Venti a 150 km/h, forti piogge e burrasca. È l’identikit dell’Uragano Hanna che prima ha toccato il Texas con venti fino a 90 miglia all’ora a Padre Island, il 25 luglio. La forza del vento ha lasciato più di 200.000 persone senza energia elettrica nel sud del Texas. Hanna ha portato con sé anche piogge di carattere torrenziale che hanno provocato allagamenti e inondazioni, prima di proseguire la sua corsa fino a colpire il Messico, seppur con minore intensità. Infatti, da uragano è stato declassato a tempesta tropicale. L’attenzione resta comunque alta visto che il suo passaggio ha finora provocato danni assicurati per circa 350 milioni di dollari, secondo Marten Clark & Co., società specializzata nell’analisi modellistica catastrofale con sede a Boston.
La stima include i danni causati a privati da vento e mareggiate a edifici residenziali, commerciali, siti produttivi e automobili, ma esclude le perdite rientranti nel perimetro del National Flood Insurance Program.
Hanna è stato il primo uragano e la quarta tempesta che ha colpito gli Stati Uniti nella stagione degli uragani nel Nord Atlantico 2020.
Quest’anno si attendono circa 8 uragani sulla costa nordatlantica. Una situazione già complicata in condizioni di normalità e ben più difficile quest’anno con il problema della pandemia.