di Nicola Carosielli
Una sottile linea rossa che parte dalle obbligazioni Astaldi e arriva fino alla liquidazione di Assiteca sim, la società nata dal sodalizio tra Alessandro Falciai, Roberto Russo e Assiteca spa, primo broker assicurativo italiano quotato in Borsa. In mezzo, una serie di risparmiatori che hanno visto dissolversi buona parte dei risparmi. Le vicende che hanno colpito i detentori di obbligazioni Astaldi, il general contractor ora parte di WeBuild, sono ormai note; ma in alcuni casi resta da accertare il ruolo di responsabilità che, secondo alcuni bondholder, pare abbiano avuto una serie di intermediari finanziari. Quantomeno nel sottovalutare la portata dell’evento iniziale. E tra questi potrebbe anche figurare Roberto Russo, l’ex amministratore delegato di Assiteca sim e nominato (da novembre 2020) liquidatore della stessa.
Secondo quanto appreso da MF-Milano Finanza, sarebbe in procinto di essere notificata ad Assiteca sim, in liquidazione volontaria, una citazione, gestita dall’avvocato Anna D’Antuono e dal consulente finanziario Giuseppe D’Orta, per mala consulenza, avente a riferimento proprio il bond Astaldi. Secondo il risparmiatore che ha deciso di avviare il procedimento e che si era affidato alla società guidata da Russo, quest’ultimo avrebbe suggerito a parecchi clienti di acquistare bond Astaldi, consigliando caldamente di aumentare l’esposizione anche quando i rendimenti dell’obbligazione avevano palesemente registrato un brusco calo. In alcune conversazioni risalenti a giugno e settembre 2018 (quindi poco prima che la crisi della lira turca colpisse il costruttore romano facendolo finire in concordato) emerge questo atteggiamento di (eccessiva) fiducia del broker che, mentre i rendimenti dei bond precipitavano, suggeriva di non cedere l’asset, se non addirittura di incrementare gli acquisti, sostenendo che i migliori affari si fanno studiando a fondo le storie aziendali e non seguendo ciecamente le agenzie di rating o analisti e investitori emotivi.
Beninteso, alla base della decisione di intentare l’azione da parte del cliente non vi è alcun intento di dimostrare cattiva fede. Anche perché lo stesso Russo pare abbia subìto le conseguenze del crollo delle obbligazioni Astaldi. Tanto che, sostengono alcune fonti, Russo pare abbia più volte sostenuto la necessità di un aumento di capitale entro novembre per scongiurare alla sim la liquidazione. Situazione poi verificatasi proprio il 20 novembre 2020, quando l’assemblea dei soci di Assiteca sim, riunita in forma straordinaria, ha deliberato di sciogliere anticipatamente la società mettendola in liquidazione, nonché di nominare unico liquidatore lo stesso Russo. Quindi perché ostinarsi a tranquillizzare a priori un risparmiatore, quasi negando l’evidenza della situazione? Secondo alcune ricostruzioni che, va precisato, sono da ascrivere solo al campo delle ipotesi, potrebbe essere accaduto che con i tassi molto bassi, un cliente tipo si domandasse perché pagare la consulenza a Russo (che secondo documenti visionati si aggirava sullo 0,25% trimestrale) su delle obbligazioni che non facevano incassare sostanzialmente nulla. Per cui Russo, sempre ipoteticamente, avrebbe puntato su bond a rendimento elevato come quello Astaldi che, visto il nome e la consistenza dell’azienda, non avrebbero dovuto portare chissà quali problemi. Del resto la sim aveva bisogno di crescere, con 41 milioni sotto consulenza (ora scesi a 36) e un bilancio al 30 giugno 2020 da 1,17 milioni quasi tutto liquido e un patrimonio netto di 710 mila euro. (riproduzione riservata)
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