PIAZZETTA CUCCIA PRESENTA IL BILANCIO E STACCHERÀ UN DIVIDENDO DI 0,66 EURO PER AZIONE
di Luca Gualtieri
Mediobanca torna al dividendo e vede crescere i ricavi grazie alla forte spinta di wealth management e cib. Sono questi i dati principali emersi dai risultati di bilancio diffusi ieri da Piazzetta Cuccia. La politica di remunerazione porterà nelle casse degli azionisti, lasciati a secco lo scorso anno da Bce, circa 560 milioni di cedole e i benefici di un buyback sul 3% del capitale e della cancellazione di un altro 2,5% di azioni proprie, che valgono, ai corsi attuali di Borsa, un altro mezzo miliardo. Quanto ai risultati economici, Mediobanca ha visto i ricavi crescere del 5%, a 2,63 miliardi, spinti dai risultati dell’investment banking, i cui utili sono saliti del 57% a 285 milioni, e del wealth management (+25% a 100 milioni), settore in cui continua il rafforzamento della struttura distributiva e l’incremento delle masse. Il livello record delle commissioni (+18% a 745 milioni) ha assorbito il calo del margine di interesse (-2% a 1,41 miliardi), mentre l’utile è rimbalzato del 35% a 808 milioni e il risultato operativo è salito del 20% a 1,14 miliardi, ai livelli ante-pandemia.
Oltre che alla crescita organica l’istituto oggi è molto attento alle opportunità di m&a che il management intende però come target di dimensioni ragionevoli. «Oggi non ci sono target disponibili» e dunque un deal da finanziare con il 13% del Leone come Banca Generali, Fineco, Mediolanum «è una possibilità solo teorica e non pratica». Più concreta invece la possibilità di piccole acquisizioni in autofinanziamento, grazie a una solida posizione di capitale (Cet1 al 16,3%) e al bisogno di alimentare la «storia di crescita» della banca. In vendita c’è la rete di consulenti finanziari di Deutsche Bank in Italia, una rete di distribuzione che ben si integrerebbe con il modello di business di Piazzetta Cuccia. «Siamo interessati, ma ci riserviamo di esaminare se al di là delle valutazioni sulla carta possa diventare un’operazione interessante», ha detto il ceo Alberto Nagel, che ha indicato nelle «sinergie industriali», nei «tempi di attuazione» e nella tenuta delle masse le variabili da considerare. Il banchiere ha invece preferito glissare sulla delicata fase attraversata in questi mesi dalla Galassia, con Leonardo Del Vecchio e Francesco Gaetano Caltagirone in crescita nel capitale di Mediobanca e decisi a muovere sulla governance di Generali. «Ci occupiamo della gestione della banca e siamo focalizzati su questo indipendentemente da quello che succede nel nostro azionariato», ha spiegato Nagel. Gli occhi del mercato restano però puntati su Trieste. Se infatti il board della compagnia scadrà nella primavera del 2022, già a settembre si metterà in moto la macchina per individuare i nuovi amministratori, come previsto dal sistema di governance monistico approvato lo scorso anno. Sul tema il cda potrebbe iniziare a confrontarsi già nella riunione del prossimo 5 agosto (quando verranno approvati i risultati semestrali), anche se per ora la palla rimane in mano agli azionisti.(riproduzione riservata)
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