LA QUOTA È COMPOSTA DA UN 2,9% IN AZIONI E DA UN 2,12% POTENZIALE IN OPZIONI. A INIZIO LUGLIO DEL VECCHIO ERA BALZATO AL 19
di Luca Gualtieri
Francesco Gaetano Caltagirone prenota il 5,055% di Mediobanca. Il costruttore romano ha dato un nuovo scossone agli assetti di controllo di piazzetta Cuccia, costruendo una posizione composta per il 2,88% da azioni e per il 2,18% da opzioni put con scadenze 16 luglio, 20 agosto e 17 settembre. Un modus operandi simile a quello usato da Caltagirone in Generali. I pacchetti, secondo quanto riferito ieri da Consob, risultano parcheggiati presso i veicoli Istituto Finanziario 2012, Capitolium, Mantegna 87 e Calt 2004. Circa le finalità dell’investimento, fonti vicine al compratore fanno riferimento all’opportunità di investire l’abbondante liquidità disponibile in una buona banca e di ricostituire la storica presenza del gruppo nel settore creditizio. Non si tratta comunque dell’unica novità recente per Mediobanca. Proprio nelle scorse settimane anche Leonardo Del Vecchio aveva incrementato la propria quota, portandola al 19%, a un soffio dal 19,99% autorizzato l’anno scorso dalla Bce. Nella city milanese si sussurra peraltro che Mister Luxottica possa chiedere un ulteriore benestare a Francoforte per superare il 20%, anche se per il momento non si hanno conferme.
Se gli assetti proprietari di Piazzetta Cuccia sono in profonda evoluzione, occorre ricordare che i nuovi inquilini si sono mossi sinora con circospezione. A partire da Del Vecchio. Non solo perché la Bce e il mercato non gradirebbero schermaglie tra il primo socio e il board ma anche perché, sin dall’inizio, Mister Luxottica ha scelto di presentarsi come investitore finanziario. Va però osservato che le frizioni non mancano, soprattutto sul fronte delle Generali di cui sia Del Vecchio che Caltagirone sono azionisti storici. In vista del rinnovo del cda del 2022 i due imprenditori (ascoltati con attenzione, si mormora, sia dai Benetton che dalla Crt) vogliono dare una scossa alla compagnia e, pur con toni diversi, lo hanno già fatto capire al mercato e a Mediobanca. Fulcro del cambiamento dovrebbe essere la nomina di un ceo di elevato standing esperto in tecnologia, taglio dei costi e m&a. Candidati ufficiali non ce ne sono ma sul mercato sono circolati diversi nomi, dall’attuale ad di Poste Italiane Matteo Del Fante all’executive chairman di Axa Investment Managers Marco Morelli. Mediobanca e i Drago-Boroli di De Agostini d’altro lato apprezzano i molti risultati portati finora da Philippe Donnet: la buona posizione di capitale, il migliore combined ratio tra i concorrenti, un total shareholder return del 95% dal novembre 2016 a oggi. A fronte di questi numeri, si argomenta, risulta difficile giustificare un ricambio del ceo. Malgrado ciò Piazzetta Cuccia non è pregiudizialmente contraria a discutere altre soluzioni. Soprattutto a fronte del profondo rimescolamento in corso negli assetti di controllo dell’istituto. (riproduzione riservata)
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