Più defibrillatori a disposizione nei luoghi di partecipazione pubblica.
Per le società sportive, l’obbligo di dotarsene anche nei centri sportivi di competenza. Inoltre, le società che usufruiscono di impianti sportivi dovranno condividere gli strumenti con tutti coloro che utilizzano gli stessi impianti. È quanto prevede il cosiddetto decreto Salvavita, presentato in commissione sanità da Giorgio Mulè di Forza Italia ma poi approvato all’unanimità. A illustrare il testo composto da 9 articoli è stata la deputata del M5s Mara Lapia, che ha elaborato il ddl assieme a Giorgio Mulé. L’obbligatorietà, quindi, sarà estesa anche alle società sportive, agonistiche e non, ma con una importante differenza. «Per gli uffici e enti pubblici il governo interverrà con un contributo» è il commento dell’onorevole Lapia. «Abbiamo preventivato lo stanziamento di 4 milioni di euro per il 2020 e 2 milioni per gli anni a seguire sino al 2025. I privati dovranno pagare il defibrillatore di tasca loro (il costo oscilla dai 700 ai 1.000 euro (ma tutti, pubblici e privati, avranno uno sgravio dell’Iva che sarà fissata al 5%)». La norma in commento non riguarda solo le società sportive, ma estende l’obbligo di dotarsi di un defibrillatore anche ad altri soggetti e luoghi. Infatti, entro il 2025, saranno obbligati a dotarsene tutte le pubbliche amministrazioni, le scuole, le università, gli scali e i mezzi aerei, ferroviari e marittimi. Previste inoltre una serie di iniziative sui banchi di scuola, tra cui una serie di corsi sul tema nelle scuole dell’obbligo per insegnare ai ragazzi a utilizzare lo strumento. Infine, sarà predisposta una app che permetterà di sapere dove si trova il defibrillatore più vicino in caso di necessità.
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