di Anna Messia
Accelerano le manovre per le ricerca del partner assicurativo vita di Ubi Banca . Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza le offerte vincolanti dei pretendenti dovranno essere recapitate a Kpmg, l’advisor incaricato dall’istituto guidato da Victor Massiah subito dopo l’estate, per la precisione entro il prossimo 20 settembre. Quelli estivi saranno quindi mesi di lavoro per i soggetti coinvolti nel progetto, e non sono pochi visto che a manifestare interesse per l’accordo nella prima fase sarebbe stato un gruppetto di sette assicuratori, sia italiani sia esteri in un deal che potrebbe vale 600-700 milioni di euro. L’obiettivo di Kpmg è evidentemente quello di presentare alla banca, a fine settembre, un quadro chiaro delle offerte ricevute, in tempo utile per la presentazione del nuovo piano industriale annunciato dall’istituto per l’autunno prossimo Anche perché, come noto, Ubi potrebbe avere un piano B sulle polizze.
Lo stesso Massiah, a maggio, aveva dichiarato che sul rinnovo degli accordi bancassicurativi le opzioni aperte sono diverse, compresa la crescita interna. Ubi potrebbe scegliere cioè un partner assicurativo unico con cui operare per i prossimi anni, semplificando l’assetto attuale che vede in campo sia Cattolica sia Aviva. Oppure, in alternativa, l’istituto potrebbe decidere di far crescere la compagnia assicurativa interna. In questo caso il modello di riferimento sarebbe Intesa Sanpaolo , che in questi anni è riuscita a portare Intesa Sanpaolo Vita, controllata al 100%, ai vertici del mercato assicurativo e di recente ha spinto anche sulla crescita della compagnia Danni, ossia Intesa Sanpaolo Assicura. Il vantaggio per Ubi sarebbe quello di mantenere nel gruppo tutti gli utili provenienti dalle polizze, che promettono di continuare a crescere con un allineamento di interessi tra le filiali e la compagnia. In questo scenario il polo attorno al quale internalizzare e potenziare il business delle polizze potrebbe essere Bap Vita Assicurazioni e Previdenza (ereditata dalla Popolare Etruria), che da ottobre è controllata al 100% da Ubi Banca . Mentre nel danni la banca ha scelto di operare tramite Cargeas con Cardif (gruppo Bnp Paribas ).
Lo svantaggio sarebbero invece determinato dall’alto assorbimento di capitale richiesto alla banca per controllare il 100% della compagnia vita. Si vedrà. Gli accordi attuali con Cattolica e Aviva scadranno in verità soltanto nel 2020 ma evidentemente la fase decisionale è già entrata nel vivo. A manifestare interesse a Kpmg nella prima fase sarebbero state come detto già diverse compagnie. La più calda sembra essere Cattolica, interessata a proseguire un rapporto bancassicurativo che ha già dimostrato di funzionare bene negli anni passati, con Lombarda Vita. Lo stesso motivo che avrebbe convinto l’inglese Aviva ad essere della partita e pure Generali (tramite Genertel) potrebbe partecipare alla competizione, anche se andranno verificati eventuali profili Antitrust. Negli ultimi tempi neppure la svizzera Zurich ha poi nascosto la volontà di crescere in Italia e il dossier Ubi potrebbe essere una buona occasione per farlo. Come anche Axa , da sempre desiderosa di espandersi nella Penisola e altre due compagnie francesi: Covea e Groupama. La prima aveva tentato di accaparrarsi l’accordo con Banca Bpm , che si è poi aggiudicato Cattolica e ora potrebbe decidere di riprovarci con Ubi, mentre per Groupama potrebbe essere l’occasione giusta per fare una mossa di peso in Italia. Unipol , invece, che pure aveva studiato il dossier nella fase iniziale avrebbe deciso di defilarsi ma non sono esclusi outsider esteri che potrebbero tentare di approfittare dell’operazione con Ubi per debuttare in Italia. (riproduzione riservata)
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