di Anna Messia
Le assicurazioni italiane hanno retto bene alla pandemia e, forti dei 1.000 miliardi di euro di investimenti in gestione, pari al 60% del pil, di cui 345 milioni in Btp, sono pronte a sostenere la ripresa economica del Paese per dare maggior vigore al Piano nazionale di ripresa e resilienza, a partire dalle infrastrutture. Una posizione espressa ieri dalla presidente di Ania, Maria Bianca Farina, durante la relazione all’assemblea annuale, e subito accolta dal premier Mario Draghi, che, nel messaggio inviato all’associazione ha messo in evidenza come il settore assicurativo «gioca un ruolo di grande rilievo per il Paese» e ha «l’occasione di partecipare al Pnrr per modernizzare la nostra economia». Di particolare interesse sono gli investimenti in infrastrutture «di cui l’Italia ha forte bisogno sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, tanto che il Piano Nazionale assegna giustamente a tali progetti larga parte delle risorse europee», ha dichiarato Farina ricordando che l’associazione ha di recente avviato un proprio fondo infrastrutturale che sta per raggiungere il target di raccolta di 500 milioni, e aggiungendo che servirà «affiancare agli sforzi del pubblico gli investimenti privati».
Il settore è insomma «pronto a finanziare i progetti coerenti con le priorità e le esigenze del Pnrr ma serve anche «una semplificazione del quadro normativo» mentre la revisione di Solvency II rappresenta l’occasione «per incentivare maggiormente gli investimenti di lungo termine», ha aggiunto Farina. Le assicurazioni chiedono poi di avere un ruolo nella gestione dei danni catastrofali, ricordando che negli ultimi 50 anni lo Stato ha previsto stanziamenti di 150 miliardi per le ricostruzioni post-sisma e 160 miliardi per altri eventi naturali, con costi coperti dalla fiscalità generale e tempi di ricostruzione lunghi e rimborsi parziali. Un tema, quello delle catastrofi, su cui nei giorni scorsi era intervenuto anche il presidente di Ivass e direttore generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, augurandosi che l’Italia rifletta «sulla possibilità di introdurre, come altrove, forme di assicurazione obbligatoria, semi-obbligatoria o più efficacemente incentivata sui rischi legati a catastrofi naturali». E anche il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, intervenuto via web all’assemblea, ha aperto al partenariato pubblico-privato aggiungendo poi che «è auspicabile un intervento di semplificazione delle regole e dei rapporti tra assicurazioni e imprese» in modo da indirizzare «il flusso di risparmio dagli investitori istituzionali verso le imprese, con particolare riguardo alle piccole e medie», e dichiarando che «sono allo studio strumenti di diversa natura che permettano alle imprese di assicurazione di svolgere il proprio ruolo con rinnovato vigore». Mentre Signorini, ricordando che il sistema assicurativo italiano si è mostrato capace di resistere alla crisi pandemica, grazie alla buona patrimonializzazione, ha aggiunto di aver inviato una lettera al mercato per richiamare le imprese all’esigenza di disporre di presidi idonei per la gestione degli strumenti finanziari illiquidi e opachi. (riproduzione riservata)
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