Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Si parte dalle unit linked, con il nuovo assetto che dovrà essere definito entro l’anno, e si prosegue con il cantiere delle gestioni separate, che sarà aperto subito dopo. La maxi riforma delle polizze vita italiane è pronta al decollo e in ballo c’è un volume di risparmio che supera i 100 miliardi di euro. Del resto se l’Italia è notoriamente dietro altri Paesi europei per quanto riguarda i volumi del ramo danni, con una storica sotto assicurazione, nel comparto vita le cifre sono da record, e tra tassi d’interesse rasoterra e nuovi investimenti, è arrivato il momento di rivedere le norme delle polizze. La regolamentazione delle unit linked è ferma al 2002, ha ricordato il presidente di Ivass e direttore generale della Banca d’Italia, Daniele Franco, annunciando l’avvio di un confronto con le compagnie di assicurazione per mettere a punto le modifiche. La prima esigenza, per quanto riguarda le unit linked, è rivedere i vincoli dei cosiddetti pir assicurativi, penalizzanti rispetto ad altri strumenti. Ma non solo. La revisione delle unit può essere l’occasione per ampliare il sottostante nel quale possono investire queste polizze che, rispetto alle gestioni separate, hanno un più alto contenuto finanziario. Il pensiero va all’Irlanda, ma anche al Lussemburgo. Le compagnie italiane da tempo hanno creato società di diritto irlandese o lussemburghese per lanciare unit linked collocate poi nella Penisola.
Quota 100 resterà in vigore fino alla fine del 2021. Ossia fino alla scadenza naturale. Incontrando i sindacati, la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, chiude la porta all’eventuale fine anticipata della sperimentazione per l’uscita anticipata dal lavoro. Il ministero ha invece allo studio una legge delega per una riforma complessiva del sistema pensionistico. «Procederemo lungo due binari paralleli», ha spiegato Catalfo al termine del tavolo. Già nella prossima legge di Bilancio ci saranno la proroga dell’Ape sociale e di Opzione donna, nonché meccanismi di staffetta generazionale.
Anche senza la proroga di due giorni disposta lunedì dalla Consob, Intesa Sanpaolo centra l’obiettivo. Ieri, al termine della terzultima seduta utile, le adesioni all’opas su Ubi hanno raggiunto il 71,91%, posizionandosi abbondantemente al di sopra del 66,67% necessario per controllare l’assemblea straordinaria e dunque decidere la fusione. Una condizione che consentirà di estrarre tutte le sinergie previste dal progetto. Già in mattinata comunque Intesa si era rivelata molto vicino all’obiettivo. L’adesione del Car, facendo seguito a quella delle due fondazioni (Crc e Monte di Lombardia) presenti nel patto e a quella di Cattolica, ha infatti proiettato l’opas largamente sopra il 50%. Ad annunciare l’adesione dei pattisti, che a febbraio avevano bollato come irricevibile l’offerta, è stata una nota che ha spiegato come il cambio di rotta sia avvenuto anche a seguito del «parziale riconoscimento del valore economico di Ubi Banca».
- Da Sace in sei mesi 20 miliardi alle imprese italiane
Si conferma forte il sostegno all’economia italiana da parte di Sace, che nei risultati semestrali pubblicati ieri ha sì registrato un utile più che dimezzato da 127,3 a 64,5 milioni di euro ma a fronte di ben 20 miliardi complessivi mobilitati a supporto del sistema produttivo nazionale. Una cifra, quest’ultima, cui hanno contribuito da un lato la crescita del 37% riscontrata sul versante dei fondi a promozione di export ed internazionalizzazione, valsa aiuti totali per 11 miliardi di euro a più di 7.500 imprese di cui oltre il 90% tra mid cap e pmi, e dall’altro gli 8 miliardi (10 al 23 luglio) assicurati a 260 richiedenti nell’ambito dell’iniziativa Garanzia Italia prevista dal Decreto Liquidità per aiutare le attività economiche colpite dall’emergenza Covid-19. Nel dettaglio, a trainare l’operatività della controllata Cdp specializzata nel favorire l’approdo sui mercati esteri delle aziende italiane è stata prevalentemente la linea di business focalizzata sul sostegno alle esportazioni, che ha visto un incremento dei volumi pari all’82% con una crescita sia a livello di prodotti dedicati alle grandi commesse straniere sia negli strumenti utilizzati dalle pmi, mentre sul fronte geografico ed industriale l’impegno della società si è concentrato molto in America, Europa e Africa su settori come infrastrutture e costruzioni, chimica, petrolchimica, oil&gas, crocieristica e meccanica. A livello di conto economico, invece, i premi lordi generati nel periodo sono ammontati a 307,8 milioni di euro, in calo del 9% rispetto al semestre 2019 a causa della contrazione dell’export dovuta all’emergenza sanitaria, mentre il patrimonio netto si è attestato invariato a 4,8 miliardi di euro. In crescita, infine, le riserve tecniche lorde, che al 30 giungo ammontavano a circa 4,9 miliardi di euro (+22%), a fronte di un portafoglio assicurato lordo di 67,3 miliardi.
Cattolica assicurazioni ha perfezionato l’acquisto del 40% di Berica vita da Banca popolare di Vicenza in liquidazione. Ora la compagnia veronese ne detiene l’intero capitale. L’operazione conclude il riassetto delle partecipazioni detenute in joint venture con Bpvi e si inserisce nel più ampio contesto di razionalizzazione e semplificazione.
La Corte conti boccia la riforma del danno erariale contenuta nel decreto legge semplificazioni. Aver limitato (dal 17 luglio, data di entrata in vigore del decreto, e fino al 31 luglio 2021) la responsabilità dei soggetti sottoposti alla giurisdizione della Corte ai soli casi di dolo (tranne che per i danni cagionati da omissione o inerzia) «deresponsabilizza l’operato dei pubblici dipendenti» minando alla base «qualsiasi processo di selezione meritocratica degli stessi» in quanto si «rinuncia a richiedere il risarcimento dei danni commessi con somma imperizia, imprudenza e negligenza».
L’opinione pubblica, la comunità scientifica e la politica sono d’accordo nel considerare la pandemia da Covid-19 un evento di portata storica che inciderà in modo profondo sul nostro futuro. Il nostro Paese ha la possibilità di cogliere dall’emergenza Covid-19 l’occasione per compiere un salto in avanti. Ma serve un piano a medio-lungo termine che individui le priorità per ricostruire il tessuto economico e sociale e preveda proposte per una nuova e duratura stagione di sviluppo. La Banca d’Italia ha stimato un calo del Pil del 9% nel 2020 se non ci sarà un ritorno in autunno dell’emergenza, nel contempo ha sollecitato la necessità di dotarci di un piano a medio-lungo termine, proprio perché non possiamo continuare a vivere in una situazione di emergenza indefinita.
- Intesa Sanpaolo conquista Ubi Già consegnato il 72% delle azioni
Non c’è bisogno dei due giorni supplementari imposti dalla Consob per aspettare che i piccoli azionisti fossero bene informati. Intesa Sanpaolo sale al 71,91% del capitale di Ubi Banca: dopo cinque mesi e numerose schermaglie (di comunicazione, legali e, un po’ meno, di mercato) si aggiudica la “maggioranza qualificata” del quarto istituto italiano. Entro entro fine anno così potrà incorporarlo, creando un gruppo con 460 miliardi di euro di impieghi, risparmio gestito per 1.100 miliardi, ricavi per 21 miliardi e un utile 2022 stimato in 5 miliardi. Ieri in Borsa le azioni Ubi consegnate sono state il 28,43%, dato più alto dall’avvio del 6 luglio, grazie alle adesioni del fondo Silchester (8,5%), dei rimanenti pattisti del “Car” grandi azionisti bresciani e bergamaschi (forti del 17,75%: ma oltre il 10% delle due Fondazioni di Cuneo e di Pavia aveva già aderito, rompendo lo schieramento). Secondo fonti finanziarie, ieri è stata consegnata anche una frazione pari al 2,5% delle azioni di Parvus, il misterioso fondo salito all’8% di Ubi che secondo alcune voci aggrega gestioni fiduciarie legate a imprenditori locali già azionisti. La fetta di Parvus consegnata riguarda i titoli amministrati e non custoditi per conto terzi.
- Opas Ubi, la vittoria di Intesa. L’offerta arriva a quota 71,9%
Intesa Sanpaolo conquista Ubi. Ieri, in quello che doveva essere l’ultimo giorno dell’offerta prima che la Consob allungasse la scadenza fino a giovedì 30, ha raccolto adesioni pari al 71,91% della banca bresciano-bergamasca. Il colosso guidato da Carlo Messina supera così l’obiettivo del 66,67% che gli consentirà di procedere alla fusione delle due banche e alla cessione di 523 filiali ex Ubi a Bper, come da accordi presi con l’Antitrust, creando così un autentico gigante del credito in Europa. Il tutto nei tempi previsti da Messina a metà febbraio. Una mossa che ridisegna la mappa del sistema bancario in Italia facendo sparire di scena la terza banca e dando la spinta per altre aggregazioni con protagonisti Mps, Banco-Bpm, Bper, Unicredit, Creval e PopSondrio. Ieri è stata decisiva l’adesione di tutto il patto di consultazione Car, che complessivamente pesa per il 19% circa di Ubi e che fin dall’inizio era stato fortemente contrario alla mossa ostile di Intesa. Il fronte del Car a dire il vero si era già spezzato dopo le adesioni delle fondazioni Cr Cuneo (5,9%) e Banca del Monte di Lombardia (3,9%) e di Cattolica (1%). Ieri hanno accettato l’offerta di 17 nuove azioni Intesa ogni 10 Ubi più un conguaglio di 0,57 euro in contanti ad azione anche le famiglie di importanti imprenditori bresciani e bergamaschi del Car: Bosatelli (2,85%), Bombassei (1,005%), Pilenga (1,005%), Radici (1,044%), Andreoletti (1,011%), Gussalli Beretta (1%). Inoltre hanno deciso di aderire i fondi, tra i quali Silchester con l’8% e anche Parvus, che ha portato la sua quota del 2,5%.
- Sace, utile a 64 milioni di euro
Venti miliardi di risorse complessivamente mobilitati per le imprese italiane, oltre 10 per l’operazione «Garanzia Italia». Sace (nella foto l’ad Pierfrancesco Latini) chiude il semestre con l’utile a 64,5 milioni di euro (in diminuzione rispetto ai 127,3 milioni di euro dell’esercizio precedente) «per effetto del peggioramento della perdita attesa del portafoglio determinata dalla congiuntura economica negativa dei primi sei mesi dell’anno».
- Pensioni, riforma per delega dal 2022 Subito Ape e opzione donna rafforzati
La prossima legge di bilancio avrà un capitolo pensioni. Con la probabile proroga e il rafforzamento di Ape sociale e Opzione donna, accompagnati dalla cosiddetta “staffetta generazionale” e dal contratto di solidarietà espansiva. Ma per la riforma complessiva del sistema previdenziale occorrerà attendere ancora un anno. Il Governo punta a far scattare un intervento organico dal 1° gennaio 2022 con una legge delega, che avrà come primo obiettivo quello di evitare lo scalone collegato alla fine della sperimentazione di Quota 100. Le nuove uscite anticipate introdotte all’esecutivo Conte 1 a tinte giallo-verdi saranno infatti “pensionate” soltanto alla scadenza naturale del loro percorso triennale: il 31 dicembre 2021. A confermare che Quota 100 non si tocca è stata ieri la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, nell’incontro con i sindacati che ha segnato la ripresa del negoziato sulla previdenza avviato all’inizio dell’anno, poi interrotto a causa del lockdown.
- Sindacati, dati shock sul lavoro: «A rischio fino a 850mila posti»
L’estate delle vacanze che durano un week end ha fatto sparire quei cartelli fosforescenti, scritti a mano, del cercasi barista, commessa, cameriere che negozi, bar e alberghi appendevano a inizio stagione. Se li ricorderanno i ragazzi e i meno ragazzi che tra maggio e giugno battevano la costa della riviera romagnola (per fare un esempio) per trovare un lavoro stagionale. Nelle attività dove la ricerca del personale è fai da te, quest’estate tutto è limitato all’essenziale. Abbonda, invece, la richiesta di flessibilità. Il turismo è il settore dove il crollo delle presenze e dei fatturati sta determinando lo scenario peggiore. Con ripercussioni drammatiche sul mercato del lavoro. Il segretario generale della Fisascat Cisl, Davide Guarini, ieri, al tavolo con i ministri del Lavoro, Nunzia Catalfo, e di Beni e Attività culturali e Turismo, Dario Franceschini, ha spiegato che «se tutto dovesse andare per il meglio nel 2020 verrà riattivato solo il 50% dei contratti stagionali».
- Cattolica, al voto sulla spa quasi 3mila soci Rebus maggioranza
Ieri sera a mezzanotte Cattolica ha chiuso le procedure di voto. Chiave per avere un’idea di quello che potrebbe essere l’esito di un’assemblea cruciale per la compagnia, con i soci chiamati a decidere se trasformare o meno la cooperativa in società per azioni, è il numero di preferenze espresse. A quanto è stato possibile ricostruire, date anche le tempistiche strette, i certificati avrebbero raggiunto una quota prossima ai 3 mila. Un valore particolarmente rilevante, perché la maggior parte di questi sono rappresentati con ogni probabilità da voti singoli. Si tratta dunque di una partecipazione sulla carta straordinaria. Sebbene sia attivo anche il voto per delega (ogni socio può esprimersi anche per altri cinque), nella precedente assise sull’aumento di capitale, che ha raccolto 1350 voti, la quasi totalità di questi era a preferenza diretta. E lo stesso potrebbe accadere anche in questa occasione.
- Tesla invita gli attuari ad aiutarla a creare una compagnia di assicurazioni “rivoluzionaria”.
Tesla, che ha testato un prodotto assicurativo per i suoi autisti in California, si sta preparando a creare una compagnia, che il CEO Elon Musk dice sarà “rivoluzionaria”. E sta invitando gli attuari a unirsi alla sua causa. “Mi piacerebbe avere alcuni attuari ad alta energia, soprattutto. Ho un grande rispetto per la professione attuariale. Voi ragazzi siete bravissimi in matematica. Unitevi a Tesla, soprattutto se volete cambiare le cose e siete infastiditi dalla lentezza del settore. Questo è il posto giusto. Vogliamo attuari rivoluzionari”, ha detto Musk in una call con gli analisti il 22 luglio.
Secondo Zachary Kirkhorn, direttore finanziario di Tesla, l’azienda vuole sfruttare i dati della telematica sulle sue auto e sui suoi autisti per costruire la nuova compagnia assicurativa al di fuori della California. Ha detto che Tesla ha quasi finito di testare il suo prodotto telematico della California e spera di poterlo depositare in diversi altri stati entro la fine dell’anno con l’obiettivo di andare a livello nazionale.
- I proprietari statunitensi di Volkswagen ricevono 9,8 mld $ in risarcimenti per il dieselgate
Gli acquirenti statunitensi di veicoli inquinanti della Volkswagen AG hanno ricevuto più di 9,8 miliardi di dollari, ha detto lunedì la Federal Trade Commission (FTC).
Volkswagen ha accettato di offrire di riacquistare o riparare più di 550.000 veicoli diesel inquinanti statunitensi dopo aver ammesso nel 2015 di aver utilizzato un software segreto per truffare i test sulle emissioni.
- Jean-Paul Faugère, nuovo vicepresidente dell’Authority assicurativa francese
Jean-Paul Faugère è stato ufficialmente nominato in in qualità di vicepresidente della Autorité de contrôle prudentiel et de résolution (ACPR). Questa nomina, resa pubblica martedì da un’ordinanza ministeriale, è in vigore dal 16 luglio. Con questa posizione, l’uomo che ha condiviso la sua carriera tra il Consiglio di Stato, i gabinetti ministeriali e le cariche di prefetto, prima di entrare a far parte di CNP Assurances, dove era presidente
del Consiglio di Amministrazione, diventa un attore chiave del settore.
- Tesla all’attacco degli assicuratori europei