Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Dopo l’accordo sul Recovery Fund c’è un altro dossier aperto a Bruxelles che interessa molto l’Italia e che attende il verdetto della Commissione europea. Si tratta del correttivo pubblico per evitare che le compagnie del credito, in un contesto di crisi economica generalizzata innescata dal Covid-19 e con le insolvenze destinate a lievitare, smettano di assicurare i pagamenti delle imprese, specie le più fragili, con un effetto a catena sulla fiducia e la stabilità del sistema finanziario.
Nasce «Inoltre. Sharing the city», il progetto di Urban Up| Unipol che mira a valorizzare le periferie milanesi, trasformandole in un laboratorio progettuale che generi interventi di micro-architettura, design, ricerca applicata ed eventi dedicati agli abitanti dei quartieri.
Ubi, su richiesta della Consob, ha pubblicato una nota integrativa sull’offerta pubblica di acquisto e scambio volontaria promossa da Intesa Sanpaolo sul 100% del capitale. Tra le diverse precisazioni, finite nel mirino dell’istituto lombardo, c’è nuovamente l’accordo stipulato da Ca’ de Sass con Bper sulla cessione di oltre 500 sportelli di Ubi alla realtà emiliana.
Per i bandi di gara pubblicati dopo il 17 luglio 2020 le stazioni appaltanti potranno escludere dalla partecipazione alle gare d’appalto gli operatori economici che non hanno pagato imposte e contributi previdenziali, anche se il corrispondente accertamento non è definitivo. La previsione è contenuta nell’art. 8 del decreto semplificazioni (dl. 16 luglio 2020, n. 76) pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 16 luglio 2020.
I giornalisti professionisti, pubblicisti e praticanti co.co.co. non vanno assicurati all’Inail, perché è l’Inpgi, gestione separata, a gestirne l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Lo spiega l’Inail nella nota prot. n. 8563/2020. Eventuali premi e/o somme indebitamente versati all’Inail, pertanto, possono essere rimborsati ai datori di lavoro nel termine della prescrizione decennale, dietro presentazione di apposita richiesta.
- Generalfinance L’utile cresce del 45%
Generalfinance ha registrato nel primo semestre un utile netto di 2,7 milioni di euro, in crescita del 45% su base annua, e un patrimonio netto pari a 20 milioni. Il margine di intermediazione è salito del 29% a 7,9 milioni e il margine di interesse del 13% a 1,8 mln. Le commissioni nette sono ammontate a 6,1 milioni (+34%). «I risultati sono stati molto positivi se teniamo conto del difficile contesto operativo nel secondo trimestre, con la chiusura di gran parte delle attività produttive e un calo del pil senza precedenti», ha commentato l’a.d. Massimo Gianolli. «Cresciamo del 21% in termini di turnover, con una redditività sul capitale (roe) del 30% circa. Nonostante il lockdown prolungato e la fase complessa per il paese, Generalfinance continua a supportare le aziende, fornendo liquidità in maniera rapida ed efficiente grazie alle opportunità di smobilizzo del circolante che lo strumento del factoring, nostro core business, crea. Abbiamo erogato nel semestre oltre 226 milioni di euro e contiamo di operare con grande intensità nella seconda parte dell’anno per supportare al meglio le pmi, nostro target di riferimento».
- Ubi: Intesa non potrà imporre cessioni
Ubi non molla la difesa contro l’ops non concordata di Intesa Sanpaolo e avvisa: senza il 66,7% di adesioni che gli consentirà la fusione, Intesa non potrà vendere gli sportelli a Bper (532 filiali, un terzo del totale) anche se Ubi sarà sotto la sua direzione e coordinamento. Lo sostiene in un’integrazione al comunicato con cui ha bocciato l’ops di Intesa. Che ha avuto da Consob l’ok al supplemento d’offerta sugli 0,57 euro in contanti offerti oltre alle iniziali 17 nuove Intesa ogni 10 azioni Ubi. All’ops, che termina il 28 intanto, a ieri aveva aderito l’8,5%. «Abbiamo avuto da Intesa delle assicurazioni. L’adesione ci consentirà di avere più soldi per il territorio», ha detto Aldo Poli, presidente di Fondazione Banca del Monte di Lombardia, che conferirà il suo 3,95%. E il Patto dei Mille (1,6% del capitale) ha ritirato il «no» all’ops.
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