Munich Re intende continuare a focalizzare maggiormente la propria attività sul crescente mercato della cyber-riassicurazione, con l’obiettivo di mantenere l’attuale quota del 10%.
Nel 2018 il riassicuratore tedesco ha raccolto un volume premi di quasi 500 milioni di dollari dalla copertura cyber, equamente ripartito tra assicurazione primaria e riassicurazione.
Dato che il settore non ha ancora risentito di grandi eventi informatici, la compagnia considera il business altamente redditizio.
L’esposizione massima a un incidente cyber è stata definita simile a una catastrofe naturale di medie dimensioni, ha detto, che si tradurrebbe in una perdita fino a 1 miliardo di euro.
Il combined ratio per le operazioni cibernetiche di Munich Re è quindi stimato intorno al 60-80%, con un’elevata quota proveniente anche dai costi di distribuzione.
Munich Re ha osservato che la sua posizione è in netto contrasto con quella del suo concorrente Swiss Re, che considera estremamente prudente per quanto riguarda il cyber business.
Swiss Re ritiene che il rischio di accumulazione sia il rischio maggiore e non entrerà completamente sul mercato finché un grande evento non consentirà di aumentare i prezzi.
Munich Re ha anche detto che il capitale alternativo non dovrebbe ancora essere visto come un rischio per il suo mercato cibernetico, in quanto non esistono ancora modelli di fornitori esterni per valutare il rischio.
Nell’ambito dell’Investor Day on Digital Transformation del 2019, gli analisti di Munich Re hanno sostenuto che il mercato della cyber ri/assicurazione si espanderà significativamente nelle prossimi tre decadi, mentre gli investimenti globali nella sicurezza informatica dovrebbero raggiungere i 400 miliardi di dollari.
Hanno inoltre osservato che la maggior parte dei nuovi acquirenti di assicurazione cyber tendono ad essere PMI per un valore inferiore a 50 milioni di euro, mentre i principali acquirenti per settore sono la sanità, l’industria manifatturiera, i servizi professionali e le istituzioni finanziarie.