di Luisa Leone
Venti miliardi di risparmio previdenziale tentano un’alleanza per investire sull’economia reale. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, tre dei maggiori fondi pensione italiani di categoria, Cometa, Previndai e Fasc, avrebbero allo studio la costituzione una piattaforma di investimento comune, con l’obiettivo di fare massa critica e puntare sull’economia reale.
Concretamente, si tratterebbe della creazione di un fondo di private equity che, secondo le ipotesi iniziali, partirebbe da un target minimo di raccolta intorno a 100-150 milioni. Ma questa asticella potrebbe salire, anche di molto, soprattutto se, come sembra, i tre fondi decideranno di giocare il ruolo di anchor investor e aprire l’iniziativa anche ad altri soggetti.
Intanto la forza dei tre fondi in campo è sicuramente tale da tenere già alto lo standing dell’iniziativa. Il fondo Cometa, che raccoglie il risparmio della previdenza complementare dei metalmeccanici, può contare su una forza d’urto di 400 mila iscritti e un patrimonio di circa 9 miliardi. Previndai, che è il fondo dei dirigenti del settore industriale, ha 80 mila iscritti e un patrimonio di 10 miliardi. Il Fasc, Fondo degli agenti spedizionieri e corrieri, ha dimensioni più ridotte ma può comunque contare su circa 50 mila iscritti e 800 milioni di patrimonio.
I primi incontri esplorativi si sarebbero già tenuti e di certo c’è che l’iniziativa per la realizzazione di una piattaforma comune di investimento si inserisce nel solco delle riflessioni sul miglioramento dell’efficienza delle strutture di investimento dei soggetti previdenziali. Un obiettivo sul quale il governo preme ormai da tempo, con il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, che non perde occasione per sottolineare l’opportunità di forme di aggregazione, anche solo sotto il profilo delle strutture di investimento, soprattutto per i fondi pensioni di dimensioni minori. I soggetti coinvolti in questo tentativo di mettere a fattor comune le risorse per investire nell’economia reale non si ascrivono certo alla categoria dei piccoli fondi, ma potrebbero fare da apripista. Anche perché, intanto, anche l’altra faccia del risparmio previdenziale, le casse professionali, si stanno muovendo nella direzione degli investimenti cosiddetti alternativi. Solo poche settimane fa, per esempio, la Cassa Forense ha stretto un accordo con il Fei, il Fondo europeo degli investimenti della Bei (Banca europea degli investimenti), per mettere in pista co-investimenti in mid e small cap in Europa. Un protocollo di intesa che è stato proposto dal Fei anche all’associazione delle casse previdenziali (Adepp) e che potrebbe quindi anche essere replicato con altri soggetti.
Non solo, come anticipato da MF-Milano Finanza la scorsa primavera, allo studio delle casse professionali c’è anche la costituzione di un maxi-fondo per investire in infrastrutture, in Italia e in Europa, con progetti presentati da operatori finanziari del calibro di Deutsche Bank , Macquarie e BlackRock. Anche il Fondo Italiano di Investimento si è fatto avanti per proporre a casse e fondi iniziative per investire sul venture capital. (riproduzione riservata)
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