Dopo 4 mesi negativi a giugno flussi positivi per 1,45 miliardi
Giovano le minori pressioni sul funding delle banche dopo gli annunci Bce. Gestioni in negativo Patrimonio record di 2,195 miliardi. Al top Eurizon e Morgan Stanley. In rosso Generali e Amundi
di Paola Valentini
La raccolta del risparmio gestito rialza la testa. A giugno, in base alla mappa mensile di Assogestioni, l’industria italiana dell’asset management ha registrato flussi netti per 1,45 miliardi di euro grazie all’apporto dei fondi aperti, che hanno ottenuto un +2,2 miliardi dopo i -2,2 miliardi di maggio. Le gestioni di portafoglio invece hanno registrato deflussi per 759 milioni rispetto ai -3,2 miliardi di maggio.
Le sottoscrizioni nette del sistema da inizio anno hanno così superato i +47 miliardi, ma va segnalato che questo importo è influenzato dall’operazione una tantum realizzata a gennaio da Poste, che ha movimentato alcuni asset infragruppo causando flussi straordinari per 53 miliardi. Nei fondi il saldo da gennaio infatti resta negativo (-3,1 miliardi) e nelle gestioni (dove ha impattato l’operazione citata) è positivo per 50,7 miliardi.
Intanto grazie all’andamento positivo dei mercati a giugno il patrimonio gestito ha toccato un nuovo record storico superando i 2.195 miliardi di euro. Il 51% di queste masse, ossia 1.112 miliardi, è investito nelle gestioni di portafoglio, mentre il restante 49% (1.083 miliardi) è impiegato nelle gestioni collettive.
Tra i fondi aperti, la categoria favorita dai risparmiatori italiani nel mese è quella degli obbligazionari (+1,2 miliardi dai +218 milioni di maggio), sui quali è ripresa la raccolta per via degli annunci di politiche monetarie espansive da parte delle banche centrali dopo lo stop di inizio anno quando le intenzioni erano ancora orientate a una stretta sui tassi. Seguono i monetari (+963 milioni dai +2,2 miliardi di maggio), i flessibili (+345 milioni dai -2 miliardi di maggio) e i bilanciati (+193 milioni dopo i +98 milioni di maggio). Segno meno invece davanti agli azionari, che hanno chiuso il mese a -454 milioni dai -2,7 miliardi) di maggio.
Nel semestre primi sono gli obbligazionari (4 miliardi), seguiti da monetari (2,8 miliardi) e bilanciati (1,1 miliardi). Sotto la parità invece gli azionari (-5,6 miliardi) nonostante il brillante andamento delle borse mondiali nella prima metà dell’anno.
Ma evidentemente chi ha scelto di rientrare nel risparmio gestito lo ha fatto per giocarsi la carta del mercato obbligazionario, segno che le perdite subite dall’azionario nel 2018 restano ancora un vivido ricordo. Tra le singole società di gestione emerge che è tornata la raccolta delle sgr di emanazione bancaria, visto che i preannunci di ulteriori stimoli monetari da parte della Bce stanno facendo tornare gli istituti a collocare fondi dopo che per qualche mese le necessità di funding avevano invece spinto l’azione commerciale lontano dal risparmio gestito.
Primo per flussi è il gruppo Intesa Sanpaolo (2,4 miliardi, di cui 2,45 relativi a Eurizon Capital e -67 milioni a Banca Fideuram), secondo si piazza Morgan Stanley con 532 milioni, terzo Ubs Asset Management con 275 milioni. Positivi anche Pramerica (129 milioni), Mediolanum (115 milioni), Axa Im (251 milioni), Jp Morgan Am (118 milioni), Azimut (82 milioni), Deutsche Bank (161 milioni), Schroders (86 milioni) e Credem (173 milioni). In rosso invece i big Generali (-119 milioni), Amundi (-707 milioni), Anima (-75 milioni), Poste (-33 milioni), Invesco (-548 milioni), Bnp Paribas (-202 milioni), M&G (-323 milioni) e Franklin Templeton (-101 milioni)
«Il mese di giugno ha confermato la nostra leadership sul mercato e la proficua collaborazione con il gruppo Intesa Sanpaolo e le reti di vendita», ha commentato Massimo Mazzini, responsabile marketing e sviluppo commerciale di Eurizon. «Grazie al livello di servizio che insieme riusciamo a fornire e alla qualità delle nostre soluzioni di investimento, sia la clientela retail sia quella istituzionale continuano a scegliere i nostri prodotti. I risultati rilevanti dei fondi e anche delle gestioni di portafoglio istituzionali testimoniano la nostra vocazione a studiare un’offerta in continua evoluzione in risposta alle esigenze di tutte le tipologie di risparmiatori». (riproduzione riservata)
Fonte: