Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Tempo per un primo bilancio delle trimestrali europee. A ieri, calcola Morgan Stanley, il 27% delle quotate incluse nell’indice Msci Europe ha pubblicato i conti. Ebbene, oltre la metà di queste società ha superato le attese sull’utile per azione del 5% o di più, con uno scostamento cioè significativo rispetto alle previsioni. Il 24% ha invece mancato l’obiettivo fissato dagli analisti. La quota netta di «sorprese positive» è quindi del 34%, la più ampia mai registrata, segno che investitori ed esperti erano troppo pessimisti sulle attività delle quotate europee. A stracciare il consenso sui profitti sono state soprattutto le imprese di informatica, mentre le aziende attive nel settore dei materiali hanno mostrato i risultati più deboli.
Si è aperta la settimana clou per Cattolica tra nuovi esposti e controesposti alla Consob. Oggi si chiuderanno le votazioni per la trasformazione della compagnia da cooperativa a società per azioni. Un passaggio storico per l’assicurazione guidata da Carlo Ferraresi al quale, come noto, è condizionato l’ingresso di Generali nel capitale con il 24,4%. L’assemblea si terrà venerdì 31 luglio tramite rappresentante designato per il protrarsi dell’emergenza Covid. Ma, come era già stato per la riunione del 27 giugno che ha dato il via libera all’aumento di capitale di 500 milioni chiesto da Ivass, 350 dei quali secondo i piani saranno sottoscritti da Generali, si vota tramite email e la scadenza è fissata per oggi.
L’offerta pubblica di acquisto e scambio di Intesa Sanpaolo su Ubi va ai supplementari. Ieri sera Consob ha disposto una proroga di due giorni dell’opas, la cui conclusione slitterà pertanto da oggi a giovedì 30. Nella delibera la Commissione punta l’indice su alcune informazioni fuorvianti che Ubi avrebbe fornito agli investitori e, in particolare, sulla tabella relativa al valore del titolo Ubi pubblicata dal gruppo nel proprio sito. «La quotazione dell’azione Ubi riportata nella tabella incorpora il premio implicito dell’offerta e tale quotazione non può costituire di per sé un’aspettativa del futuro andamento del titolo anche successivamente alla chiusura dell’offerta», spiega Consob nel provvedimento. «L’informativa resa mediante il calcolatore automatico» risulta insomma «per lo meno incompleta». Nelle ultime ore Ubi ha corretto il tiro, integrando le informazioni offerta sul sito. Per Consob, appare pertanto «necessario consentire agli azionisti di Ubi di disporre di un’informativa completa e corretta per un adeguato periodo di tempo», spiega la Commissione. Da qui la decisione di prorogare la conclusione dell’offerta di un paio di giorni.
Grazie al recupero dei mercati, per l’industria italiana del risparmio gestito anche giugno si è chiuso con un risultato positivo. In base alla mappa mensile di Assogestioni, i flussi netti sono stati pari a 5,02 miliardi, con il saldo da inizio anno che è dunque tornato in territorio positivo per 455 milioni. Il maggiore contributo è arrivato dai fondi aperti (4,38 miliardi) mentre la raccolta dei fondi chiusi è stata di 732 milioni. In rosso per 89 milioni di euro, invece, le gestioni di portafoglio. Il patrimonio gestito a fine giugno, ha rilevato l’associazione dell’asset management presieduta da Tommaso Corcos, è salito a quota 2,239 miliardi, dai 2,21 miliardi di fine maggio, grazie all’effetto combinato della raccolta e dell’attività di gestione. Guardando nel dettaglio dei fondi aperti di lungo termine (escludendo i monetari), a giugno a trainare la raccolta sono stati gli azionari con 2,12 miliardi (3,09 miliardi a maggio), per un totale di 1,23 miliardi nei sei mesi. I bilanciati hanno ottenuto 187 milioni (246 milioni a maggio e 1,68 miliardi nel semestre), gli obbligazionari sono finiti in rosso con 431 milioni (-5,29 miliardi nei sei mesi). Hanno peggiorato il saldo i flessibili con -1,71 miliardi dai -66 milioni del mese precedente (-9,04 miliardi nel semestre).
- Cattolica assicurazioni
ha presentato un esposto in Consob contro CasaCattolica, stigmatizzando la disinformazione posta in essere a danno della società e di tutti gli azionisti. - Assogestioni
In giugno l’industria del risparmio gestito ha visto 5 miliardi di euro di sottoscrizioni nette grazie alla performance dei fondi aperti (+4,4 miliardi)
- La Consob allunga l’Opas su Ubi per tutelare i piccoli risparmiatori
Consob dispone d’ufficio l’estensione dell’offerta pubblica di scambio di Intesa Sanpaolo su Ubi: due giorni in più sul termine iniziale, che era oggi e slitta a giovedì 30. Una misura inattesa, che l’authority del mercato ha deciso unilateralmente per dar più tempo ai piccoli soci di Ubi e far sì che decidano in un quadro informativo adeguato. Consob, prima del blitz di offerta ieri sera, aveva imposto ieri mattina a Ubi di integrare le informazioni sull’Opas nel suo sito, e aggiungere al “calcolatore automatico”, messo in copertina per confrontare la convenienza dell’Opas, due incisi degni di nota e mancanti. Il primo, come si legge in una nota di Ubi chiesta dalla stessa Consob, che in quel calcolo “automatico” «la quotazione dell’azione Ubi riportata nella tabella incorpora, tra l’altro, il premio implicito dell’Opas promossa da Intesa Sanpaolo», e pari al 44,7% tra concambio ai valori del 14 febbraio e ritocco in contanti di 0,57 euro a metà luglio. Il secondo, che «tale quotazione non può costituire di per sé un’aspettativa del futuro andamento del titolo Ubi anche successivamente alla chiusura dell’Opas ». Quando Ubi potrebbe perdere tutta la parte del “premio Intesa”: e un 8,82% ha iniziato a perderlo da ieri, perché (ignari dell’estensione Consob fino a giovedì) l’azione comprata ieri non era già più consegnabile all’Ops in chiusura oggi, quindi sul lato dei compratori sono venuti a mancare arbitraggisti e altri. Secondo stime di mercato, c’è ancora un 5% di piccoli azionisti Ubi (dal 25% circa originario) che non ha consegnato, né ha venduto i titoli agli speculatori.
- L’Istat: a rischio il 38% delle imprese
Più di un terzo delle imprese italiane, il 38,8% per la precisione, denuncia «fattori economici e organizzativi che ne mettono a rischio la sopravvivenza». Lo ha detto per l’Istat Roberto Monducci ieri in un’audizione parlamentare. È quindi indispensabile, ha aggiunto, continuare nella protezione del lavoro, del reddito e delle imprese, per porre le basi di una risalita di cui, da maggio, si vedono i primi segnali: «Non solo un rimbalzo, ma qualcosa di più», grazie soprattutto ai consumi interni. Andamento che il governo intende rafforzare con le misure allo studio per il decreto legge di agosto che impegnerà altri 25 miliardi tra sostegni al lavoro (altre 18 settimane di cassa integrazione) e ai settori più colpiti. Tra questi bar e ristoranti, le cui associazioni sono state ricevute ieri dalla viceministra dell’Economia, Laura Castelli, che si è impegnata per un fondo a sostegno degli affitti, sul modello del fondo Gasparrini. Per bar e ristoranti potrebbe inoltre essere estesa fino alla fine dell’anno l’esenzione dalla Tosap, oltre alla cassa integrazione e alla decontribuzione per chi assume o richiama i lavoratori dalla cig. Le categorie chiedono anche il bonus ristorazione per favorire il ritorno dei clienti. Disponibile Castelli: «Dobbiamo incentivare il consumo, stiamo lavorando ad una misura che vada in questa direzione». Tra le ipotesi, un bonus legato al pagamento con carta di credito. Intanto, l’agenzia Fitch stima che il Pil in Italia, nel 2025, sarà ancora «del 3-4% sotto il livello implicito nel trend pre-crisi».
- Ubi, la Consob dà altri due giorni
Va ai supplementari l’offerta di Intesa Sanpaolo su Ubi. Ieri in tarda serata la Consob ha allungato a sorpresa «d’ufficio» di due giorni, fino giovedì 30, il periodo per le adesioni. L’authority guidata da Paolo Savona era già intervenuta in mattinata per imporre a Ubi di correggere il «calcolatore» sul concambio messo a disposizione dei soci sul sito, per includervi il premio implicito dell’opas (il 44,7%). Una mano tesa ai piccoli soci. La decisione della Consob — ha dichiarato in serata un portavoce di Intesa Sanpaolo — «è motivata dai comportamenti tenuti da Ubi nei confronti dei suoi azionisti cui non ha rappresentato con chiarezza tutti gli elementi più rilevanti della nostra offerta». La componente retail in Ubi pesa storicamente per il 30% ma tra adesioni e vendite in Borsa il capitale residuo in loro possesso venerdì era stimato al 5-6%. «Ci auguriamo pertanto che il prolungamento stabilito da Consob possa servire a tutelare la chiarezza delle informazioni a disposizione degli azionisti Ubi, sollecitando tutti gli intermediari interessati al comportamento più responsabile», continua Intesa.
- Cattolica valuterà operazioni straordinarie con le Generali
Cattolica Assicurazioni e Generali si sono impegnate «a prevedere forme di negoziazioni in buona fede circa successive possibili operazioni straordinarie concernenti il gruppo Cattolica e la capogruppo Cattolica». É un passaggio chiave degli accordi parasociali tra le due compagnie che va oltre l’accordo per l’ingresso del Leone nella compagnia veronese con il 24,4% del capitale. Se l’intesa tra i due gruppi andrà a buon fine, Cattolica e Generali valuteranno « il rafforzamento e la stabilizzazione della partnership in un’ottica di medio-lungo periodo».
- Il Dl semplificazioni riparte in salita, a giugno bandi a -30%
Giugno sarà l’ultimo mese in cui sarà possibile capire quale sia l’andamento del mercato degli appalti di lavori pubblici in base ai bandi di gara: indicatore parziale ma comunque utile a capire se non cosa e quanto si realizza, almeno che cosa e quanto si mette in moto con un bando di gara. Da luglio, con il decreto semplificazioni che lascia mano libera ad affidamenti diretti e procedure negoziate senza bandi di gara sotto la soglia Ue di 5,3 milioni di euro e un largo spetto di possibilità di affidamenti senza gara anche sopra soglia, l’indicatore di mercato non ci sarà più. Anche per questo il dato dell’Osservatorio Cresme-Sole 24 Ore sui bandi di gara di giugno ha un particolare valore: dice esattamente da dove parte il nuovo regime sugli appalti dettato dal decreto semplificazioni. E i dati confermano in pieno che è una partenza in salita. Nel mese di giugno sono stati messi in gara lavori per 3.079milioni di euro contro i 4.413 del mese di giugno 2019: il calo è del 30,2%. Se si prende tutto il semestre le cose vanno un po’ meno peggio, ma il senso non cambia. Nel primo semestre 2020 sono stati banditi lavori per 13.687 milioni contro i 16.605 dello stesso periodo del 2019. La contrazione è del 17,6%.
- Gestioni, a giugno raccolti 5 miliardi
L’industria del risparmio ha fatto il bis incassando oltre 5 miliardi anche a giugno e replicando così il dato di maggio, quando nel sistema di miliardi ne entrarono 5,4. Più di 10 miliardi in due mesi, dunque, che hanno permesso ai gestori di chiudere il semestre con un bilancio positivo per 455 milioni e facendo recuperare i risultati negativi del primo trimestre, in particolare la debacle di marzo, quando il settore fu bersagliato dai riscatti in piena emergenza sanitaria (-8,7 miliardi). Poi a partire da aprile il progressivo recupero dei listini e la minor incertezza hanno riavvicinato i sottoscrittori al risparmio gestito. In crescita anche il patrimonio complessivo, salito a 2.239 miliardi, grazie all’effetto combinato dei flussi di raccolta e del buon andamento dei mercati finanziari. Il 51,4% delle masse è in capo alle gestioni di portafoglio e il restante 48,6 a quelle collettive.
- Cattolica, guerra aperta in vista dell’assemblea
Fondazione Cariverona, azionista di Cattolica con l’1% del capitale, mantiene una posizione attendista sul dossier del gruppo assicurativo che questa settimana si gioca gran parte del proprio futuro. L’ente veronese non ha preclusioni particolari rispetto all’offerta promossa da Generali, tuttavia sarebbe pronto a sostenere anche altre opzioni, vedi l’ipotesi Vittoria, se queste garantissero adeguata creazione di valore per una realtà che deve «restare rilevante» sul territorio veneto. Dietro le quinte, però, si sta combattendo una battaglia piuttosto dura in vista dell’assise di venerdì che dovrà votare la trasformazione in spa della cooperativa assicurativa. Ieri la compagnia ha presentato un esposto in Consob contro CasaCattolica, movimento nato nelle ultime settimane per contrastare l’operazione che vede in regia il Leone di Trieste. L’accusa mossa dal gruppo presieduto da Paolo Bedoni è che i soci dissenzienti stiano diffondendo «una serie di affermazioni e illazioni prive di ogni fondamento». Se in assise dovesse tramontare la trasformazione in spa salterebbe anche l’accordo con Generali. Intanto ieri il gruppo ha pubblicato il documento intero della proposta del Leone dal quale emerge, come già anticipato da Il Sole 24 Ore, che verranno valutate operazioni straordinarie.
- Cinque domande sull’attacco informatico a MMA
L’assicuratore MMA, parte del gruppo mutualista della Covéa, è stato colpito dieci giorni da un attacco informatico. Per contrastare la minaccia, MMA ha chiuso i suoi sistemi informatici. Privando così i collaboratori dei loro strumenti di lavoro, causando difficoltà di accesso ai servizi di gestione e rendendo inaccessibile il suo sito web.
Tuttavia, Covéa assicura che l’attacco non ha dato luogo ad alcuna perdita di dati. Il gruppo
spera che l’attività torni normale a giorni, mentre gli altri marchi dell’assicuratore, Maaf e GMF, sono stati risparmiati
- Ergo diventa nuovo partner assicurativo di BMW