di Mauro Romano
Quota 100 resterà in vigore fino alla fine del 2021. Ossia fino alla scadenza naturale. Incontrando i sindacati, la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, chiude la porta all’eventuale fine anticipata della sperimentazione per l’uscita anticipata dal lavoro. Il ministero ha invece allo studio una legge delega per una riforma complessiva del sistema pensionistico. «Procederemo lungo due binari paralleli», ha spiegato Catalfo al termine del tavolo. Già nella prossima legge di Bilancio ci saranno la proroga dell’Ape sociale e di Opzione donna, nonché meccanismi di staffetta generazionale.
La riforma previdenziale entra quindi nel calderone degli interventi, anche se non forse nella direzione auspicata dall’Unione europea, dove non hanno mai nascosto le titubanze sulla misura voluta dal passato governo tra M5S e Lega, per le possibili ricadute sulla sostenibilità del sistema. E anche all’interno della maggioranza la scelta di portare a scadenza Quota 100 potrebbe sollevare qualche malumore nell’ala renziana, da sempre in prima fila nel chiedere l’abrogazione della riforma per destinare altrove le risorse. Intanto sul tavolo sindacale si ragionerà il prossimo l’8 settembre e per allora si parlerà degli interventi da inserire in manovra.
Il 16 settembre, spiegano dal ministero di Via Veneto, «si inizierà a progettare a più ampio raggio la riforma» basata su equità, flessibilità in uscita e pensione di garanzia per i giovani. Nell’incontro con i sindacati è stata valutata la necessità di introdurre strumenti di flessibilità per accompagnare le persone dal lavoro alla pensione, in particolare a fronte di crisi o ristrutturazioni aziendali o per favorire l’assunzione di giovani. (riproduzione riservata)
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