Il dilagante fenomeno del “mass shooting” è la vera piaga della società americana. Si tratta di quei fenomeni che comprendono l’uccisione o il ferimento di quattro o più persone insieme. Negli Stati Uniti stiamo viaggiando a livelli sopra la media, avendo superato a giugno il tetto di 150 episodi di tale natura. Fece scalpore nel novembre scorso a Los Angeles il caso di un ex marine che entrato in un locale country & western aprì il fuoco sugli avventori causando 12 vittime.
Eppure, i dati dell’Onu rilevano che il tasso generale degli omicidi negli Usa è al di sotto della media mondiale: 5,35 vittime per centomila abitanti, rispetto al dato globale, 6,2 per centomila.
Tuttavia, tra il 2000e il 2017 si sono contate 250 sparatorie, con una tendenza a crescere, secondo i dati dell’FBI, citati nel report di A.M. Best “Insurers Create New Types of Coverage for Mass Shooting Attacks”: dal 2000 al 2006, si sono verificati mediamente 6,7 fenomeni all’anno, salendo a 16,4 casi l’anno dal 2007 al 2013, fino a raggiungere una media annua di 22 attacchi di “mass shooting” tra il 2014 e il 2017.
Insomma, il rischio di finire tra le vittime di un assassinio di massa è chiaramente percepito tra i cittadini. Tanto è vero che secondo un report di A.M Best risulta in aumento la richiesta di coperture assicurative per fenomeni di questo tipo e gli assicuratori stanno rispondendo a questa esigenza avvertita dai cittadini.
“Gli attacchi di mass shooting differiscono dagli atti di terrorismo che solitamente colpiscono edifici o luoghi specifici e sono fenomeni coperti dalle tradizionali assicurazioni terrorismo”, si legge nel report. “La tradizionale polizza terrorismo richiede anche la presenza di un movente ideologico, politico o religioso, che non si riscontrano nei casi di mass shooting, dove il movente può essere di natura personale o quantomeno poco chiaro. Tuttavia, i danni provocati da un attacco di mass shooting possono essere di notevole entità e molto spesso gli assicurati non sono consapevoli del fatto che la loro polizza terrorismo non comprende i fenomeni di mass shooting”.
Inoltre, una polizza property garantisce i danni fisici di un litigio, di un alterco e generalmente le coperture liability non comprendono in maniera chiara, quando non li escludono del tutto,i casi di incidenti legati a “mass shooting”. Circostanza che rappresenta una grossa fonte di preoccupazione per le società, in quanto alcune aziende si sono trovate costrette a pagare conti esorbitanti dopo aver subito un fenomeno di questo genere. Secondo A.M. Best questa lacuna nelle polizze liability, così come la crescente richiesta proveniente dal mercato, ha comunque spinto le compagnie a offrire coperture per questa specifica categoria di rischio.
Scuole, college o università rappresentano il set preferito per azioni di “mass shooting”, teatro di 52 incidenti dal 2000 al 2016. Seguono grandi magazzini e centri commerciali con 34 episodi.
Le nuove polizze messe a punto dagli assicuratori hanno il pregio di definire in maniera più dettagliata il fenomeno, rispetto alle tradizionali coperture terrorismo e possono coprire danni fisici, business interruption, responsabilità legale, spese funerarie, risarcimento vittime e perdita di competitività o spese per la riabilitazione del brand, secondo gli esperti di A.M Best.