Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Passano intere giornate «collegati» al mondo intero, grazie ad internet, eppure sono lavoratori «invisibili» per l’Inps. Programmatori, freelance, informatici: professionisti che, da casa o dallo studio, svolgono una moltitudine di differenti lavori il più delle volte di alta professionalità. Ma per l’Inps non esistono: non pagano contributi e, quindi, non maturano neppure diritti a prestazioni (pensione e indennità, quali per malattia, maternità, disoccupazione). È l’universo della «gig economy», dominato dai contratti di «prestazione autonoma occasionale» che, sotto la soglia di 5.000 euro l’anno, non comportano obbligo di contribuzione. A rilevarlo è l’Inps nel XX Rapporto annuale, edizione 2020, presentato la scorsa settimana.
Con il Pnrr e con i due decreti legge collegati, cioè il dl 76/21 (c.d. decreto semplificazioni), in materia di procedure da applicare agli appalti sotto-soglia, e il dl 77/2021 (c.d. decreto semplificazioni bis), entrambi in fase di conversione in legge, il governo Draghi ha voluto indicare una direzione molto precisa alle priorità per il rilancio dell’economia: rendere gli appalti più celeri e, soprattutto, riscrivere le regole esistenti in materia, tenendo conto delle indicazioni europee, così da garantire stabilità e certezza al quadro normativo per il più lungo tempo possibile
Rischio sicurezza lavoratori. Il rischio da stress termico è oggetto di una specifica valutazione dei rischi, in particolare con riferimento al settore dell’edilizia (Titolo IV del citato Tu sicurezza), e sono previste precise responsabilità a carico dei coordinatori e dei datori di lavoro in caso di inosservanza. Pertanto, nel corso delle attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza, gli ispettori devono avere in cura anche l’attenzione ai rischi derivanti per i lavoratori dall’innalzamento delle temperature, nonché alle misure adottate dal datore di lavoro al fine di garantire l’incolumità degli stessi (lavoratori), nel rispetto di quanto previsto dalla disciplina in materia di sicurezza sul lavoro (Tu), tenuto conto dell’analisi e della valutazione dei rischi aziendale e del programma di sorveglianza sanitaria redatto dal medico competente, nonché delle indicazioni tecniche e dalle linee guida approvate dal ministero della salute.
Parola d’ordine per le imprese: compliance integrata anche sul piano fiscale. Approccio che consente di individuare preventivamente i processi a rischio reato tributario e non incorrere nella responsabilità 231. A suggerirlo Confindustria, nell’aggiornamento appena pubblicato delle proprie Linee guida per la costruzione dei modelli organizzativi (si veda ItaliaOggi Sette del 12 luglio 2021). Agevolate le imprese che abbiamo già adottato il cosiddetto Tax control framework (Tcf), con cui i modelli 231 presentano plurime analogie.
- L’hacker arriva nel weekend e si porta via 7 mld l’anno
Anche in Italia esplodono i danni causati dai pirati informatici e i costi necessari per prevenirli. Con numerose aziende che al lunedì si ritrovano i sistemi bloccati e sono costrette a pagare un riscatto in Bitcoin. Lo smart working è stato il Natale dei cyber criminali. 8 attacchi su 10 a livello mondiale sono di puro cyber crime. Quelli censiti globalmente nel 2020 dall’Associazione italiana per la sicurezza informatica sono stati 1.871 gravi al mese, in crescita del 12%. Il 40% delle grandi imprese ha visto crescere gli attacchi.
- Il multiasset. Dove porta la marcia di Cimbri (e intanto Del Vecchio va)
Cagliaritano di nascita, bolognese di adozione, internazionale di spirito. C’è un personaggio che, pur conservando una presenza low profile, sta diventando sempre più centrale nella finanza italiana. Si chiama Carlo Cimbri ed è amministratore delegato del gruppo Unipol, dove ha costruito tutta la carriera iniziata nel 1990, dopo la laurea in Economia e commercio a Bologna. Una crescita graduale che ha conosciuto un’improvvisa accelerazione. Non bisogna stupirsi. Gli equilibri della finanza italiana stanno cambiando e quindi i protagonisti. Tutto è cominciato con l’Ops promossa da Intesa Sanpaolo sull’Ubi. All’inizio sembrava un’operazione scontata o comunque un’offerta che si sarebbe risolta senza grandi complicazioni. Ma l’acquisizione si è trasformata in una cartina tornasole per capire come stanno mutando gli assetti. Innanzitutto, vale la pena ricordare che attorno alla mossa di Intesa si è affermato un asse tra la banca di Carlo Messina e Alberto Nagel, in campo in qualità di advisor dell’operazione. Da questa parte della barricata c’era anche l’Unipol di Cimbri che, dopo l’accordo che lo ha portato a rilevare l’ex impero Ligresti, è rimasta vicina a Piazzetta Cuccia.
- Noleggio, il lungo tiene. Soffrono car sharing e breve
Brusca frenata nel 2020 e nella prima parte del 2021 per il noleggio veicoli e per il car sharing a causa dell’emergenza sanitaria, due settori che guardano però con fiducia al futuro consapevoli delle mutate abitudini degli italiani in tema di mobilità. Dopo sette anni di continui record sia nelle immatricolazioni sia nel fatturato, «nel 2020 gli acquisti di auto e veicoli commerciali si sono fermati a 355.000 unità contro le 520.000 del 2019, con un calo del 32% — spiega Massimiliano Archiapatti, il presidente di Aniasa, l’associazione che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità —. L’impatto della pandemia è stato differente a seconda dei differenti business della mobilità: il lungo termine ha tenuto sul fronte del fatturato, in lieve crescita, il noleggio a breve termine e il car sharing hanno subito invece un vero tracollo».
- Se manca il consenso informato cure illegittime e danni da risarcire
La struttura sanitaria e il medico hanno il dovere di informare il paziente circa la natura dell’intervento che intendono proporre ed eseguire, i suoi rischi, la portata dei possibili e probabili risultati conseguibili nonché delle implicazioni che si potrebbero verificare. Infatti, perché l’intervento praticato sul paziente si possa ritenere lecito e svolto nel suo pieno e consapevole interesse occorre acquisire il suo «consenso informato»: l’obbligo del consenso informato, in altre parole, costituisce legittimazione e fondamento del trattamento sanitario. Lo ha stabilito, da ultimo, la Corte di cassazione nell’ordinanza 18283 depositata lo scorso 25 giugno nel caso proposto da una paziente di un medico oculista per le conseguenze di una terapia farmacologica: questa aveva avuto effetti sulle funzioni renali e la paziente lamentava di non essere stata preventivamente informata dei possibili rischi.
- Talanx di fronte a grandi cambiamenti