Al via l’indagine sulle prestazioni a sostegno degli iscritti
di Claudia Donati* * ricercatrice Fondazione Censis

Mettere in pratica la propensione al cambiamento significa attivare processi partecipati che più sono allargati e meglio è. Ecco perché l’Eppi, l’Ente di previdenza dei periti industriali e dei periti industriali laureati, ha voluto coinvolgere i propri iscritti in un’indagine volta a raccogliere informazioni e opinioni circa l’attuale sistema di welfare, con l’obiettivo di ottenere spunti innovativi per la costruzione di una nuova strategia a sostegno del lavoro e della salute dei periti industriali e delle loro famiglie. L’indagine sarà condotta dal Censis, Centro studi investimenti sociali, tramite questionario online Cawi, Computer assisted web interview.

Le motivazioni alla base di questa importante operazione sono molte e hanno tutte a che fare con il miglioramento continuo dell’offerta di servizi destinati agli iscritti. Perché rispondere ai mutati bisogni sociali di previdenza e assistenza sta diventando quanto mai urgente in un contesto sempre più orientato ad ampliare e articolare servizi e soluzioni a seconda dei soggetti e dei loro bisogni.

Per fare questo, è necessario prima di tutto avviare una riflessione sull’esistente, dunque sulla propria offerta e le strategie già attivate. In questo senso, oltre al pilastro previdenziale «obbligatorio», l’Eppi offre da tempo, per gli iscritti in regola con la propria posizione contributiva, linee integrative di assistenza a sostegno della famiglia (dall’indennità di maternità e paternità al contributo per i nuovi nati o per le spese scolastiche); del reddito (come per esempio a favore dei giovani periti industriali che stanno avviando la propria attività); della salute (con rimborsi per visite specialistiche, ricoveri ospedalieri o per particolari dispositivi medici); fino al sostegno per danni causati da calamità naturali.

Ma per continuare a rispondere in maniera efficace ed efficiente alle esigenze dei propri iscritti, è necessario contestualizzarle nello scenario attuale, collocandole nella giusta prospettiva di sviluppo del sistema di welfare nel suo complesso. Il moltiplicarsi e differenziarsi della domanda di assistenza, di previdenza e di promozione del lavoro ha amplificato il quadro delle attese che l’Eppi è chiamato a conoscere e interpretare. Ecco come un contributo importante alla riflessione e all’elaborazione di nuove strategie di welfare può senz’altro arrivare dalla conoscenza approfondita delle aspettative che hanno gli stessi iscritti nei confronti dei servizi offerti, anche alla luce del loro livello di conoscenza, di utilizzo e di gradimento delle attuali proposte.

A partire da queste considerazioni, l’Ente di previdenza dei periti industriali ha avviato un percorso di ricerca che farà il punto sullo scenario di riferimento e accompagnerà il processo di revisione e innovazione dell’ente. Come? Monitorando la domanda di welfare emergente, il reale impatto dei servizi offerti sulla platea degli iscritti e mettendo a fuoco eventuali criticità nella comunicazione.

Queste le attività centrali dello studio promosso dall’Eppi e gestito dal Censis, che coinvolgerà direttamente il pubblico primario dell’ente. Un invito a collaborare, dunque, attraverso la compilazione di un questionario online, articolato su tre aree tematiche: la prima, dedicata al rapporto tra gli iscritti e l’Eppi, con particolare riferimento alla dematerializzazione delle comunicazioni istituzionali e all’utilizzo dei servizi online e telefonici; la seconda, intende rilevare il livello di conoscenza, utilizzo e soddisfazione dei servizi di previdenza e assistenza attualmente erogati e la rilevazione di eventuali esigenze emergenti; infine la terza, relativa all’identità dei professionisti, con un focus sulle principali problematiche che attraversano oggi la professione e che, in prospettiva, preoccupano gli iscritti sul piano professionale e personale.

È innegabile infatti che, soprattutto negli anni recenti, il welfare integrato abbia vissuto un deciso sviluppo come risposta ai rischi sociali vecchi e nuovi, che non trovano completa soddisfazione nei sistemi di assistenza e previdenza pubblici. Uno spazio lasciato vuoto, che le Casse si trovano a dover colmare. Si tratta di dinamiche innescate, alla base, da alcuni fenomeni di lunga deriva, quali l’invecchiamento progressivo della popolazione (tuttavia accompagnato dal prolungarsi della fase della vita attiva) e la «transizione epidemiologica» (vale a dire le mutate cause all’origine degli stati di malattia e morte di una popolazione), oltre che da fattori di criticità più meno contingenti quali i problemi occupazionali e di evoluzione della professione, accentuati dal periodo di crisi economica.

Per risolvere problemi così ampi forse non basterà un questionario, ma certamente offrirà agli iscritti uno strumento agile e veloce per sviluppare una riflessione sul presente e sul futuro della professione, oltre che sui propri «desiderata» assistenziali. L’Eppi, dal canto suo, potrà consapevolmente e a ragion veduta individuare nuovi servizi e strategie che faranno avvicinare sempre di più l’ente alle esigenze e ai bisogni dei professionisti iscritti, per realizzare un modello di welfare che continui a essere dinamico, proattivo ed efficiente.
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