Clima teso per la riassicurazione. Anche i riassicuratori francesi, come quelli degli altri paesi, si trovano ad affrontare un mercato piuttosto difficile, in un contesto politico complesso ed incerto, con pressioni normative e bassi tassi di interesse.
Secondo i dati pubblicati dall’Association des Professionnels de la Réassurance en France (APREF), che rappresenta il 95% del mercato, il fatturato del settore in Francia è stagnante: i premi sono pari a 5.364 mld € nel 2016, contro 5.365 del 2015.
Soprattutto nei rami danni i premi calano del 2% a 3.314 mld, in un contesto di abbondante capacità nel mercato che mantiene tensione sui prezzi, che si aggiunge ad una ripresa della sinistrosità: nel 2016 il costo delle catastrofi naturali nel mondo è aumentato del 40% a 49,7 mld.
I risultati tecnici sono sempre più tesi. Da una parte i premi che calano dal 2014, dall’altra i sinistri che incidono sui combined ratio. E se fino ad anni fa i riassicuratori potevano contare sui prodotti finanziari, ora, nel contesto attuale, anche i rendimenti sono in calo a causa dei bassi tassi di interesse.
Si pone a questo punto la questione della sostenibilità dei modelli. Fino ad ora le compagnie hanno attinto alle riserve tecniche per accontentare gli azionisti, ma non è una soluzione.
Secondo Guy Carpenter le tariffe dovrebbero ancora calare nell’ordine del 4% nel 2017.
Quando finirà questa tendenza? Per il momento questo va a favore delle cedenti, mentre alle compagnie di riassicurazione non resta che la selezione e la diversificazione.
L’attività vita si mostra invece più dinamica, registrando una crescita del 3,3% nel 2016 con premi per 2.050 mld contro 1.985 del 2015.
Il mercato è trainato dai rischi biometrici che rappresentano il 78% dei premi. Il comparto malattia rappresenta il 14% del mercato. Nuovi rischi e nuove domande di copertura stanno facendo la loro apparizione sul mercato, come quella per il rischio pandemico.