di Silvia Valente
Per l’euro digitale non sono da sottovalutare i rischi strutturali: in primis la vulnerabilità ad attacchi cibernetici. Questo il monito della pubblicazione Digital euro: a contribution to the discussion on technical design choices della Banca d’Italia. D’altronde, la centralità della rete internet e l’utilizzo di tecnologie decentralizzate e replicabili (distributed ledger tecnology, dlt), quindi fuori dal controllo dell’eurosistema, amplificano le fragilità e pongono ulteriori sfide alle istituzioni in tema di sicurezza informatica. Si rendono così necessari, per gli esperti di Bankitalia, sia un aumento dei meccanismi di tutela sia la stesura di politiche ad hoc. Il paper si inserisce, infatti, nel dibattito sulla fattibilità dell’introduzione di una Central Bank Digital Currency (Cbdc) a livello europeo. Ossia un euro digitale per transazioni nel mercato al dettaglio, emesso dalla Banca centrale europea (Bce) e che replichi in una certa misura le caratteristiche del contante.
Il modello attuativo da disegnare, come specificato nelle prime pagine del documento, deve conciliare diverse richieste: gestire le sfide della rivoluzione digitale; considerare i risultati delle consultazioni pubbliche di fine 2020, lanciate dalla Bce, che hanno individuato la privacy come priorità per il 43% delle 8.200 risposte ottenute; collaborare agli obiettivi prioritari della zona euro; e rispondere alle preoccupazioni della task force di esperti (Hltf), su mandato della Bce. È necessario, quindi, un approccio versatile che viene individuato dai risultati sperimentali nel modello integrato. Un’ architettura tecnica che integri il sistema di pagamento retail di Banca d’Italia già attivo, il Tips; con sistemi basati sui token (gettoni di criprovalute) attraverso piattaforme o di tecnologia dlt, itCoin, o non distribuita, eCash.
La prima componente, imperniata sul singolo utente (account-based), riesce a processare grandi volumi di transazioni e a gestirne le variazioni. La seconda componente, invece, offre privacy e inclusione finanziaria anche a coloro che non hanno accesso al sistema bancario; fa leva sulla programmabilità e lascia la porta aperta alle iniziative private degli operatori di mercato Fintech. Infatti, grazie alla flessibilità di questo disegno, la piattaforma account-based può interagire anche con sistemi non-dlt: il report cita eCash, una tecnologia che permette lo scambio diretto di token, garantendo l’autonomia al soggetto che paga. Questo stimolo all’innovazione tecnologica potrebbe però frammentare il mercato e di conseguenza minare la credibilità di tutta la valuta digitale.
La stabilità sistemica del modello è garantita dall’unicità della fonte di liquidità: solo la Bce inietterebbe sulla Tips+ la criptovaluta, permettendo il controllo dei volumi di distribuzione e prevenendo l’acquisto della Cbdc europea come forma di investimento. (riproduzione riservata)
Bankitalia: attenzione alle vulnerabilità dell’euro digitaled