In Germania la polizia non transige più, fa il palloncino. Persino con i ciclisti, però
Sono eine plage, un autentico tormento, commenta Stern
di da Berlino Roberto Giardina
C’è un altro pericolo a Berlino. Il monopattino o, detto con più eleganza, E-Scooter. Ad aprile, a Tel Aviv ho visto sciami di giovani e anziani sfrecciare in monopattino, veloci, in gruppi sempre più numerosi. Ma si scatenavano sul lungomare, per chilometri lungo la pista ciclabile molto larga. Nessun pericolo per i passanti e i ciclisti. I tedeschi, secondo i pregiudizi, dovrebbero essere ragionevoli, posati, e rispettosi delle regole. Invece vedo ragazzi e signori maturi compiere spericolati slalom in monopattino tra i pedoni, o tra le auto, silenziosi e pericolosi. Sono «eine plage», commenta Stern, un tormento, una scocciatura. Da bambino ero un appassionato del monopattino, ma i miei erano di legno, con ruote a loro volta di legno poco scorrevoli, poi conquistai monopattini fuoriserie con rotelline montate su cuscinetti a sfere. Ma ci andavo per i viali di Villa Giulia, faticando sulla terra battuta. Quando giunsero quelli in metallo cromato non avevo più l’età.
La polizia nella metropoli è già entrata in azione, tra le proteste dei diretti interessati, ferma e multa. E controlla il tasso alcolico, come per gli automobilisti e, da qualche tempo, anche per i ciclisti. Risultato: in pochi giorni almeno cento avevano alzato il gomito, superando la soglia dello 0,5. E agli ubriachi in monopattino verranno tolti punti sulla patente o, se esagerano, la potranno perdere per un mese.
Giovedì scorso, a tarda sera, uno svedese di 26 anni, ubriaco in E-Scooter, non si è accorto del marciapiede, a Checkpoint Charlie, una volta l’unico punto di passaggio del Muro, ora attrazione per i turisti, è stato sbalzato in aria, ha battuto la testa, è ricoverato in gravi condizioni all’ospedale. Aveva un tasso alcolico del 2,23 per mille, quasi cinque volte quello consentito. Una turista asiatica di 26 anni è sfrecciata a tutta velocità tra il traffico, si è schiantata contro la fiancata di un camion, per miracolo non è finita sotto le ruote. È grave in ospedale, con un femore rotto e altre lesioni. Un quarantenne ubriaco ha perso l’equilibrio e nella caduta si è fratturato alcune vertebre: sarebbe potuto rimanere paralizzato, commenta la dottoressa Anika Wichmann, 37 anni, specializzata in infortuni stradali.
«È da irresponsabili consentire a chiunque di andare in E-Scooter, è più difficile che andare in bicicletta, e il rischio di lesioni gravi è più elevato, perché gli scooteristi non adottano alcuna precauzione e non sono obbligati a mettersi il casco. Dovrebbero proteggersi anche con paraginocchia e gomiti in gomma».
Mentre scrivo il bilancio è già di 21 incidenti con 19 feriti, di cui quattro gravi, tutti scooteristi, tranne un passante investito. Ed è probabile che il bilancio nel frattempo sia diventato ancora più allarmante. Jörg Kubitzki, esperto dell’Allianz (assicurazioni), avverte: il rischio di un incidente mortale in monopattino è tre volte superiore a quello di chi va in bicicletta.
Le ditte non riescono a far fronte alle richieste. Il noleggio costa 10 euro all’ora, per un minimo di due ore. Un buon E-Scooter costa almeno un migliaio di euro, e si arriva con facilità al doppio. E sono tutti convinti di essere rispettosi dell’ecologia, quindi al di sopra delle leggi del traffico. In realtà, se un monopattino (mi piace chiamarlo così) raggiunge la velocità di sei chilometri all’ora, come andare a piedi, deve essere controllato dal Verkehrsamt, e ricevere un’autorizzazione. Gli E-scooter non dovrebbero superare i 20 all’ora, ed essere usati sulle piste ciclabili. Solo se non ci sono, possono sfrecciare tra le auto. Ma è sempre assolutamente vietato andare in monopattino sui marciapiedi. I bambini possono usarli dopo aver compiuto 12 anni, e 14 per i più veloci. Sarò prevenuto, ma ritengo che i ragazzini siano meno pericolosi dei padri con il bierbauch, la pancia da birra, e delle madri magari snelle ma distratte e fuori forma.
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