BVA DOXA, in collaborazione con WIN, network internazionale di società di ricerca di mercato e di opinione pubblica di cui è socio fondatore, ha realizzato un interessante sondaggio mondiale sulle nuove tecnologie, che ha coinvolto 30.890 persone in 40 Paesi.
App e dati personali
Il 39% degli intervistati non fa uso di app che raccolgono e tracciano dati personali e questo rifiuto sale al 50% fra gli over 55 e al 62% fra i meno istruiti. Solo il 19% dichiara di non avere alcun problema ad usare questo tipo di app, con valori più alti fra i giovani (25% fra i 18-24 anni) ed i più istruiti (23% tra i laureati).
Il grado di accettazione e rifiuto di app che fanno uso di dati personali varia enormemente fra i vari Paesi: si va dall’oltre 70% di contrari in Indonesia (80%), Perù (72%) e Vietnam (70%) a meno del 10% in India e Brasile (9%). In Italia i rejectors sono 6 su 10, al quinto posto nel ranking generale.
Intelligenza Artificiale e professioni mediche
Alla domanda: «Quanto sarebbe favorevole al fatto che in futuro l’Intelligenza Artificiale sostituisca le attività svolte dal personale medico?» solo il 7% si dichiara favorevole ad una totale sostituzione, con valori più alti in India (24%), Libano (22%) e Cina (17%). Ciò potrebbe denotare una minore fiducia nel sistema sanitario di quei Paesi e rappresentare un appello ad un maggiore uso delle tecnologie per la cura dei pazienti. La maggior parte degli intervistati (53%) a livello mondiale auspica che l’Intelligenza Artificiale sia di supporto ai medici, ma non li sostituisca completamente.
Il rifiuto dell’Intelligenza Artificiale in sostituzione dei medici è più alto in tutti i Paesi del G7 (Germania ed Italia in particolare) con l’unica eccezione del Giappone (12%):
• Germania 43%
• Italia 41%
• Canada 36%
• Francia 35%
• Inghilterra 34%
• USA 31%
• Giappone 12%
Intelligenza Artificiale, automazione ed occupazione
Poco più della metà della popolazione mondiale (52%) NON è preoccupata di perdere il lavoro a causa dell’Intelligenza Artificiale e dell’automazione nei prossimi 10 anni. L’altra metà si divide in due parti quasi uguali fra lavoratori preoccupati (23%) e non lavoratori (25%).
I più preoccupati sembrano essere alcuni Paesi «low-cost»:
• Filippine 45%
• Messico 41%
• Cina 41%
• Malesia 40%
• India 37%
• Argentina 35%
Per contro, nei Paesi del G7 la quota dei lavoratori che si sentono «al sicuro» è più elevata:
• Germania 77%
• Canada 57%
• USA 55%
• Italia 54%
• Inghilterra 54%
• Francia 49%
• Giappone 49%
In generale, gli uomini si sentono più sicuri delle donne (57% vs 48%), così come i soggetti più istruiti (67%), gli occupati a tempo pieno (70%) e gli individui di 35-54 anni (59% vs il 51% degli under 35 e il 45% degli over 54).
Vilma Scarpino, presidente di WIN e amministratore delegato di BVA DOXA, afferma: «La tecnologia sta avendo un impatto sempre più forte sulla vita quotidiana dei cittadini di tutto il mondo. Nei vari Paesi si reagisce con modalità decisamente differenti, frutto delle diverse culture in termini di privacy e dei diversi stadi di familiarità con lo sviluppo digitale. La maggioranza dei cittadini si mostra preoccupata e poco favorevole all’uso delle tecnologie digitali in caso di tracciamento dei dati e dei comportamenti personali (il 60% di contrari in Italia ma solo il 9% in Brasile). Il tema cruciale dell’Intelligenza Artificiale rivela poi i suoi lati oscuri e poco controllabili quando ad esempio si ipotizza il suo utilizzo in ambito sanitario, in sostituzione di alcune attività svolte dai medici (ipotesi rifiutata dal 46% in Italia ma solo dal 12% in Giappone) oppure quando si valutano i timori, molto forti (in Italia coinvolgono il 46% dei cittadini) di una perdita del proprio lavoro in seguito all’introduzione di processi legati all’Intelligenza Artificiale/Automazione. Si tratta, quindi, di temi che hanno una forte risonanza negli individui e che a livello nazionale e internazionale richiedono una accurata analisi dell’opinione dei cittadini al fine di compiere le scelte migliori e maggiormente accettate dalla società».