 152 mln di euro, per un totale di 3.400 milioni.

Un codice appalti a norma Ue

Adeguare il codice appalti alla giurisprudenza europea, risolvendo problemi applicativi e procedure di infrazione; ritornare ad un testo stabile, semplice e chiaro – dopo la stagione delle deroghe – per favorire la rapida esecuzione delle opere pubbliche; confermato il binomio codice-regolamento E’ questa la filosofia di fondo che è alla base del disegno di legge di delega che porterà ad un nuovo codice appalti, sostitutivo di quello in vigore, il cui testo è stato «bollinato» e a breve sarà presentato in parlamento per l’esame. L’avvio di una delle riforme portanti del Recovery plan italiano avviene mentre alla Camera si sta discutendo il testo del decreto-legge 77/2021, con le semplificazioni e la governance degli interventi del Pnrr in un clima non semplice che ha visto in questi giorni, su molte materie, i parlamentari contrapposti al Governo, molto restio a fare passare proposte emendative come è il caso delle modifiche al «Superbonus» o alle regole per gli affidamenti, in quest’ultimo caso proprio in ragione del ddl delega al quale sarà affidata la riscrittura organica della disciplina.
  • Allianz Direct, al via la nuova campagna tv
Apochi giorni dai giochi olimpici di Tokyo 2020, al via il 23 luglio, l’uomo più veloce del mondo ritorna in veste di protagonista nella campagna tv europea di Allianz Direct, la società del Gruppo Allianz, worldwide insurance partner del Movimento olimpico internazionale e del Movimento paralimpico internazionale fino al 2028. Nello spot Usain Bolt è sfidato da giovanissimi atleti e campioni di domani che la compagnia assicuratrice online intende sostenere per rendere i loro sogni realtà. «La nuova campagna incarna lo spirito e l’intraprendenza di Allianz Direct», ha dichiarato Pierluigi Furlanetto, d.g. marketing & sales di Allianz Direct. «Lo sport e il gioco uniscono le persone e devono essere una opportunità per tutti i bambini».
  • Calano infortuni e malattie, ma salgono i morti (da Covid)
La fotografia di un anno, il 2020, in cui il Covid-19 ha stretto in una morsa il Paese, raffigura (pure) un decremento degli infortuni sul lavoro: sono state, infatti, registrate poco più di 571.000 denunce di incidenti (-11,4% rispetto al 2019), un quarto delle quali relative a contagi da Coronavirus di origine professionale, e i casi riconosciuti sono stati 375.238 (-9,7% al confronto con l’annualità precedente), di cui 48.660, pari al 12,97%, avvenuti fuori dell’azienda, ossia sul mezzo di trasporto, oppure nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo in cui si svolgono le proprie mansioni («in itinere»). E, per una percentuale in calo, ve n’è, però, un’altra in ascesa, quella delle «morti bianche», giacché gli episodi mortali sono stati 1.538, «con un incremento del 27,6% rispetto ai 1.205 del 2019, che deriva soprattutto dai decessi» generati dalla pandemia, di cui quelli per i quali è stata accertata la causa lavorativa sono 799 (+13,3% rispetto ai 705 dei dodici mesi passati), di cui 261, circa un terzo del totale, fuori dell’azienda. È quanto reso noto dal presidente dell’Inail Franco Bettoni, che ieri mattina ha presentato a Roma la relazione annuale 2020 dell’Istituto per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro.

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  • Inail: lavoro, nel 2020 salgono i morti
gli infortuni sul lavoro calano del 9,7%, mentre i casi mortali aumentano del 27,6%. Gli effetti della pandemia e il conseguente lockdown con fermo di molte attività produttive si riflettono nei dati del rapporto Inail sugli incidenti sul lavoro nel 2020. Il rallentamento delle attività e il ricorso allo smart working hanno contribuito alla riduzione degli infortuni: lo scorso anno a fronte di 571 mila denunce di incidente (-11,4% sul 2019), un quarto delle quali riconducibili a contagi da Covid, sono stati riconosciuti 375.238 infortuni (-9,7%). Le morti sul lavoro denunciate sono state 1.538, con un incremento del 27,6% rispetto ai 1.205 casi del 2019 che deriva soprattutto dai decessi causati dal Covid, oltre un terzo del totale delle morti segnalate all’Istituto deriva, del resto, proprio dagli effetti del virus. Infortuni e casi mortali sono stati, insomma, fortemente influenzati dalla pandemia. «Da un lato ha comportato la riduzione dell’esposizione a rischio per gli eventi tradizionali, a causa del rallentamento delle attività produttive, il ricorso allo smart working e le limitazioni alla circolazione stradale, ma dall’altro si è registrata la forte e drammatica prevalenza dell’infortunio Covid 19, ascritto alla categoria infortunio in quanto di origine virale», ha spiegato il presidente dell’Inail Franco Bettoni, illustrando la relazione annuale alla Camera.

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  • Sicurezza, illegale l’86% delle imprese controllate
 La relazione fotografa il 2020, anno della pandemia, ma i dati aggiornati a maggio scorso ci dicono che i pro (minore attività produttiva) e i contro (decessi e malattie per il virus) del Covid si sono compensati e insieme alla auspicata normalità delle nostre vite, anche gli infortuni sul lavoro si stanno adeguando al ritmo di sempre. Nell’intero scorso anno le denunce per infortuni sono state 375.238 contro le 415.725 del 2019, i decessi 799 contro i 705. Nei primi cinque mesi di quest’anno, le denunce per infortunio sono già arrivate a quota 219.262 (erano 207.472 nello stesso periodo del 2020), le morti a 434 (432): significa che se la tendenza media dovesse confermarsi, a fine anno avremo quasi mille decessi e più di mezzo milione di infortuni. Analisi statistiche inopportune quando si parla di esistenze stroncate, ferite indelebili: non è un punto percentuale in più o in meno ad angosciare o rassicurare. Il presidente dell’Inail elenca impegni per il futuro: estendere la tutela assicurativa agli oltre tre milioni di lavoratori “scoperti”, migliorare le prestazioni economiche per gli infortunati e i tecnopatici, più risorse per la prevenzione. Interventi forse tardivi. Perché un’intera cultura del lavoro non si cambia da un giorno all’altro: nel 2020 l’Inail ha ispezionato 7.486 imprese, l’86,57% è risultato irregolare. I lavoratori regolarizzati sono stati 41.477 (-16,76% sul 2019), accertate retribuzioni imponibili evase per 1,5 miliardi di euro . Il tasso di irregolarità oltre quota 86%.

  • Spazio europeo dei dati sanitari, il potere degli obiettivi collettivi

Handelsblatt

 

  • Assicurazione casa e interni, edifici residenziali, veicoli a motore – gli assicuratori prevedono perdite record
È ancora troppo presto per le cifre esatte. Tuttavia, le perdite record delle inondazioni di agosto 2002 saranno probabilmente superate quest’anno. Per gli assicuratori, la situazione è simile a quella dei numerosi call center di emergenza. Sulla scia del disastro dell’inondazione, il numero di denunce è aumentato in modo massiccio. Le compagnie hanno quindi aumentato massicciamente le loro hotline e i loro dipartimenti di reclamo e sono presenti in molti posti 24 ore su 24. Per alcuni clienti, anche la polizza di assicurazione è stata sommersa dalle inondazioni, riferisce un grande fornitore. Gli impiegati cercano allora di calmarli e di cercare i documenti per indirizzo. L’industria farà tutto il possibile per aiutare in modo pragmatico ed efficiente, ha detto lunedì l’associazione industriale GDV. Gli assicuratori hanno i cosiddetti piani di accumulazione per le grandi crisi come quella attuale. I processi sono ripetutamente simulati in anticipo e rapidamente implementati se necessario. “Il personale viene trasferito, i processi vengono snelliti, il personale esterno viene nominato dall’interno della propria rete”, dice Jörg Asmussen, amministratore delegato di GDV.