di Andrea Montanari

Il business del real estate sta vivendo stagioni di forte crescita su scala globale, europea e italiana. Che si tratti di residenziale o che si tratti di commerciale-uffici, c’è una forte attenzione degli investitori internazionali sul mattone. Al punto che il numero 1 al mondo del settore, ovvero il colosso tedesco Allianz punta nel medio periodo a centrare il traguardo dei 100 miliardi di dollari di asset immobiliari in gestione, partendo dagli attuali 72,4 miliardi. In questo scenario alquanto competitivo (si vede la tabella in pagina), l’Italia non solo rappresenta, in particolare con Milano (appartamenti, uffici e hotel) e Roma (alberghi), una delle mete predilette dei player d’Oltreoceano, sarà che finora le masse investite sono nettamente inferiori alle altre grandi piazze europee, ma anche una base dalla quale partire per consolidare una strategia che valica i confini nazionali. È già stata avviata, per esempio, la trasformazione di Generali Real Estate, primo investitore immobiliare italiano e 12° su scala mondiale (patrimonio in gestione di oltre 30 miliardi di dollari), impostata dall’ad e dg Aldo Mazzocco (ex Cdp e Beni Stabili-Covivio) che ha ridisegnato completamente il comparto che vede impegnati complessivamente 436 persone.

Perché l’obiettivo, ambizioso e non così semplice, è di entrate nella top ten degli operatori globali, arrivando nell’arco di 3-4 anni a incrementare di altri 10 miliardi le masse in gestione. Un percorso che vede tutta la struttura riorganizzata con un modello organizzativo oggi suddiviso in quattro macro regioni geografiche (Italia-Spagna, Francia Benelux, Germania-SvizzeraAustria e Europa Centrale (Repubblica Ceca-Polonia-Nordics, mentre l’operazione Citylife è a parte), andandola poi a incrociare con sette funzioni operative crossboarder (dalla strategia di portafoglio alle transazioni, dall’asset management al property e facility management, dall’engineering&project management allo sviluppo e alla sostenibilità, per finire con i processi e la piattaforma digitale) che operano a livello trasversale applicando un’unica linea di pensiero in tutti i mercati nei quali Generali Real Estate è attiva. Sono 15 le città in tutta Europa nelle quali si investirà, grazie ad un’analisi rigorosa del potenziale di crescita economica e sociale, fra le quali Parigi e Berlino sono i target di riferimento, oltre a una Roma da riscoprire e una Varsavia che viene considerata la Milano della Polonia, in termini di business real estate. Mentre Londra è la meta nella quale si sta ancora valutando se espandersi in maniera significativa nei prossimi anni. Senza trascurare, infine, l’ampio mercato rappresentato dall’area Asia-Pacific nel quale il Leone intende entrare indirettamente, con partecipazioni in fondi e non comprando direttamente asset, se non in forma di co-investimento con i fondi a cui partecipa. L’obiettivo di medio-lungo termine è di operare anche in quest’area di crescita economica in forma diretta una volta maturate le necessarie esperienze di mercato. Non va poi
trascurata quella che al momento è esclusivamente una suggestione in ambito di possibili ampliamenti dell’orizzonte geografico: la Russia. Questo mercato può essere potenzialmente rilevante. Ma a oggi non vi è alcuna decisione concreta presa in tal senso. E per ottimizzare tutto il portafoglio attuale e implementarlo fino ad arrivare alla soglia prevista a business plan dei 40 miliardi di asset under management, a partire da settembre, diventeranno operativi 9 nuovi
fondi immobiliari paneuropei che proprio in queste settimane sono in fase di approvazione. Veicoli lussemburghesi, che avranno una dotazione oscillante tra 1 e 2 miliardi per andare a sfidare quei soggetti quali, per esempio, Amundi e Blackstone, due investitori consolidati e attenti alle opportunità di mercato. La gestione è affidata alla sgr di Generali Real Estate che ha uffici a Milano e Parigi, due storiche piazze d’investimento e due punti d’osservazione privilegiati, in particolare la capitale francese, dell’evoluzione del mercato. All’interno di questa articolata strategia immobiliare, non va trascurato il ruolo che ha l’asset-regione Citylife. Il nuovo quartiere milanese sta continuando a prendere forma, come dimostra il progetto della costruzione della terza torre che sarà la nuova sede di Pwc e l’avvio dei progetti per la realizzazione di altre 130 residenze. Il tutto senza trascurare il fatto che Generali ha a disposizione altri 50mila metri quadrati di superficie lorda di pavimento (slp) da sviluppare. Su questa area potrebbero sorgere altri due tower dirigenziali. Mentre, secondo indiscrezioni, presto potrebbe partire una riflessione sulla rivisitazione di parte dell’offerta commerciale dello shopping district che dovrebbe privilegiare la parte food. (riproduzione riservata)

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