Per i nuovi contratti le assicurazioni hanno alzato ancora di più le difese: 14 su 40 dicono di aver introdotto o di voler introdurre clausole d’esclusione o condizioni aggravanti
È stato di soli 184 mila euro il conto pagato dalle compagnie al covid -19 per la responsabilità civile sanitaria. Il dato emerge dalla relazione annuale dell’Ivass e mostra chiaramente come il settore assicurativo italiano, nel bene e nel male, sia passato praticamente indenne nella pandemia. La riprova arriva dal fatto che, come noto, anche nel 2020 le compagnie hanno registrato complessivamente utili per 8,6 miliardi, replicando di fatto il 2019 (-0,5%) nonostante la crisi provocata dall’emergenza sanitaria. L’indagine dell’istituto di controllo presieduto dal direttore generale di Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, che periodicamente analizza la responsabilità sanitaria di strutture sanitarie pubbliche e private, quest’anno è stata estesa anche all’impatto dell’emergenza covid e il quadro che ne è emerso mostra un effetto vicino allo zero, pari appunto a 184 mila euro: il 3% dei risarcimenti per denunce pervenute nell’anno. Non solo. Dalla stessa relazione emerge anche che, guardando al futuro, le compagnie hanno addirittura alzato le tutele riducendo le poche esposizioni presenti. Per quanto riguarda le variazioni dei contratti sottoscritti nel 2020, o da stipulare in futuro, 14 compagnie sulle 40 campionate da Ivass hanno infatti dichiarato di aver introdotto o di voler introdurre clausole d’esclusione, o condizioni aggravanti per i rischi pandemici aggiuntive rispetto ai precedenti contratti. Certo, qualche caso di potenziali sinistri non è mancato, come è accaduto a Cattolica Assicurazioni: a febbraio del 2020 ha assicurato il Pio Albergo Trivulzio di Milano contro la responsabilità civile, ma solo qualche settimana dopo la residenza sanitaria per anziani è finita sotto inchiesta per la gestione della pandemia. Evidentemente gli effetti per le compagnie sono stati minimi, anche perché, come noto, la legge consente alle strutture sanitarie, sia pubbliche sia private, di utilizzare forme di auto-ritenzione del rischio in alternativa a un’assicurazione vera e propria Nel 2020 le compagnie hanno raccolto complessivamente 241 milioni di premi per i rischi delle strutture sanitarie pubbliche (+4,2% sul 2019) e 128 milioni per quelli delle strutture sanitarie private (+10,4%) e anche guardando ai possibile effetti delle richieste di risarcimento aperte in questi mesi e non ancora liquidate la situazione appare evidentemente sotto controllo. Sempre secondo i dati raccolti puntualmente da Ivass, per quanto riguarda le denunce pervenute e poste a riserva in previsione di futuri risarcimenti, quelle in conseguenza del covid-19 rappresentano il 2,9% in numero e il 6,4% guardando all’importo. Come dire che le assicurazioni appaiono immuni dalle causa legali per gestioni sanitaria errate del covid. (riproduzione riservata)
Fonte: