di Massimo Bertaglia
Con la recentissima sentenza n. 13007 del 23 giugno 2016, la terza Sezione Civile della Corte di Cassazione ha stabilito che il commercialista risponde del danno causato al contribuente per non aver suggerito il ricorso in Cassazione avverso una sentenza sfavorevole della Commissione Tributaria Regionale. Secondo la Corte Suprema, la sola circostanza che il professionista non sia abilitato alla difesa al grado superiore non vale ad escluderne la responsabilità, poiché ha l’obbligo di informare il cliente della possibilità di rivolgersi ad un avvocato, nei tempi previsti dall’ordinamento per impugnare la sentenza
Nel caso di specie, un contribuente ricorreva in Commissione tributaria contro un avviso di accertamento IRPEF, ma i giudici tributari decisero in senso a lui sfavorevole, confermando la legittimità dell’atto impositivo.
Il contribuente chiedeva quindi al proprio commercialista indicazioni in merito alla sentenza di appello, senza alcun riscontro in merito ad eventuali iniziative da assumere e perciò decorrendo inutilmente i termini per ricorrere in Cassazione.
Il contribuente, pertanto, citava in giudizio il professionista innanzi al Tribunale per ottenere non solo la restituzione della somma dovuta al fisco a seguito della definitività della sentenza, ma anche il risarcimento del danno.
Il Tribunale rigettava la domanda, escludendo la responsabilità professionale del commercialista, ma di tutt’altro avviso la è stata la Corte di Cassazione statuendo il principio di diritto di cui alla sentenza in questione, che si allega.