di Marcello Bussi
Primi effetti della politica antitrust perseguita dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden: Aon e Willis Towers Watson ieri hanno annunciato di avere annullato il loro piano di fusione da 30 miliardi di dollari, che avrebbe potuto portare alla nascita del più grande broker assicurativo del mondo. Le due società hanno gettato la spugna perché non sono riuscite a superare l’opposizione del dipartimento di Giustizia Usa (Doj) alla fusione. A due ora dalla chiusura, ieri a Wall Street Aon saliva del 10,1% mentre Willis perdeva il 9,5%.
Il Doj ha intentato una causa contro l’accordo il mese scorso, affermando che la fusione avrebbe causato un aumento dei prezzi e una riduzione dell’innovazione per le imprese, i datori di lavoro e i sindacati statunitensi che si affidano ai servizi delle due società. Aon e Willis Tower Watson, che avevano annunciato il loro accordo nel marzo 2020, aiutano le aziende ad acquistare assicurazioni e le consigliano sulla gestione del rischio. Entrambe le società sono anche importanti consulenti per le imprese in materia di salute e altri pacchetti di benefit per i dipendenti.
Le due società, Aon e Willis Towers, entrambe con sede in Irlanda, sono i broker numero 2 e numero 3 al mondo per fatturato alle spalle di Marsh & McLennan, che ha sede sa New York. Insieme avrebbero un fatturato annuo totale di oltre 20 miliardi di dollari, superando i 17,2 miliardi di Marsh. Entrambe le società avevano puntato sulla fusione per generare risparmi annuali per 800 milioni di dollari e aumentare le entrate attraverso la vendita di nuovi prodotti per aiutare i clienti a gestire i rischi derivanti da settori come il cambiamento climatico e la proprietà intellettuale. Adesso Aon dovrà pagare a Willis Towers una tassa da 1 miliardo di dollari per la risoluzione dell’accordo. (riproduzione riservata)
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