MINALI E COSTAMAGNA PRESENTANO L’OPERAZIONE AGLI INVESTITORI. GLI ANALISTI APPREZZANO IL PIANO E IL PREZZO DELL’OPERAZIONE
di Anna Messia
Dopo aver annunciato al mercato la business combination con Elba Assicurazioni ieri i manager che hanno dato vita alla spac Revo, Alberto Minali e Claudio Costamagna, hanno avuto un primo incontro con gli investitori per illustrare l’operazione. E il giudizio, a sentire gli esperti di Equita sim, è decisamente positivo. «Elba Assicurazioni, compagnia leader nel settore delle cauzioni in Italia, a nostro avviso si adatta perfettamente alla value proposition di Revo e ai suoi target per il 2025», scrivono gli analisti di Equita, che è stata al fianco della spac nella quotazione a Piazza Affari del 26 maggio, in qualità di joint bookrunner, nomad e specialista, aggiungendo che una spinta determinante allo sviluppo potrà arrivare anche dai progetti che saranno realizzati con i fondi europei del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Revo, come noto, ha raccolto 220 milioni rispetto ai 200 milioni inizialmente previsti, con i sottoscrittori che sono stati pronti a scommettere su un gruppo di manager di lunga e comprovata esperienza. Non solo l’ex presidente di Cassa Depositi e Prestiti, Costamagna, e l’ex amministratore delegato di Cattolica e direttore generale di Generali, Minali, ma pure Stefano Semolini, Simone Lazzaro e Jacopo Tanaglia. Il loro obiettivo è cogliere le opportunità che emergeranno nel settore assicurativo dai cambiamenti del mercato, ricordano da Equita, sottolineando che Revo «mira a diventare un operatore leader nel business delle specialty lines e dei rischi parametrici» e aggiungendo che Elba è probabilmente la migliore società che la spac poteva comprare sul mercato per realizzare i suoi piani. Revo ha annunciato l’operazione in tempi record, bruciando sul tempo gli altri compratori ed evitando che partisse un processo formale (gestito da Rothschild).
La compagnia fondata da Roberto Checconi negli anni è diventata uno dei principali player nel mercato nazionale delle cauzioni, con 68 milioni di premi e un utile netto 2020 di 13 milioni, con un redditività invidiabile: il roe di Elba supera il 20% e il Solvency II è pari al 243%, in pratica quasi due volte e mezzo il minimo richiesto dal regolatore. «Una condizione necessaria per sostenere gli obiettivi di crescita di Revo e per finanziare i dividendi», aggiungono da Equita, dove analizzano in dettaglio anche il prezzo pagato da Revo, pari a 160 milioni, che, a differenza di quanto si mormora nel mercato, sarebbe a forte sconto rispetto ad altri operatori nel mondo specialty. «I multipli dell’acquisizione sono al di sotto della media di mercato per il mondo Specialty, pari a 12 volte il P/e rispetto a una media di 18 volte», scrivono da Equita e «molto più allineati a quelli degli operatori tradizionali nel P&C (ramo danni, ndr), tipicamente caratterizzati da una minore redditività e tassi di crescita». Non solo. «La valutazione sarebbe ancora più attraente se la si guardasse in prospettiva, considerando il potenziale di crescita del business delle cauzioni nei prossimi anni», aggiungono dalla società pensando appunto al Pnrr. Perché il ramo cauzioni, legato a filo doppio agli appalti, è inevitabilmente destinato a svilupparsi di pari passo con i progetti che saranno avviati con il nuovo Piano europeo.
L’appuntamento è per il 4 agosto, quando si riunirà l’assemblea di Revo per votare la business combination.Vale la pena ricordare che l’operazione prevede l’assegnazione di diritti da convertire in azioni: con 100 azioni si ottengono gratis 40 diritti convertibili in 8 azioni ordinarie. Un 8% in più di titoli e di potenziale rendimento. (riproduzione riservata)
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