Nel I semestre dell’anno il numero di interrogazioni registrate sul Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF relativamente alle richieste di prestiti da parte degli italiani (nell’aggregato di prestiti personali e prestiti finalizzati) ha fatto segnare un incremento del +3,7% rispetto al corrispondente periodo del 2017.
La crescita è frutto in particolare della performance dei prestiti personali (+7,6%) ma anche le richieste di prestiti finalizzati negli ultimi mesi sono tornate in territorio positivo (+0,4%) dopo una fase di stallo.
Per quanto riguarda il mese di giugno nello specifico, si registra un incremento del +5,7% delle richieste nel loro complesso rispetto allo stesso mese dello scorso anno.
Di seguito sono riportate le variazioni percentuali mensili in valori ponderati – ovvero al netto dell’effetto prodotto dal differente numero di giorni lavorativi – rilevate sul Sistema di Informazioni Creditizie EURISC gestito da CRIF, che raccoglie i dati relativi ad oltre 85 milioni di posizioni creditizie.
E’ stato definitivamente colmato il gap rispetto ai periodi pre-crisi, quando ancora non si erano manifestati gli effetti della congiuntura economica negativa sui comportamenti di spesa delle famiglie, segno di una ripresa ormai consolidata.
Ulteriori conferme positive arrivano anche dall’importo medio richiesto, che nell’aggregato di prestiti personali e finalizzati nel semestre si è attestato a 9.763 Euro (+6,4% rispetto allo stesso periodo del 2017) facendo segnare il valore più elevato degli ultimi 10 anni.
L’incremento relativo al solo mese di giugno risulta pari a +5,1%, consolidando il recupero rispetto ai valori pre-crisi.
Nello specifico, il valore dei prestiti finalizzati, che nel semestre è risultato pari a 6.645 Euro, è cresciuto del +10,2% rispetto al corrispondente periodo 2017 mentre per i prestiti personali richiesti l’incremento è stato del +2,3%, con l’importo medio che si è attestato a 13.219 Euro, anche in questo caso al di sopra dei livelli pre-crisi.
Relativamente alla distribuzione delle richieste cumulate di prestiti personali e finalizzati per fascia di importo, il consuntivo di questi primi 6 mesi dell’anno vede uno spostamento verso i valori più elevati: +1,3 punti percentuali per le classi superiori ai 20.000 Euro a discapito delle richieste per importi inferiori ai 5.000 Euro (in calo di -3,0 punti percentuali), benché quest’ultima classe rimanga comunque la preferita dagli italiani, con il 42,5% del totale.
Approfondendo l’analisi per tipologia di finanziamento, ben il 58,7% delle richieste di prestiti finalizzati risulta associata ad importi al di sotto dei 5.000 Euro, anche se si registra un aumento di +2,7 punti percentuali per i finanziamenti superiori ai 10.000 Euro. Per i prestiti personali, invece, la classe maggioritaria è quella compresa tra 10.001 e 20.000 Euro, con il 29,7% del totale (+0,9 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo 2017).
L’analisi della distribuzione per durata dei finanziamenti conferma che, anche in questo primo semestre dell’anno, i piani di rimborso superiori ai 5 anni sono quelli in cui si concentrano le preferenze degli italiani, con una quota pari al 27,7% del totale (+2,6 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2017). Al contrario, diminuiscono le richieste per finanziamenti di durata inferiore ai 12 mesi, che passano dal 16,0% al 14,2% del totale, confermando il trend negativo già emerso nelle precedenti rilevazioni.
Per quanto riguarda i prestiti finalizzati, le richieste si sono concentrate nel 23,9% dei casi nella fascia di durata inferiore ai 12 mesi (seppur a fronte di un calo di -2,8 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2017), mentre le richieste di prestiti personali si sono indirizzate sempre di più verso durate superiori ai 5 anni, che arrivano a spiegare il 46,2% del totale (+2,2 punti percentuali).
Osservando, infine, la distribuzione delle interrogazioni in relazione all’età del richiedente, il Barometro CRIF evidenzia come nei primi 6 mesi dell’anno in corso sia stata la fascia compresa tra i 45 e i 54 anni a risultare maggioritaria, con una quota pari al 25,5% del totale, seguita da quella tra i 35 e i 44 anni, con il 22,9%.