Dove è bloccato da metà marzo scorso
di Angelica Ratti
Un nuovo problema al software complica il ritorno nei cieli del Boeing 737 Max che da marzo è bloccato a terra dal divieto di volo imposto a livello mondiale dopo le due catastrofi aeree, in Indonesia nell’ottobre 2018 e in Etiopia nel marzo scorso, che hanno provocato la morte di 346 persone tra passeggeri e membri d’equipaggio. Nelle settimane scorse fra gli esperti del settore si era fatta strada l’ipotesi che il Boeing 737 Max sarebbe tornato a volare ad agosto, ma è stato scoperto un nuovo problema al software, secondo quanto ha riportato Le Figaro, indipendente da quello chiamato in causa a marzo per le due catastrofi aeree e sul quale Boeing sta lavorando da marzo per riuscire a ottenere, il più rapidamente possibile, l’autorizzazione a volare per il proprio 737.
Il nuovo difetto è stato scoperto dall’autorità Usa di controllo dell’aviazione, la Federal Aviation Administration (Faa), sul simulatore di volo. Riguarda la procedura d’emergenza che può essere utilizzata dai piloti in caso di mal funzionamento del sistema di controllo del volo (Mcas). L’Authority suppone che il Mcas abbia avuto un ruolo nelle due catastrofi del Boeing 737 Max. L’affidabilità del Mcas è al centro delle decisioni di Boeing e delle autorità di regolamentazione e controllo aereo per ristabilire la fiducia delle compagnie aeree. È troppo presto per dire se questo nuovo problema potrà essere risolto con l’aggiornamento del software o se il colosso di Seattle dovrà cambiare tutti i componenti elettronici a bordo di tutti i 737 Max. In questo caso, aumenterebbero le perdite da parte delle compagnie aeree clienti di Boeing che non possono sfruttare operativamente i nuovi aerei che hanno acquistato o ordinato: in portafoglio Boeing ha ordini per oltre 500 miliardi di dollari (442,4 mld di euro). La notizia del nuovo difetto ha penalizzato il titolo Boeing in borsa che dal 10 marzo, data della tragedia aerea in Etiopia, ha perso il 15% circa.
© Riproduzione riservata
Fonte: