Il Covid-19 ha avuto un effetto positivo sulla redditività delle compagnie danni italiane. L’Ivass evidenzia nella sua Relazione annuale la crescita dell’utile e del ROE
La gestione danni evidenzia un incremento del ROE che raggiunge il 12,4% (9,2% nel 2019), a fronte di un utile complessivo di 3.850 milioni di euro, in crescita di 1.197 milioni rispetto all’esercizio precedente: la riduzione degli oneri per sinistri, dovuta anche agli effetti delle misure restrittive conseguenti all’emergenza sanitaria, si è riflessa positivamente sulla redditività, più che compensando il calo della raccolta premi.
La distribuzione individuale conferma le evidenze a livello aggregato: il ROE mediano della gestione danni è pari all’11,1%, in aumento rispetto all’esercizio precedente; oltre il 90% delle imprese presenta un valore positivo per tale indicatore.
Il positivo andamento della performance complessiva della gestione danni presenta elementi di significativa differenziazione fra i singoli comparti. Con riferimento al lavoro italiano, per l’r.c. auto il risultato del conto tecnico, al netto della riassicurazione, si attesta a 1.503 milioni di euro, in aumento di 859 milioni rispetto al 2019.
A fronte di una contenuta riduzione dei premi di competenza (-5,5%), il comparto beneficia del drastico calo (-19,9%) degli oneri relativi ai sinistri dell’esercizio (-2.126 milioni), dato che riflette la riduzione degli incidenti stradali in seguito alle restrizioni alla circolazione adottate in conseguenza della pandemia. L’andamento del conto tecnico dei rami danni diversi dall’r.c. auto risulta sostanzialmente stabile.
Il risultato del conto tecnico dei principali comparti diversi dall’r.c. auto (salute, CVT, property, r.c.generale) vede un generale miglioramento, con l’eccezione dell’r.c. generale (-446 milioni di euro) che risente di un incremento degli oneri per sinistri, in controtendenza agli altri segmenti del mercato.
Tra i rami diversi dall’r.c. auto, si rileva un forte calo del rapporto tra oneri per sinistri e premi di competenza per il comparto CVT (da 68,3% a 55,6%), property (da 67,2% a 62,8%) e salute (da 54,3% a 51,4%), con una flessione più accentuata nel ramo infortuni (da 39,8% a 35,3%). Su tali valori potrebbe aver inciso la riduzione della mobilità per effetto della pandemia.
Il comparto CVT registra un consistente incremento del risultato del conto tecnico per 308 milioni di euro (da 112 a 420 milioni).
Andamentodell’r.c.auto
A fronte del significativo miglioramento del risultato del conto tecnico dell’r.c. auto, le imprese dimaggiore dimensione del comparto, che raccolgono oltre il 75% dei premi complessivi, registrano in aggregato un incremento del risultato del relativo conto tecnico per 549 milioni di euro (1.138 milioni contro i 589 nel 2019). Le imprese di piccola dimensione vedono il risultato del conto tecnico incrementarsi per complessivi
309 milioni (da 55 a 364 milioni), in proporzione relativamente maggiore rispetto alle imprese di più grande dimensione.
L’analisi della distribuzione individuale del loss ratio e del combined ratio conferma le osservazioni a livello aggregato: la contrazione degli oneri per sinistri si accompagna a una consistente riduzione dei livelli mediani e dei quartili dei due indicatori. La flessione del loss ratio dell’esercizio, calcolato con riferimento ai sinistri con anno di generazione 2020, risulta particolarmente accentuata: il suo valore mediano si attesta al 69,2% (83,5% nel 2019). In termini relativi, il loss ratio si riduce rispetto al periodo precedente in misura superiore a 10,6 punti percentuali per la metà delle imprese e di almeno 4,4 punti percentuali per i tre quarti di esse; analogamente, la contrazione del combined ratio risulta superiore a 10,9 punti percentuali per la metà delle imprese e superiore a 3,4 punti percentuali per i tre quarti di esse.
La riduzione degli incidenti stradali si è riflessa nel significativo calo degli oneri per sinistri dell’r.c. auto (2,3 miliardi in meno rispetto al 2019). Isolando gli elementi che determinano il costo dei sinistri, la riduzione della frequenza degli incidenti avrebbe comportato un risparmio di circa 3.354 milioni di euro, parzialmente compensata dal maggior costo medio dei sinistri pagati (+207 milioni), dall’incremento del costo medio dei riservati al netto degli IBNR (+737 milioni) e di quello degli IBNR (+109 milioni).