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Corto circuito per i monopattini elettrici a Parigi. Negli ultimi mesi la capitale francese è stata invasa dai «trottinettes»: in poco tempo 12 società hanno lanciato un servizio di sharing, saturando traffico e marciapiedi di mezzi a due ruote. Una situazione che aveva portato il sindaco di Parigi, Anne Hidalgo, ad annunciare un mese fa una stretta per porre fine all’«anarchia dei monopattini». Il mercato sembra però essere arrivato prima della pubblica autorità. Stando a quanto ricostruito da Les Echos, già metà delle società attive sotto la Tour Eiffel hanno sospeso o cessato il servizio. È il caso, per esempio, di Bolt, startup lanciata a settembre 2018 con il nome del velocista giamaicano. La società estone ha deciso almeno per il momento di interrompere l’offerta. «La decisione è motivata dalla moltiplicazione degli attori sul mercato – ci sono oggi troppi monopattini in servizio rispetto al loro tasso di utilizzo – e dai costi di manutenzione necessari in seguito ai guasti, agli atti di vandalismo e ai furti subiti», ha spiegato Bolt al quotidiano francese.

Un nuovo problema al software complica il ritorno nei cieli del Boeing 737 Max (nella foto) che da marzo è bloccato a terra dal divieto di volo imposto a livello mondiale dopo le due catastrofi aeree, in Indonesia nell’ottobre 2018 e in Etiopia nel marzo scorso, che hanno provocato la morte di 346 persone tra passeggeri e membri d’equipaggio. Nelle settimane scorse fra gli esperti del settore si era fatta strada l’ipotesi che il Boeing 737 Max sarebbe tornato a volare ad agosto, ma è stato scoperto un nuovo problema al software, secondo quanto ha riportato Le Figaro, indipendente da quello chiamato in causa a marzo per le due catastrofi aeree e sul quale Boeing sta lavorando da marzo per riuscire a ottenere, il più rapidamente possibile, l’autorizzazione a volare per il proprio 737.

  • Unipol approda al 19,9% di Bper «Per Carige soluzione industriale»
«Unipol è salita al 19,9% di Bper» e «per Carige la migliore opzione è un’operazione industriale, ma al momento non ci sono le condizioni». Mentre in materia di regole, la revisione di Solvency II è chiave per il settore assicurativo. Carlo Cimbri, ceo di Unipol e presidente di UnipolSai, è da nove anni amministratore delegato della galassia di Bologna e ha quasi 30 anni di esperienza nel mondo delle polizze.  Con l’investimento in Bper parte però una nuova sfida, che il ceo racconta in un’intervista a Il Sole 24 Ore

 

  • Responsabilità anche per i rischi esterni
In tema di tutela della salute e sicurezza del personale inviato all’estero la giurisprudenza ha da tempo dato indicazioni, stabilendo che «il datore di lavoro è tenuto ad espletare tutti gli adempimenti necessari a garantire la sicurezza dei lavoratori anche al di fuori del territorio italiano; responsabilità datoriale va esclusa solo in ipotesi di condotte o avvenimenti esorbitanti e assolutamente imprevedibili, cui non può ricondursi una violazione delle normative dello Stato estero in cui viene prestata l’attività lavorativa» (tribunale di Roma, sentenza 7192/2011). Il tribunale di Ravenna (sentenza del 23 ottobre 2014) ha precisato che, laddove l’infortunio sul lavoro avvenga all’estero, ai fini della valutazione circa la risarcibilità del danno è necessario andare oltre il mero concetto di “occasione di lavoro” che è presupposto per la tutela Inail. Per garantire ai collaboratori una effettiva tutela, il datore di lavoro avrebbe anche dovuto tenere conto dei modi e dei luoghi dove questi erano chiamati a operare, avuto quindi riguardo non solo ai rischi esistenti all’interno del cantiere di lavoro, ma anche all’esterno. La giurisprudenza della Corte di cassazione in materia di nesso di causa tra obblighi del datore di lavoro e fatto criminoso del terzo è consolidata e si è reiteratamente pronunciata ritenendo che «il datore ha il dovere di valutare se l’attività della sua azienda presenta rischi extra lavorativi di fronte al cui prevedibile verificarsi insorga il suo obbligo di prevenzione» (Cassazione 4012/1998).

Aumento delle tariffe riassicurative fino al 25% in occasione dei rinnovi dei programmi in Florida (zona devastata dagli uragani nel 2017 e 2018), secondo Willis Re, ma l’offerta rimane abbondante e gli assicuratori hanno potuto trovare capacità in abbondanza sul mercato.