BVA-Doxa ha condotto per conto di CFC Legal, in collaborazione con l’agenzia di Personal Branding Celebrity Building Standout, un’indagine sul tema della Tutela Patrimoniale, presso un campione nazionale di individui “benestanti”, intesi come decisori finanziari in possesso di immobili messi a reddito, quote in società di capitali, auto di lusso, polizze vita, carte di credito gold/platinum/Amex, prodotti d’investimento finanziario.

Basata su 300 interviste online, l’indagine ha evidenziato che gli strumenti di tutela patrimoniale sono ben noti al target più potenzialmente interessato: non solo le polizze assicurative, le società a responsabilità limitata e l’intestazione o donazione di beni a familiari (conosciute praticamente da tutti), ma anche gli strumenti del fondo patrimoniale, l’affidamento fiduciario e il trust sono noti, almeno per sentito dire, da 7-8 intervistati su 10.

Per quanto riguarda l’uso degli strumenti di tutela patrimoniale, l’84% dei “benestanti” intervistati ne utilizza almeno uno: se quasi 2/3 degli intervistati (65%) hanno acceso polizze assicurative, il 30% ha costituito un fondo patrimoniale, il 22% ha intestato o donato beni a familiari, il 13% ha quote in srl, l’11% ha un contratto di affidamento fiduciario e infine il 6% dei “rentier” intervistati ha disposto un trust.

Se da un punto di vista materiale l’esigenza di tutela è principalmente legata alle somme sul conto corrente (62%) ed alla prima casa (44%), a livello emotivo il pensiero va soprattutto verso la serenità della famiglia (60%) e il futuro dei figli (57%).

Quasi 1/5 del campione (18%) ha sperimentato di persona problematiche legate ad una mancata o non adeguata tutela patrimoniale, per contenziosi fiscali, successioni, partecipazioni societarie o altre situazioni. E quasi la metà (47%) conoscono qualcuno che si è trovato in una o più di queste situazioni.

Infine, l’impatto dell’emergenza Covid pare aver aumentato il livello di sensibilità sui temi della tutela del patrimonio: 41% dichiara un maggior interesse e un desiderio di maggior informazione sui vari strumenti.

Dichiara Carlo Carmine, Difensore Patrimoniale e Presidente del Gruppo CFC Garanti dell’Imprenditore: “La tutela patrimoniale è una priorità che ogni imprenditore deve avere. Dall’indagine Doxa quello che balza agli occhi è circa un italiano su due (il 47%) dichiara di avere una mancata o comunque non adeguata tutela patrimoniale: ciò sia per contenziosi fiscali, successioni, ma anche partecipazioni in società. Un dato allarmante, a mio avviso, che diventa inaccettabile in questo tempo post Covid in cui tutte le certezze sono state messe in discussione, così come i patrimoni e il futuro delle aziende e delle famiglie italiane. La tutela del proprio conto corrente e della prima casa non devono solo intattaccare l’emotività di un imprenditore ma devono spingere chiunque a darsi da fare per rendere concreti i due più grandi obiettivi di chi oggi fa impresa: tutelare la propria azienda, la serenità della famiglia (60%) e il futuro dei figli (57%)“.

Aggiungo – e conclude Carlo Carmine – che tutte le azioni attualmente allo studio del Governo, come ad esempio la Cash Flow Tax, sono rivolte al Fisco allo scopo di “semplicarsi” la vita nella riscossione dei tributi. Eppure, c’è da dire che le stesse non sono rivolte alla riduzione del carico fiscale che ogni azienda, ogni partita iva, è costretta a subire e con il quale si confronta ogni giorno. In questo contesto, a rischiare è sempre il patrimonio di ciascun imprenditore“.

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