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Il dossier per diventare il prossimo partner assicurativo di Ubi Banca è già caldo. A manifestare interesse a Kpmg, l’advisor incaricato di valutare l’ipotesi di una nuova joint venture bancassicurati va per l’istituto lombardo (quando, l’anno prossimo, scadrà quella con Cattolica e Aviva), sarebbero state già diverse compagnie: si parla di sette operatori tra italiani e stranieri. Ma l’istituto guidato dall’amministratore delegato Victor Massiah avrebbe anche un piano B sulle polizze e la scelta definitiva sarà presa il prossimo autunno. Sul tema dalla banca non commentano, ma lo stesso Massiah a inizio maggio aveva dichiarato che sul rinnovo degli accordi bancassicurativi ci sono diverse opzioni, compresa la crescita interna. Ubi potrebbe scegliere cioè un nuovo unico partner assicurativo con cui operare per i prossimi anni, semplificando l’assetto attuale che vede in campo Cattolica e Aviva, oppure in alternativa l’istituto potrebbe decidere di far crescere la compagnia assicurativa interna. In questo caso il modello da prendere a riferimento sarebbe Intesa Sanpaolo , che in questi anni è riuscita a portare Intesa Sanpaolo Vita, controllata al 100%, ai vertici del mercato assicurativo e di recente ha spinto anche sulla crescita della compagnia Danni, ossia Intesa Sanpaolo Assicura.
  • Ibl Assicura allarga il network
Ibl Assicura ha avviato la collaborazione con gli agenti di monomandatiari di Ibl Partners per distribuire prodotti assicurativi. Prende così forma il nuovo piano ideato dall’ad Massimo Marinelli (ex Ras), arrivato al timone dell’assicurazione da pochi mesi, che punta alla multicanalità. Già a giugno era stato firmato l’accordo con Net Insurance (di cui Ibl Banca detiene circa il 9%) per distribuire i prodotti della compagnia, in particolare le coperture dedicate alla persona e all’abitazione, con Ibl Assicura tramite le 53 filiali della banca. Già 23 gli agenti Ibl Partners in possesso dei requisiti necessari.

Nei prossimi dodici mesi Azimut alzerà il velo sul prossimo piano industriale, che avrà un respiro temporale di cinque anni e obiettivi molto ambiziosi: lo ha annunciato il presidente Pietro Giuliani, festeggiando i 15 anni dalla quotazione in borsa, precisando che la componente estera avrà un peso importante. Intanto la società si appresta a comunicare i dati della raccolta di giugno, che dovrebbe attestarsi sui 700 milioni di euro.
Giuliani ha quindi parlato di Banca Generali, dicendosi pronto allo shopping: «Noi siamo uomini liberi. Nessuno ci ha mai proposto seriamente di acquistare Banca Generali. Se qualcuno ce lo proporrà, la valuteremo».

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  • L’Italia non è Paese per bambini Mai così poche nascite dall’Unità
L’Italia è un paese che stenta a crescere dal punto di vista economico ed è in costante decrescita demografica. Secondo l’ultimo bilancio demografico nazionale pubblicato dall’Istat, nel 2018 c’erano 400.000 abitanti in meno rispetto al 2015, di cui 124.000 “persi” soltanto nel 2018. I decessi e le uscite per emigrazione non sono state compensate del tutto dalle nascite e dalle immigrazioni. La natalità, infatti, continua il suo trend alla diminuzione. Nel 2018 si è raggiunto il minimo storico dall’Unità d’Italia, con solo 439.747 bambini iscritti all’anagrafe per nascita. Se non ci fosse stata un po’ di immigrazione e di acquisizione di cittadinanza italiana da parte dei cittadini stranieri, il calo della popolazione residente complessiva sarebbe stato di circa un milione e trecentomila persone. La perdita di popolazione, infatti, è interamente dovuta alla componente italiana. Sono gli italiani, infatti, che, essendo mediamente più vecchi, non solo se ne vanno più spesso per morte, ma hanno tassi di natalità sempre più bassi, in un processo che rischia di diventare irreversibile. Da una generazione all’altra diminuisce il numero dei potenziali genitori, in particolare delle potenziali madri.
  • Boeing stanzia cento milioni per le vittime dei 737 Max
Cento milioni di dollari per le famiglie delle persone morte sul 737 Max: la Boeing ha annunciato un primo risarcimento destinato ai parenti delle vittime dei due disastri che hanno coinvolto i suoi aerei negli ultimi mesi. Le 189 del volo Lion Air 610 dell’ottobre 2018 e i 157 del volo Ethiopian Airlines 302 del marzo 2019. La cifra stanziata, pari a circa 250mila euro a persona, equivale solo al passo iniziale di un percorso che si annuncia lungo e travagliato per la Boeing, già al centro di almeno ottanta cause avviate dai parenti delle vittime. Nei giorni scorsi anche un pilota Boeing, per ora anonimo, si è aggiunto alle famiglie che hanno fatto causa. Ancora più imbarazzante per l’azienda la notizia, diffusa dall’agenzia Bloomberg , che i manager avevano affidato il compito di scrivere parti del software di volo del 737 in subappalto a programmatori indiani appena laureati, pagati nove euro l’ora. La Boeing nega che questi collaboratori siano coinvolti nella programmazione del sistema anti-stallo Mcas, l’indiziato principale per i due disastri. Ma anche l’Agenzia aeronautica federale Usa ha scoperto nuovi difetti del discusso programma, il che lascia pensare che prima di veder volare di nuovo i 737 ci vorrà parecchio.

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  • False assicurazioni vendute online Oscurati 222 siti, mille i truffati
Sono centinaia e centinaia di automobilisti che hanno acquistato online polizze di assicurazione, ma non immaginano di essere vittime di una truffa realizzata attraverso uno dei 222 siti web chiusi in un’inchiesta della Procura di Milano che potrebbe aprire uno scenario inedito sulle ipotetiche responsabilità dei motori di ricerca, a partire da Google. Le automobili, le barche o le case di questi ignari consumatori non hanno alcuna copertura assicurativa, per il semplice fatto che le polizze sono false. In caso di incidente, nessuno pagherà. Dovrà farlo il titolare di tasca sua, se può, altrimenti interverrà il fondo di garanzia, che però si rifarà su di lui. L’indagine del dipartimento «tutela consumatori» della Procura,coordinato dall’aggiunto Eugenio Fusco e dal sostituto Christian Barilli, è partita a fine 2018 da due denunce e ha accertato che i truffatori utilizzano sempre lo stesso meccanismo: un sito internet di un falso intermediario finanziario che propone polizze di società di assicurazioni vere e solide a prezzi più bassi di quelli applicati dalle stesse compagnie. Oltre ai loghi ufficiali delle assicurazioni, compare un numero di iscrizione al Registro Unico degli Intermediari assicurativi (ovviamente falso) rilasciato dall’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni, che ha collaborato all’indagine. Fatto il «contratto», viene chiesto di pagare con un bonifico bancario intestato a una persona fisica o ricaricando una carta di credito, il che già dovrebbe essere sufficiente a destare sospetti. Molti portali offrono anche un finto servizio di assistenza pronto a rassicurare le vittime. Dei 222 siti oscurati, 49 erano in Italia, 55 tra Usa, Germania e Olanda.

  • Azimut diversifica, il 35% delle masse sarà all’estero
Azimut spegne la 15esima candelina del suo debutto a Piazza Affari (l’Ipo è avvenuta il 7 luglio del 2004), fiera dei suoi numeri: 55 miliardi di masse di cui 15,6 miliardi (28%) in 13 Paesi(Cina, Monaco, Svizzera, Singapore, Brasile, Egitto, Messico, Taiwan, Cile, Usa, Australia, Turchia ed Emirati Arabi); 2.200 tra consulenti e banker; 100 tra gestori e analisti, operativi sui mercati 24 ore al giorno; un titolo che in 14 anni ha messo a segno + 751%(circa il 50% l’anno), classificandosi primo nel periodo per rendimento totale tra i titoli finanziari. E ancora quasi 2 miliardi di utile netto, di cui circa 1,3 miliardi pagati agli azionisti come dividendo (per il 2019 l’utile atteso è di 300 milioni).
  • Maxi truffa nelle polizze online Sotto sequestro 222 siti Internet
Una maxioperazione contro le truffe assicurative online è sfociata ieri a Milano nella denuncia di cinque persone e il sequestro di 222 siti web specializzati nel piazzare via internet polizze assicurative false ad automobilisti, proprietari di case e di natanti. Una truffa particolarmente subdola poiché i frodati, in molti casi, realizzavano di esserlo soltanto dopo essere rimasti vittima di incidenti stradali o altre disavventure. Complessivamente sarebbero state vendute polizze temporanee (e non) per un importo di circa 700mila euro. A coordinare il blitz è stato il pool antitruffa della Procura della repubblica di Milano guidato da Eugenio Fusco e le indagini sono state eseguite dal Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche della Guardia di Finanza comandato dal colonnello Gian Luca Berruti, in collaborazione con l’Ivass e la branch antiriciclaggio di Poste italiane. Nel corso dell’inchiesta, affidata al pm Christian Barilli, sono state effettuate perquisizioni informatiche nei confronti del quintetto d’indagati e identificate 74 persone fisiche (in qualche caso inconsapevolmente) coinvolte nel raggiro. In dettaglio, i sequestri preventivi sono stati disposti nei confronti di 49 siti in Italia, 55 all’estero e 118 portali. Tutti i siti sottoposti ai provvedimenti erano in lingua italiana. L’ Authority ha incrociato i dati riportati sui siti web con la banca dati del Rui (il Registro unico degli intermediari assicurativi) scoprendo che per almeno 18 dei siti controllati non c’era alcuna corrispondenza con dati reali, mentre per altri sei la corrispondenza c’era, ma aveva natura fraudolenta.
  • Unipol investe nelle rinnovabili
Unipol al 2018 ha investito 326 milioni di euro in fondi e investimenti per dare attuazione all’agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile, di questi 223,3 milioni sono stati investiti nelle energie rinnovabili. Nel 2018 la nuova potenza elettrica da rinnovabili installata in Italia è cresciuta del 27,9% arrivando a quota 1.162 megawatt. In questo contesto è nato il prodotto UnipolSai Energia, destinato alle aziende che hanno in proprietà o in gestione impianti fotovoltaici, a biomasse, idroelettrici ed eolici. Il prodotto offre la copertura cyber risk e la protezione del reddito con SalvaSole, destinata agli impianti fotovoltaici. I premi raccolti con la distribuzione di UnipolSai Energia andranno a concorrere al raggiungimento di uno degli obiettivi del nuovo piano industriale al 2021, ossia l’aumento al 30% (dal 22,7% del 2018) della penetrazione di prodotti con impatto ambientale e sociale.

Il Consiglio francese dell’agricoltura (CAF), che riunisce sindacati e cooperative, nonché Groupama e la Fédération nationale du Crédit Agricole, vuole che lo Stato sia coinvolto nel sistema assicurativo. “La professione agricola ha chiesto al Ministro dell’agricoltura e dell’alimentazione di studiare l’istituzione di uno stagno di coriassicurazione per i rischi climatici che coinvolgono la riassicurazione statale per rendere i prodotti assicurativi più efficienti e meno costosi, e quindi più attraenti per i contadini”, hanno fatto sapere la FNSEA e i giovani agricoltori martedì dopo un incontro tra CAF e il Ministro Didier Guillaume. Dopo le grandinate che hanno devastato i frutteti della Drôme a metà giugno, quest’ultima ha annunciato l’avvio di una consultazione con gli assicuratori e la comunità agricola nel tentativo di ottenere un’assicurazione “generalizzata”.

Handelsblatt

 

  • Bäte fa un altro piccolo passo avanti nella crescita di Allianz
Il CEO di Allianz Bäte è impegnato in piccole acquisizioni strategiche. Presto la compagnia di Monaco di Baviera potrebbe rilevare l’assicuratore brasiliano Sul America.