BROKER
AON, Marsh, Willis sono i leader anche in Italia.
AON è la prima azienda per i ricavi e Marsh lo è per la redditività.
Nei tre gruppi lavorano 2.300 persone e un buon numero di collaboratori esterni e professionali.
Autore: Fausto Panzeri
ASSINEWS 299 – luglio/agosto 2018
Il mercato del brokeraggio, a livello mondiale, è caratterizzato da una concentrazione elevatissima e ben difficilmente riscontrabile in altri settori del commercio e dei servizi. Basti pensare che i gruppi assicurativi più importanti arrivano a detenere una quota di mercato, a livello mondiale, che non supera il 2,5%, mentre i gruppi riassicurativi, che sono assai inferiori nel numero, arrivano solo in pochissimi casi a una percentuale nell’ordine del 10%.Per i broker, invece, il discorso è completamente diverso. Si può rilevare, infatti, che a livello di classifica mondiale i primi tre broker possiedono una quota di mercato che supera il 60%, mentre gli oltre 35 mila broker operanti nel mondo si dividono la parte rimanente. Una concentrazione, determinata in larghissima misura da una costante politica di acquisizione di società concorrenti e da una crescente presenza nei mercati internazionali.
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I tre leader del brokeraggio assicurativo sono Marsh, AON e Willis e ribadiscono la loro leadership anche nel mercato italiano. In Italia, tuttavia, la concentrazione è assai meno elevata che in altri paesi e le quote di mercato detenute dai tre gruppi è sicuramente inferiore al 40% dell’intero settore del brokeraggio, così come le quote di mercato detenute dalle agenzie sono tuttora superiori a quelle di pertinenza dei broker. Detto ciò, ancorché forse superfluo, dobbiamo sottolineare che il numero delle agenzie operative è di gran lunga superiore a quelle delle società di brokeraggio. Resta comunque il fatto che dall’esame dei dati di bilancio traspare una incontrovertibile e massiccia presenza delle tre multinazionali nel nostro mercato.
Dall’esame dei dai del 2016 emerge che AON ricopre la prima posizione per quanto riguarda il fatturato realizzato. Per fatturato si intende la sommatoria delle provvigioni maturate oltre ai ricavi generati da attività di consulenza. AON SpA, nel 2016, ha avuto ricavi per oltre 165 milioni con utili di bilancio,a lordo delle imposte, di 19,1 milioni. I dipendenti sono 1.052 e costano mediamente 75 mila euro annui. La loro produttività,pertanto, si concretizza in 158 mila euro, una percentuale di poco superiore ai 143 mila euro che rappresentano la media del mercato italiano.
Giova, però, rammentare che il costo aziendale medio dei dipendenti della società di brokeraggio è di 44 mila euro annui. Il dato, tuttavia, non deve trarre in inganno poiché, mentre nel caso di Marsh, AON e Willis, anche i massimi dirigenti rientrano nei costi medi dei dipendenti, nelle aziende di taglia medio-piccola,che nel mercato rappresentano la stragrande maggioranza, i costi dei soci operativi non rientrano nei costi dei dipendenti e non vi sono le posizioni dirigenziali o comunque di alto livello che si trovano, invece, nelle poche aziende di brokeraggio che hanno più di 50 dipendenti. Unitamente ai dati di AON SpA disponiamo anche dei dati relativi ad AON Benfield SpA, specializzata nella riassicurazione e che ha avuto ricavi per circa 47 milioni con un utile lordo di 16 milioni. Una percentuale molto elevata anche perché raggiunta con 84 dipendenti che palesano un eccellente grado di produttività (557 mila euro per addetto).
Al secondo posto di questo ranking si colloca Marsh SpA che, nel 2016, ha evidenziato un fatturato di 115,5 milioni con un utile, prima delle imposte, di 24 milioni, che consente alla multinazionale americana di raggiungere il primo posto per quanto riguarda la redditività. I dipendenti, al 31/12/2016 erano 731 con un costo medio di 77 mila euro e di una produttività di 158 mila euro per addetto. Unitamente a quelli di Marsh evidenziamo i dati di Guy Carpenter che come Marsh è posseduta dalla holding Marsh & McLennan. Come nel caso di AON Benfield, la redditività di questo broker di riassicurazione appare molto elevata poiché a fronte di ricavi per 9,5 milioni circa viene realizzato un utile, prima delle imposte, di poco inferiore ai 5 milioni. Tutto il lavoro viene svolto da 19 dipendenti che costano mediamente 145 mila euro ed esprimono una produttività di circa 500 mila euro per addetto.
Passiamo ora all’esame di Willis Italia SpA che si colloca al terzo posto della classifica dei più importanti broker operanti in Italia. Willis evidenzia ricavi di poco superiore ai 66 milioni di euro con un utile, prima delle imposte, di poco meno di 3 milioni. La redditività, intesa come il rapporto tra utile prima delle imposte e ricavi complessivi, per Willis risulta abbastanza bassa rispetto a quella dei due maggiori concorrenti. Il rapporto, infatti, è per Marsh del 20,8%, per AON dell’11,5%, mentre per Willis è inferiore al 5%. Per quanto riguarda i dipendenti il loro numero era di 400 al 31/12/2016 per un costo medio di circa 78 mila euro e una produttività di 165 mila euro. Evidenziamo anche i dati di Willis Southern Europe SpA, che appartiene allo stesso gruppo ed opera nell’intermediazione riassicurativa. I ricavi non sono elevati (2,6 milioni), ma gli utili sono percentualmente significativi (739mila).
Questi, in sintesi, i dati relativi ai primi tre broker operanti in Italia. Se è vero che da questa sintetica analisi emerge l’indubbio strapotere dei tre maggiori operatori mondiali è, però, altrettanto vero, anche se non rilevabile con immediatezza, che alle spalle di questi giganti, si trovano operatori nazionali che hanno raggiunto una buona dimensione e un alto livello di professionalità. La sfida per il futuro, comunque, dovrà essere giocata anche sul controllo dei costi, perché a fronte di incrementi piuttosto modesti le spese continuano a viaggiare su livelli elevati e i margini di redditività tendono a comprimersi e in taluni casi a scomparire del tutto.
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