Europei e italiani anziani, irriducibili lavoratori a oltranza. Non solo lavoratori che per arrivare a fine mese devono aggiungere, necessariamente, un secondo posto di lavoro sia part-time che full-time per arrivare al prossimo lunario con una relativa tranquillità nel portafoglio e in famiglia. In Italia esiste, secondo un’analisi dinamica dei dati, anche una particolare categoria, ovvero di uomini e donne che in età avanzata continuano a lavorare. I dati Eurostat nella categoria del mercato del lavoro, in particolare sulla popolazione ancora attiva nel 2017, possono evidenziare questa particolare categoria: uomini e donne dai 60 ai 64 anni, per esempio, risultano attivi nel 2017 in Germania per un totale di 3.094.700, a cui segue il Regno Unito con 1.866.400 e infine Italia, classificata al terzo posto nell’Unione europea per numero di lavoratori in età pensionabile, che tocca la quota di 1.462.600 pensionati attivi.
Se dividiamo il campione per uomini e donne vediamo che quest’ultimi mantengono il terzo posto con 877.444, con Regno Unito e Germania che toccano, rispettivamente, il secondo e il terzo posto, mentre le donne italiane si «mantengono» al quarto posto con 582.200. Se alziamo l’asticella dai 65 ai 69 anni vediamo che l’Italia raggiunge sempre posti significativi nei confronti dei colleghi europei, arrivando al quarto posto con 386.000, di cui uomini 261.000 e donne 124.000 sempre, rispettivamente, nei quarti posto divisi per categoria di sesso. I lavoratori anziani italiani però non scendono nella classifica anche se si aumenta l’età anagrafica, perché dai 70 ai 74 anni risultano, nell’anno 2017, ben 120.000 anime arzille che continuano, vuoi per passione o per necessità, a rimboccarsi le maniche e lavorare nonostante gli acciacchi dell’età più che avanzata, mantenendo sempre stabile il quarto posto con 95.500 uomini e 25.000 donne al sesto posto dopo Francia, Turchia, Romania, Germania e Regno Unito.
Il quadro diventa ancora più sorprendente se si alza ancora di più l’asticella dell’età anagrafica da 75 anni in su, dove l’Italia sembra molto affezionata al quarto posto nelle classifiche dell’età (qui raggiunge addirittura quota 72 mila), di cui 14 mila sono donne e i restanti 58 mila sono uomini. Una popolazione quindi caratterizzata da una popolazione anziana che, nello scenario europeo, si colloca tra i primi paesi che lavora ancora nonostante le fatiche e le difficoltà dell’età. Accompagnata però da paesi europei a forte industrializzazione come Germania, Regno Unito, Francia in cui questi ultimi, sia per popolazione attiva in età giovanile, per titoli di studio e prospettive di lavoro, risultano sempre ai primi posti nelle classifiche europee. Una popolazione di anziani dell’Unione europea, quindi, che impatta per quasi il 7% sulla popolazione degli stati europei. Irriducibili anziani lavoratori che, per passione, per dedizione o per necessità, sembrerebbe che il nome di «Vecchio continente» sia stato scelto forse per questi dati.
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