Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
La crisi generata dalla pandemia di coronavirus ha aperto un «enorme spazio di manovra alla criminalità». Imprese e famiglie sono «particolarmente vulnerabili anche alle proposte di prestiti usurai, che possono diventare il mezzo per un successivo rilevamento dell’attività, agevolato dalle difficoltà di rimborso», mentre la crisi di liquidità in cui versano le imprese le rende «facili prede di acquisizioni della proprietà o del controllo soprattutto da parte della criminalità organizzata, che dispone di ampie riserve di fondi derivanti da attività illegali». È l’allarme lanciato dall’Unità di informazione finanziaria (Uif) presso Banca d’Italia sui rischi connessi alla crisi determinata dalla pandemia da Covid-19. «Le infiltrazioni criminali nel sistema produttivo -ha sottolineato il direttore dell’Uif, Claudio Clemente, nella relazione sull’attività 2019 – rappresentano il rischio più grave, per l’effetto di contagio sulle filiere e i danni permanenti al funzionamento dei mercati e della concorrenza». Fra marzo e maggio sono state esaminate dall’Unità circa 28.300 segnalazioni, quasi l’8% in più rispetto allo stesso periodo del 2019.
Assicurazioni, cosa sono oggi e cosa saranno domani? Questi mesi di lockdown hanno permesso di avere un’anticipazione del futuro. Per Marco Buccigrossi, digital business director di Verti, quello che sarà lo conosce e lo racconta parlando al 4° Milano Marketing Festival: «Siamo stati sempre digitali, siamo stati noi stessi. Abbiamo puntato sulla sicurezza della forza lavoro». Quello che ci fa crescere è «la maggiore consapevolezza della funzione del cliente, ascoltare le sue necessità». E poi ecco «i social network, l’advertising per arrivare ai giovani, attraverso un canale different. Abbiamo ricostruito da zero alcuni account social, investito molto sull’influential marketing». Comunque il mondo cambia: «Un anno fa i grandi gruppi non avrebbero pensato di ritirare gli investimenti su Facebook». L’attenzione per i sentimenti della clientela per questo deve essere fortissima: ogni giorno ci devono essere delle antenne puntate sulle tendenze dei gruppi sociali. E una riflessione: «L’utente è molto esigente».
Popolare Bari, Intesa-Ubi, Generali-Cattolica e Delfin-Mediobanca sono i principali movimenti in corso negli assetti azionari di banche e assicurazioni. Nel primo caso con la trasformazione in spa e la ricapitalizzazione ci si avvia al rilancio e forse alla realizzazione di un polo bancario nel Mezzogiorno. Sarà importante preparare la formazione di una governance che si segnali per capacità, esperienza e autonomia. La costruzione di un polo meridionale non sarà facile e richiederà una rilevante attrezzatura di competenze e di innovatività.
Sarà pari a 5,47 euro per ciascuna azione il valore di liquidazione unitario delle azioni Cattolica per gli azionisti della compagnia che il prossimo 30 luglio non volessero aderire al piano che prevede la trasformazione in spa della società cooperativa. Un prezzo che è stato fissato facendo riferimento alla media dei prezzi di chiusura del titolo Cattolica nei sei mesi che precedono la pubblicazione dell’avviso di convocazione dell’assemblea e più basso rispetto ai 5,55 euro che Generali ha fissato nei giorni scorsi come valore di riferimento per la sottoscrizione di 300 milioni di aumento di capitale che sarà riservato al Leone e che corrisponderà al 24,4% del capitale di Cattolica.
Guadagnare con il cliente e non sul cliente? Il celebre claim in voga a inizio millennio nell’industria del risparmio gestito non è più al passo con i tempi. A due anni dalla sua nascita, Fineco Asset Management ha infatti messo nel mirino le commissioni di performance dei prodotti che distribuisce. Si tratta di costi che gravano sul cliente nel caso in cui il gestore riesca a far meglio del benchmark con cui si confronta e sono tra i più maldigeriti perché possono arrivare anche al 20% del sovrarendimento registrato, finendo dunque per erodere la performance in misura significativa. L’idea di Fineco è di applicare un apposito bollino di sostenibilità -chiamato No Performance Fees- che d’ora in avanti segnalerà ai clienti quali fondi prevedano questo tipo di caricamento.
Lo studio Tonucci & Partners sarà il consulente legale e Banca Generali opererà come agente esecutivo. Sono i due advisor scelti dagli agenti Anagina per procedere al piano di acquisto di azioni di Generali. Un progetto che è pronto a prendere il via proprio mentre in Anagina (ex Ina-Assitalia) hanno deciso di lanciare un nuovo logo per rappresentare l’associazione, pronta a guardare oltre il Leone e in una fase in cui le mosse di Generali, tra accordi nell’Rc Auto con Poste Italiane e la firma della partnership con Cattolica, vengono osservate con particolare attenzione. Non senza qualche lettura critica, come spiega a MF-MilanoFinanza il presidente di Anagina, Davide Nicolao, in questa intervista.
Visita medica straordinaria d’idoneità al lavoro per il dopo Covid. A garanzia dello svolgimento in sicurezza delle attività produttive e commerciali, infatti, tutti i datori di lavoro, pubblici e privati, devono assicurare una «sorveglianza sanitaria eccezionale» ai lavoratori più esposti al rischio Covid o che versano in particolari situazioni di fragilità. A prevederlo è l’art. 83 del dl n. 34/2020 (c.d. Rilancio). Oltre che da un medico nominato dal datore di lavoro, la sorveglianza eccezionale, che consiste in una visita medica d’idoneità al lavoro, può essere richiesta all’Inail che vi provvede con i propri medici del lavoro. La richiesta può essere presentata online da ieri e costa 50,85 euro a visita.
- Allianz: l’Asia sarà campione assicurativo
L’Europa occidentale faticherà a mantenere le quote di mercato in ambito assicurativo, con difficoltà maggiori per l’Italia: è quanto emerge dall’edizione 2020 del Global Insurance Report di Allianz. L’industria globale ha accusato il colpo della pandemia, il cui impatto sarà tre volte più forte rispetto alla crisi del 2007-2009. È attesa una riduzione della raccolta premi globale di circa 360 miliardi di euro. «Il 2020 è andato perduto a causa del virus, non c’è dubbio», ammette Ludovic Subran, capo econmista di Allianz, secondo il quale «il predominio nel business globale sarà deciso in Asia», che farà da traino alla domanda. Le stime indicano per l’Europa una raccolta premi 2020 in calo del 4,7%, mentre fino al 2030 la crescita media annua sarà del 2,2%. L’Europa sta perdendo terreno rispetto a Stati Uniti e Asia: alla fine del decennio la sua fetta di mercato sarà inferiore del 6% rispetto agli Usa e del 15% rispetto all’Asia. In Italia, quest’anno, i premi caleranno del 4,8%, con una lieve ripresa nel 2021 (+1,6%). Fino al 2030 l’incremento medio annuo sarà dell’1,6%, meno della media europea
- Vittoria hub sostiene le startup
Vittoria hub, incubatore insurtech di Vittoria assicurazioni basato sull’open innovation, ha ufficialmente aperto le porte inaugurando gli spazi e presentando le startup che si sono aggiudicate la prima Call for ideas. Sono 10 le società selezionate per partecipare al programma Via2, percorso di crescita dall’idea al go to market: CyberAngels, Ernesto, Hlpy, Lokky, Maioun, MedEa, MedicalBox, Movalyse, SaveBiking, VillageCare. «In un momento così complesso e difficile Vittoria assicurazioni vuole lanciare un forte messaggio di continuità», ha detto l’a.d. Cesare Caldarelli. «La compagnia in questi mesi non si è mai fermata e questo traguardo dimostra il coraggio e la determinazione di un’azienda che prosegue con fiducia un importante percorso di crescita e di sviluppo nel segno dell’innovazione. «Siamo sicuri che l’evoluzione tecnologia sarà il nostro domani e che le soluzioni proposte dalle startup selezionate impatteranno positivamente su tutto il mondo assicurativo con vantaggi e opportunità interessanti per le persone, le imprese e il sistema paese».
- Cimbri “La scalata a Mediobanca operazione ambigua di Del Vecchio”
Dottor Cimbri, il patron della Luxottica Leonardo Del Vecchio ha da poco chiesto alla Bce di poter salire fino al 20% di Mediobanca. Lei, da azionista con il 2%, come giudica questa mossa? «Sono perplesso. Dando per scontato che Del Vecchio possiede sicuramente i requisiti patrimoniali e di onorabilità per detenere una quota di tale entità in una banca, mi chiedo quale sia il senso industriale di questa operazione. Dare nuovo impulso a Generali? Ma Delfin è già presente nella compagnia da molti anni e immagino abbia contribuito alle recenti scelte industriali».
Del Vecchio ha detto di non voler presentare liste per rinnovare il cda di Mediobanca, dunque la quota del 20% sarebbe una presenza puramente finanziaria, a difesa di eventuali attacchi da parte di qualche gruppo estero. «Sarebbeuna finalità nobile, ma a mio avviso questa vicenda presenta ampie aree di ambiguità. Delfin era partita facendo delle critiche alla gestione e al management di Mediobanca, poi è tornatasui suoi passi immagino per favorire il buon esito dell’iter autorizzativo. Vedremo cosa succederà all’assemblea di ottobre. Certo è che con il 20% si può dare stabilità al management ma lo si può anche destabilizzare. Anche successivamente».
Mediobanca è anche spesso accusata di aver tarpato le ali a Generali e ai suoi progetti di crescita, non essendo disponibile ad eventuali aumenti di capitale. È così? «L’ho sentito spesso, ma mi sembra uno slogan un po’ datato. Nella mia esperienza è il management che propone strategie di crescita e se i progetti sono buoni gli azionisti li supportano anche mettendo mano al portafoglio. Quando proposi l’acquisizione di Fondiaria Sai i miei azionisti, sia le cooperative che il mercato, mi hanno dato fiducia, hanno investito e sono stati ripagati. Essendo Mediobanca un operatore di mercato non vedo perché di fronte a progetti credibili e accrescitivi del valore di Generali non avrebbe dovuto o dovrebbe sostenerli».
- L’auto non riparte ancora a giugno vendite a -23% I sindacati: il governo agisca
A giugno, secondo i dati del ministero dei Trasporti, le immatricolazioni in Italia sono state 132.457, il 23,13% in meno rispetto dello stesso mese del 2019, quando erano state 172.312. Quasi dimezzato il mercato tra gennaio e giugno: le auto vendute nel semestre sono state 583.960. Dodici mesi fa erano 1.083.184. Una flessione che supera il 46%. In calo anche il gruppo Fca che ha immatricolato a giugno 28.967 auto, il 25% in meno dello stesso mese del 2029, con una quota di mercato pari al 21,87% (-0,56%). Nei sei mesi il gruppo ha venduto 138.681 auto, con un calo del 48% e la quota di mercato ora è del 23,75% (-0,89%).
Ci sono eroi ed eroi. A differenza dei colleghi assunti nella sanità pubblica o privata, i medici di famiglia e gli infermieri che si sono ammalati di coronavirus assistendo i pazienti non saranno indennizzati per i danni subiti, così come non avranno nulla le loro famiglie se sono morti, nonostante per anni abbiano pagato un’assicurazione. Per una questione interpretativa giuridica, infatti, le compagnie non riconoscono l’infezione da Covid-19 come infortunio sul lavoro. C’è già chi è pronto a rivolgersi alla magistratura. Un medico, un dentista, un farmacista o un tecnico sanitario (infermieri, terapisti, radiologi ecc.) che lavorano con regolare contratto in una struttura sanitaria pubblica o privata e che si sono ammalati o si ammalano, speriamo non più, dopo essere stati contagiati da un paziente, possono contare sulla copertura assicurativa dell’Inail che considera ciò che è accaduto loro un infortunio sul lavoro. Di conseguenza, hanno diritto a un indennizzo se riportano un’invalidità permanente che, in caso di morte, viene versato ai familiari. I medici di medicina generale svolgono un servizio — è bene ricordarlo — pubblico in convenzione con il Servizio sanitario che li paga, ad esempio, per visitare i pazienti. Non possono rifiutarsi e se vengono contagiati è obiettivamente difficile non pensare a un infortunio, ovviamente sul lavoro. Lo stesso vale per i farmacisti, per i dentisti e per tutti gli altri operatori sanitari che hanno un’attività libero-professionale che li pone a contatto con il pubblico.
- Auto, le vendite a giugno scendono del 23%
Secondo gli ultimi dati di Federauto, a giugno le immatricolazioni sono scese del 23,13%, rispetto a un anno fa. Nel semestre il mercato si è quasi dimezzato, con solo 583.960 auto vendute (-46,09%). Le vendite del gruppo Fca sono scese del 25% a giugno (ma negli Usa è andata ancora peggio, con un calo del 39%) e del 48% nel semestre, mentre la quota di mercato si è ridotta al 23,75%. Però poi scopriamo che il mese scorso le auto ad alimentazione ibrida valgono il 13,29% del mercato italiano con una crescita record dell’83,9%, e le vetture a zero emissioni raggiungono una quota dell’1,68% (+51,3%), mentre continua il declino delle auto a diesel (-34,6% e una quota al 35,6%) e della benzina (-28,7% e 39,8% di quota). I numeri assoluti sono ancora piccoli, ma segnalano il trend in atto: i consumi vanno giù, ma chi deve comprare un’auto nuova, in tempi di post lockdown, preferisce puntare su un modello meno inquinante. Anche grazie agli ecoincentivi.
- Niente risarcimento per la segnalazione errata a Bankitalia
Niente risarcimento per l’errata segnalazione alla centrale rischi di Bankitalia se l’errore della banca riguarda una società in crisi da anni. E manca la prova che la stretta sui finanziamenti degli istituti di credito sia collegata al comportamento illegittimo della banca che ha lanciato l’alert. La Cassazione (sentenza 13264) accoglie sul punto il ricorso della banca autrice di una segnalazione che riguardava un’esposizione debitoria nei confronti di un altro istituto che in realtà non c’era. Una svista corretta dallo stesso istituto di credito dopo due mesi, ma che era costato alla banca una condanna per risarcimento per oltre un milione e 600mila euro: cifra rivista al rialzo dalla Corte d’Appello rispetto al Tribunale.
- Il numero uno di CNP, futuro gendarme degli Assicuratori
Mercoledì i deputati e i senatori hanno espresso un parere favorevole alla proposta della nomina di Jean-Paul Faugère a vicepresidente dell’Autorité de contrôle prudentiel et de résolution (ACPR).
- Allianz rompe con Wirecard Bank e interrompe l’applicazione di pagamento
Allianz rompe con Wirecard Bank e ritira dal mercato l’app per smartphone sviluppata congiuntamente per i pagamenti mobili. Il contratto con la filiale della società insolvente e scossa da uno scandalo di bilancio è stato risolto, ha dichiarato mercoledì l’assicuratore di Monaco di Baviera. “La situazione attuale ha indotto Allianz Deutschland AG e Allianz Partners a interrompere la app e, sulla base dell’esperienza finora acquisita, a verificare in quale misura e in quale forma un’offerta simile continui ad essere rilevante per il portafoglio prodotti”. Tuttavia, l’applicazione dovrebbe essere utilizzabile fino alla fine di agosto, ha detto una portavoce di Allianz Deutschland. L’anno scorso l’assicuratore aveva lanciato “Allianz Pay & Protect”. Il prodotto combinava un’app per il pagamento mobile su dispositivi Apple o Android con la copertura assicurativa. La base tecnica è una carta di credito digitale Visa. Allianz si aspettava di migliorare la fidelizzazione dei clienti. Un’analoga richiesta di pagamento elettronico con il nome “Allianz Prime” era già stata introdotta in Italia e successivamente anche in Germania nella partnership con Wirecard Bank. Ora è probabile che venga anche interrotta.
- La prevista ristrutturazione della divisione grandi clienti di Allianz potrebbe costare 700 posti di lavoro